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DDL Zan: a ciascuno il suo

Disastroso esito finale al Senato del Disegno di Legge Zan, gettato nel limbo di un futuro oscuro e difficile. Una legge che poteva essere approvata anzi, doveva essere approvata.

Doveva essere approvata a maggior tutela di migliaia di nostri concittadini, discriminati a causa di cose che non dovrebbero essere discriminanti ma che lo sono agli occhi di chi non vuole vedere. Una legge necessaria, che molti parlamenti europei e non hanno già approvato lasciandoci, come troppo spesso accade, tristemente agli ultimi posti nella classifica della difesa dei diritti.
Dopo l'approvazione della Camera questo tormentato disegno di legge ha vissuto mesi difficili che hanno più di una volta suggerito che il DDL Zan fosse diventato l'arena di uno scontro politico, ma sui diritti delle persone non si dovrebbe fare a braccio di ferro.

La lettura che è seguita alla debacle del voto segreto ha perso per strada alcuni passaggi importanti che avrebbero potuto sbloccare lo stallo politico venutosi a creare. Questi passaggi non sono troppo lontani nel tempo, si tratta solo di pochi mesi, prima della pausa estiva, ma si sa che la memoria, in politica, spesso è labile.



Resta quindi da capire cosa abbia spinto, con notevole e colpevole ritardo, il segretario del PD Enrico Letta a parlare di aperture alla revisione di alcune parti del Decreto, quando solo a luglio si opponeva con fermezza ad ogni possibile intervento, come desta mistero la posizione del relatore Alessandro Zan, resosi da subito disponibile al dialogo fra le parti negato solo 100 giorni fa. Questo ravvedimento ha comunque sancito che un accordo era possibile. La Destra ha certamente giocato sporco con le lungaggini di Ostellari in Commissione prima e la montagna di emendamenti poi, ma accusare la Destra di fare la Destra sembra stucchevole.

Calcolo politico errato? Forse. Prova di forza? Forse. Ricerca di un capro espiatorio? Forse. Meglio l'uovo oggi e forse la gallina domani? Certamente meglio di questo pessimo risultato.

Commenti all'articolo

  • Di Enzo Salvà (---.---.---.13) 12 novembre 2021 11:05
    Enzo Salvà

    Pessimo risultato sicuramente perché si parla di discriminazioni e diritti, dunque di "principi".

    Prima ancora del risultato finale, era doveroso prendere atto di distinzioni e differenze e discuterne in Parlamento: cosa vuole dire revisione o dialogo? Non si trattava di contrattare una percentuale di denaro da togliere o aggiungere sulla quale trovare un compromesso.

    Nessuno doveva ravvedersi, sarebbe stato sufficiente esprimersi chiaramente e discutere, anche i 1000 emendamenti presentati. Secondo me doveroso.

    Ok uovo o gallina, questione sicuramente importante, ma per valutare i nostri rappresentanti, tutti dovremmo essere messi in condizione di ascoltare quello che hanno da dire. 

    Considero la tagliola una Caporetto più che una porcata per chi l’ha proposta e, in più, mi è stato impedito di sapere chi e come ha votato.

    La cosa è stata sottaciuta poi banalizzata e ridotta ad una mera questione vinco o perdo, utilitaristica, sulla pelle di persone, mi chiedo: cosa sarebbe stato se tutti avessero "dovuto" esprimersi chiaramente in Parlamento? Cosa avrebbe sortito?

    Non sembra rilevante per alcuno, quindi penso di avere torto, 

    eppure ......

    Un Saluto

    Es.

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