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 Home page > Tribuna Libera > Obama: un Grande Presidente?

Obama: un Grande Presidente?

Un paio di considerazioni per capire chi è davvero Barack Obama alla luce dei fatti.

1 - Non è passato molto tempo da quando il Presidente americano ha minacciato l’intervento militare in Siria a causa di un uso dei gas sulla popolazione civile.

Il risultato è stato che la Russia è intervenuta e ha convinto il suo unico alleato storico in Medio Oriente a smantellare il proprio arsenale di armi chimiche, un vero spauracchio per tutta l’area. Putin si è presentato al mondo come il vincitore del duro braccio di ferro con gli Stati Uniti “guerrafondai”, quindi come il “pacifista” simbolo della possibilità anti imperialista e antisionista di affrontare le crisi con la diplomazia contro la volontà militarista di americani e israeliani. E buona parte dell’opinione pubblica mondiale se l’è bevuta.

Naturalmente chi ha ancora qualche capacità di ragionare con lucidità avrà capito che se la Russia arriva a far smantellare gli arsenali del suo migliore e ormai unico alleato mediorientale, non è il vincitore di quel confronto, ma lo sconfitto, casomai, e senza che ci sia stato bisogno di sparare nemmeno un colpo. Comunque vada a finire la presenza di Assad è stata molto ridimensionata, anche se potrà vantarsi di non aver fatto la fine di altri dittatori arabi.

Quindi il punto, in politica estera, va assegnato al Presidente Barack Obama.

2 – La peggior crisi interna americana ha visto di fronte, a brutto muso, democratici e repubblicani, contrapposti sulla politica da seguire in merito al debito pubblico.

Con una nuova variante rispetto alla storica contrapposizione dei due partiti dell'elefante e dell'asinello; cioè l’emergere all’interno del gande vecchio partito Repubblicano di una ulteriore contrapposizione fra i conservatori dall’aplomb classico delle vecchie famiglie del potere e del business e i nuovi arrivati, arrampicatori e barricaderi dei Tea Party. Quelli per cui anche Sarah Palin - quella che per divertirsi andava a sparare ai caribù dall’elicottero - è un po’ troppo moscia.

Un imbestialito Warren Buffet - da sempre conteggiato fra i cinque più ricchi al mondo - aveva definita la rigida opposizione degli estremisti di destra stupida, inutile e dannosa, soprattutto “perché, come era facile prevedere fin dall’inizio, la strategia di usare il tetto al debito per costringere il partito democratico e il presidente Obama a fare marcia indietro nell’avvio della riforma sanitaria (soprannominata “Obamacare”) che entra a regime in gennaio, era chiaramente una strategia perdente”. E decisamente costosa.

Il risultato finale è che il Partito Repubblicano è uscito a pezzi dallo scontro, che i Tea Parties sono apparsi come estremisti pericolosi e dissennati e che il progetto obamiano di una riforma sanitaria democratica e davvero innovativa per la tradizione americana non potrà più essere affossata. Quindi “i 48 milioni di americani senza copertura sanitaria, potranno comprare assicurazioni a basso costo e usufruire di aiuti governativi se impossibilitati a pagare”.

E allora il punto, in politica interna, va assegnato al Presidente Barack Obama.

Conclusioni.

Un punto importante in politica estera con lo smantellamento degli arsenali chimici di Bashar al Assad e un Israele un po’ tranquillizzato dalla capacità diplomatica americana, ben più energica di quanto avesse immaginato. Al punto che, nonostante le espressioni forti, come di prammatica, del premier Netanyahu, gli incontri diretti - prima volta dal 1979 - fra i negoziatori americani e iraniani sul progetto nucleare di Teheran sono iniziati. E forse con il piede giusto se è vero che l’Iran si è detto disponibile ad accettare le visite “a sorpresa” degli ispettori dell’AIEA. Incontri tutt’altro che sgraditi a Gerusalemme e conclusioni tutte da verificare, ma con buone probabilità che la febbre mediorientale cominci ad abbassarsi.

Un punto fondamentale, in politica interna, per ribaltare la tradizionale logica ultraliberista in campo sanitario che permetteva ai ricchi di avere le cure più avanzate al mondo e ai meno abbienti di non potersi permettere nemmeno una cura banale se non avevano di che pagare le costose assicurazioni sanitarie usuali. Da oggi gli Stati Uniti sono un po’ più vicini all’Europa in termini di walfare (anche se pure l’Europa si sta progressivamente avvicinando agli Stati Uniti limando continuamente il suo storico, ma forse davvero insostenibile, livello di walfare).

In conclusione Barack Obama la cui immagine si era progressivamente appannata e sempre più spesso veniva visto come quello che avrebbe potuto essere ma non era - un’occasione perduta insomma - sta tirando fuori gli attributi e vince round a ripetizione restituendoci l’idea di un’America muscolosa, ma non guerrafondaia, economicamente liberista, ma con opportune correzioni di tipo “socialista”, intelligente e capace di opporsi con forza ai ricatti degli avversari.

Un’America che non ci dispiace anche se comincerà a piacerci davvero quando porrà finalmente rimedio a quelle briglie sciolte così stupidamente lasciate alla finanza speculativa, causa prima di una crisi economica globale che sembra interminabile e devastante.

Intanto però, non sarà per caso che Obama comincia a somigliare - addirittura - a un grande Presidente?

 

Foto: Kerry DeLaY/Flickr

Commenti all'articolo

  • Di (---.---.---.72) 19 ottobre 2013 16:27

    NO e se deve venire a visitare Pisa spero, da pisano, che quel giorno muovasi la Capraia e la Gorgona , e faccian siepe ad Arno in sulla foce sì ch’elli annieghi in te ogni persona. Obama per primo e Camp Darby a ruota..

    • Di (---.---.---.27) 19 ottobre 2013 20:28

      mi perdoni, se può, ma da livornese le auguro di cuore tutto quel che immagina. Per ciò Viva Obama Presidente !

    • Di Fabio Della Pergola (---.---.---.27) 22 ottobre 2013 11:17
      Fabio Della Pergola

      Da aggiungere a quanto già detto anche che il Dipartimento USA alla Giustizia non ha lasciato perdere la questione della speculazione sui subprime, che ha innestato la crisi devastante che tutti conosciamo, ma ha continuato il suo iter costringendo la JPMorgan a una transazione da 13 miliardi di dollari. Si attende una multa ancora più pesante a carico di un altro colosso bancario americano, la Bank of America e altri 17 istituti sono stati citati in giudizio http://www.repubblica.it/economia/f....
      Con un altro Presidente siamo sicuri che la giustizia avrebbe fatto il suo corso ?

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