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Nuvole nere sul medioriente

Nuvole di fumo. Fumo di incendi, di corpi carbonizzati, di bottiglie molotov, di motori che si accendono e rombano minacciosi nel ventre delle navi da guerra e nella pancia dei caccia. Brutti segnali.

Sono passate solo un paio di settimane da quando ho pubblicato un articolo in cui mettevo in piazza una qualche personale fiducia-speranza-illusione che il tanto paventato conflitto militare tra Iran e Israele - troppo sovraesposto mediaticamente e politicamente per poter essere vero - finisse in un gran baccano senza conseguenze letali. Tanto fumo e poco arrosto, come si dice.

Una delle mie ultime frasi suonava così “Poi, fra non molto - manca ormai davvero poco alla "finestra ideale" per un attacco - vedremo quali saranno i fatti”. Perché i “fatti” sono sempre mancati finora, al contrario di una grande quantità di parole, di minacce e di accuse reciproche.

Adesso, con un certo filo di preoccupazione, non si può fare a meno di cominciare a notare qualcuno di questi "fatti". E la cosa non va bene per niente perché potrebbero davvero portare la situazione internazionale a quel temibile livello in cui nulla si riesce più a fermare e le parole lasciano via via il campo ad azioni che sembrano vivere di vita propria.

Il premier israeliano sarà al Palazzo di Vetro a fine mese, se non sbaglio; ed ha chiesto un incontro al presidente americano che, sembra, avrebbe rifiutato di incontrarlo. Qualcuno insinua che le ultime, pressanti richieste che Netanyahu ha rivolto ad Obama perché tracciasse un’invalicabile “linea rossa” da imporre all’Iran in merito al suo programma nucleare abbiano irritato la Casa Bianca al punto da meritarsi il ‘gran rifiuto’ che, tradotto in lingua di tutti i giorni, significa una sberla politica di rilevanti proporzioni.

Il ‘gelo’ fra le due amministrazioni che si sopportano poco ormai da tempo - più che altro, sembra, per forti antipatie personali - fa tenere il fiato sospeso perché siamo sempre più vicini a quell’utile ‘finestra’ per un attacco all’Iran che il governo di Gerusalemme vorrebbe forse sfruttare.

Ma lo farebbe davvero da solo ? E per di più con un presidente americano fortissimamente contrariato ?

Probabilmente no, l'Iran non è uno scherzo e nessuno in Israele lo sottovaluta. Ma mai dire mai, quando si parla di vicino oriente. Lo sgarbo, e l’astio conseguente, sembra essere uno di quei “fatti” che temevo di vedere. La dura presa di posizione americana potrebbe davvero significare qualcosa di più di una lavata di capo ad un insolente governante di un micro-paese. Il ‘gran rifiuto’ ha a che vedere con una situazione che sta prendendo decisamente una certa strada e nella direzione che Obama non condivide? Che le alte sfere a stelle e strisce ne sappiano più di noi comuni mortali è banale, ma noi comuni mortali possiamo cercare di intuire qualche nascosta verità solo dai piccoli segnali che le alte sfere fanno filtrare. E questo non sembra un bel segnale.

Ancora meno bello è il segnale che viene dalle esplosive piazze mediorientali che, dopo mesi di ‘primavere’ finalizzate a cercare una qualche forma di ‘democrazia’ in salsa araba, oggi si trovano di nuovo piene di arrabbiatissimi giovanotti più o meno barbuti intenti ad appiccare il fuoco alle bandiere USA come nei bei tempi andati. E ad assaltare le ambasciate.

Ormai si sa che la colpa è dell’ennesimo Calderoli di turno, questa volta americano e parecchio misterioso, come misteriosi sono i finanziatori e i diffusori di un filmetto da quattro soldi e pessima qualità il cui trailer gira nel web. Basta offendere il Profeta e le masse islamiche si surriscaldano, si sa. E qualcuno ci marcia per fomentare disordini in cui, di solito, poliziotti e manifestanti - entrambi arabi e islamici - si massacrano a vicenda. Questa volta ci hanno lasciato la vita anche un console americano e tre suoi connazionali. E questo - tutto questo, le piazze in rivolta e le vittime americane - sembrano essere altri pessimi segnali di movimenti più grandi di loro.

C'è chi dice che l’autore del filmato fosse israeliano, chi un egiziano cristiano copto, e c'è chi ha detto che i finanziatori fossero ebrei, cosa che poi sembra essere stata smentita o almeno mai provata; però...

In questo caso però sembra d'obbligo pensare un po' male. Ottenere di surriscaldare le rivolte arabe indirizzandole verso il loro nemico “naturale” con uno strumento così “minimo” sembra proprio un’astuzia da politico di lungo corso. Perché non accade in un momento qualsiasi; accade dopo lo sgarbo di Obama e poco prima del tempo limite per quella linea rossa che qualcuno a Gerusalemme vorrebbe tracciare subito.

E nulla potrebbe fare più piacere a queste latitudini, che vedere gli americani tirati per i capelli in una rissa da stadio, in un groviglio di odio e di sangue, di azioni e reazioni sempre più brutali. Perché poi, si sa come sono fatti gli americani. Votano. E votano per il cow-boy di turno, se si sentono minacciati.

Qualcuno (un esaltato sostenitore di Romney o un fanatico estremista isareliano o un pastore oltranzista della bible belt) sembra aver creato la minaccia per la “più grande democrazia del mondo” che adesso potrebbe reagire e farlo duramente: siamo sotto elezioni e non si può perdere per ignavia.

Intanto le piazze islamiche sono brulicanti di fanatici così profondamente ottusi (o manovrati) che non hanno visto la trappola ed hanno abboccato subito accorrendo in massa ad appiccare incendi e distruggere cose. Ci sono scappati molti morti e per questo, come al solito, saranno loro stessi a paghare il prezzo più alto; sia loro che i nuovi governi primaverili e le speranze di democrazia nel mondo islamico.

Ma quella bella mente che ha girato il filmato (che sia un idiota in stile leghista o un raffinato esecutore di piani strategici) probabilmente aveva altro nella testa. Forse si guardava solo l’ombelico, trastullandosi in deliri narcisistici da guardiano di maiali, oppure guardava più ad est, verso Teheran; in ogni caso, come recita un proverbio bulgaro citato in Israele in questi giorni, "Quando Dio vuol punire qualcuno, la prima cosa che fa è togliergli il cervello".

Di cervelli portati all'ammasso se ne vedono parecchi in questi giorni e nemmeno questo sembra essere un gran bel segnale.

Commenti all'articolo

  • Di (---.---.---.63) 15 settembre 2012 06:56

    Da www.corriere.it: "Il sedicente ebreo israeliano Sam Bacile, il responsabile della produzione del film che descrive Maometto come un mascalzone e un pedofilo, è in realtà Nakoula Basseley Nakoula, un cristiano copto di 55 anni, forse di origine egiziana, che vive a Cerritos, un sobborgo di Los Angeles (...) Dopo aver brancolato nel buio per un po’ lasciando che si diffondesse - negli Usa e poi in Medio Oriente - la bugia del film di un ebreo israeliano realizzato coi soldi donati da cento ebrei molto ricchi, ieri i media americani hanno cominciato ad aprirsi un varco nella cortina fumogena...". I contorni sono sempre più decisamente quelli di una spy story.

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