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Nucleare: i motivi del no

Cerchiamo di capire e di analizzare i motivi per i quali il nucleare in Italia è non solo inutile, ma anche dannoso. Partiamo da una cosa che nessuno dice: con le centrali nucleari si produce solo energia elettrica. Ma l’elettricità è solo un quinto dei nostri consumi energetici. Oltre l’80% dell’energia che consumiamo per i trasporti o per l’agricoltura non è elettrica. Le centrali nucleari, quindi, non risolverebbero il nostro problema: continueremo a importare petrolio. La Francia, che produce il 78% della sua energia elettrica con il nucleare, importa più petrolio di noi. Qualcuno dice che in Italia produciamo poca energia elettrica; non è vero: abbiamo una potenza installata che supera del 30% la domanda di elettricità. Solo che il sistema è inefficiente e quindi la nostra elettricità è la più cara d’Europa. Ma se anche fosse vero che abbiamo bisogno di altra energia elettrica, potremmo decidere di fare come la Spagna dove, in un anno, sono stati creati impianti eolici per 3500 megawatt: come 2 centrali e mezzo. La costruzione di questi impianti costa meno e ha coinvolto l’industria spagnola con ricadute positive sull’economia.

Proseguiamo:

- Il nucleare non ci libera dalla dipendenza dall’estero: l’uranio è una fonte esauribile; per far funzionare le centrali dovremmo importarlo e il suo prezzo sta salendo ancora più rapidamente del petrolio: dal 2001 al 2007 si è moltiplicato per dieci.


- Non esiste il nucleare “sicuro” e “pulito”: i reattori di “quarta generazione” sono previsti tra 25-35 anni (dopo il 2030, attorno al 2040); intanto il governo vuole costruire centrali di “terza generazione” che non hanno risolto né il problema della sicurezza ( non c’è solo Cernobyl, ma decine di incidenti gravissimi come quelli che hanno provocato 7 morti nelle centrali giapponesi tra il 1995 e il 2005) né di come smaltire le scorie che restano radioattive per centinaia e migliaia di anni.


- Il nucleare è fuori mercato, vive grazie a sovvenzioni statali e militari: Le stime Usa per i nuovi impianti danno il costo del kWh nucleare a 6.3 cent, addirittura il 20% in più dei 5,5 cent del gas o 5,6 del carbone (anche questi, peraltro, dannosi per la salute e l’ambiente). Per questo negli Usa, nonostante gli enormi incentivi stanziati da Bush, nessun privato ci investe dal 1976. L’unico reattore in costruzione in Europa è in Finlandia, perchè quello stato carica sul proprio bilancio (dei contribuenti) smaltimento delle scorie e smantellamento finale della centrale (che costa quasi come la costruzione). Gli altri 8 stati che, nel mondo, investono nel nucleare, lo fanno, quasi tutti, per produrre anche materia prima per le bombe: Cina, India, Russia, Pakistan, Giappone, Argentina, Romania e l’Iran, attualmente nel mirino degli Usa, perchè non è suo alleato.




- La strada maestra sono le energie rinnovabili: abbiamo già detto della Spagna, ma anche Germania, Austria, Grecia, Danimarca e tanti altri stati, europei e non, si stanno liberando dalla schiavitù del petrolio investendo grandi risorse sull’energia solare termica, fotovoltaica e a concentrazione, sull’energia eolica e sul risparmio e razionalizzazione degli attuali consumi. In Italia basterebbe coprire di pannelli fotovoltaici solo lo 0,1% (un millesimo) del territorio nazionale (utilizzando un decimo di tetti, pensiline, barriere autostradali ecc.) per soddisfare il 20% del fabbisogno nazionale di energia elettrica.

Ultima motivazione, ma non certo in ordine di importanza? Il popolo italiano ha votato a larghissima maggioranza, con i 3 referendum del 1987, l’uscita definitiva dell’Italia dall’avventura nucleare, come hanno deciso anche Austria e Polonia (che non hanno avviato le loro centrali già costruite), Danimarca, Grecia, Norvegia e Irlanda (che hanno rinunciato alla loro costruzione), Germania, Belgio, Olanda, Spagna e Svezia (che hanno deciso di non costruire più centrali nucleari nel loro territorio, puntando sulle energie rinnovabili).

Credo che ora sia più difficile per qualcuno sostenere che chi dice no al nucleare lo faccia solo per ideologia e per motivazioni politiche.

Iniziamo ad analizzare i fatti e a mettere da parte le ideologie politiche, per il nostro bene comune.

L’articolo riprende la petizione popolare "Non abbiamo bisogno del nucleare" indetta dal movimento Per il Bene Comune e consultabile a questo indirizzo: http://petizione.perilbenecomune.org
 

Commenti all'articolo

  • Di Gianluca Bracca (---.---.---.85) 10 marzo 2009 10:33

    Per chi volesse approfondire, mi permetto di segnalare un articolo di Monia Benini "Il nucleo dell’ignoranza, ovvero come confezionare un’esplosione di consenso.", sul tema della disinformazione (e conseguente distorsione della pubblica opinione) che in questi giorni imperversa sull’argomento nucleare.

    Invito i lettori ad approfondire seriamente (visto che i media tutto fanno tranne che questo) il delicato argomento. Lascio quindi qualche link da cui partire:


    Intanto la petizione citata nell’articolo, ha oltrepassato le 18.000 adesioni:
    http://petizione.perilbenecomune.org


    Gianluca
  • Di renzoriva (---.---.---.119) 13 marzo 2009 13:48

    Pubblicato in data Giovedì 12 Marzo 2009
    Messaggero Veneto
    Messaggero di Udine
    Pagina XX
    Rubrica: Per posta e per e-mail

    NUCLEARE
    Più potente la lobby di gas e petrolio

    Ricordo al lettore, di cui alla lettera “Dal referendum un esito chiaro” pubblicata il 3 marzo scorso, che sciorina i risultati dei referendum, e qualora lo desideri, che egli potrà promuovere un referendum abrogativo per il nucleare prossimo venturo. La sera del 27 febbraio scorso, Bruno Vespa alla trasmissione Rai “Porta a porta” discuteva del ritorno al nucleare con l’onorevole Pierferdinando Casini, il ministro Claudio Scajola e l’autorità per l’energia e il gas ingegnere Alessandro Ortis. Nell’occasione ricordò quello che successe nel 1987 durante la campagna antinucleare; disse che fu l’unico referendum nella storia della Repubblica dove la Rai impedì un vero e proprio dibattito. Vespa, i giorni successivi al referendum, fece uno speciale che parlava appunto dei risultati; dette la parola a un ingegnere dell’Enel, di cui non citò il nome, che spiegò tutte le vergognose bugie dette i mesi precedenti e in studio qualcuno obiettò: «Perché queste cose non le avete dette prima?». E l’ingegnere: «Non ci è stato possibile». Gli ambientalisti più ottusi affermano che la lobby nucleare è potentissima. Non è, forse, che la lobby del gas e petrolio è molto più potente di quella del nucleare? Al tempo del referendum votai tre volte no e feci una dura considerazione durante un’assemblea del Psi a Majano dicendo: «Compagni, non capite che stiamo esportando le nostre contrad­dizioni all’estero?». Al che, a tanti che non comprendevano e chiesero di spiegarmi meglio, dissi: «Voler chiudere al nucleare in Italia e continuare ad acquistare l’energia prodotta col nucleare dai Paesi contermini, per la maggior parte dalla Francia - il 18% del fabbisogno elettrico del tempo-, è o non è una contraddizione insanabile?». Ricordo che gli esiti di un referendum possono essere rimessi in discussione dopo 5 anni e pertanto il Parlamento può, e lo ritiene, introdurre dalla porta ciò che era stato scaraventato dalla finestra. Non paia strano, ma in questo Paese si andò oltre il dettato referendario. L’Italia, unico Paese al mondo. Nemmeno l’Urss in Ucraina, dopo Chernobyl, chiuse le centrali nucleari da poco entrate in funzione e la riconversione per quella di Montalto di Castro, in fase di costruzione avanzata. Questa decisione pusillanime del mondo politico d’allora ci costò, e continua tutt’oggi a costarci, 200.000 miliardi di lire e l’effetto indotto sull’economia altri 300.000 miliardi di lire negli ultimi 20 anni. Però è ancora più strano che invece i referendum sulla responsabilità civile dei magistrati -disatteso-, sul finanziamento pubblico ai partiti e sull’abolizione del ministero dell’agricoltura siano stati vanificati da provvedimenti sostitutivi che praticamente li disattendevano. Per ultimo si sottolinea che l’importazione di energia prodotta con il nucleare, attualmente il 13% del fabbisogno elettrico nazionale, calmiera il prezzo del kWh nel mercato italiano che altrimenti sarebbe più caro.

    Renzo Riva
    Comitato italiano
    rilancio nucleare - Fvg

  • Di Renzo Riva (---.---.---.105) 14 giugno 2009 23:42

    Il Sole è gratis? Allora dico anche la Terra!
    Scoprirete al seguente collegamento, dove potete scaricare
    VERDI FUORI, ROSSI DENTRO - L’inganno ambientalista
    questo sì "gratis,
    che le cosiddette "energie alternative" non hanno neanche il pregio di essere integrative

    http://www.freefoundation.it/libri/Verdi_fuori_Rossi_dentro.pdf

    Ecco il testo di un mio scritto pubblicato sul Messagero Veneto nel fascicolo "Messaggero di Udine", sabato 13 Giugno 2009 nella rubrica "In Primo Piano" alla pagina della posta dei lettori.
     

    Mercoledì 10 Giugno 2009, ho assistito alla conferenza, indetta al Castello di Udine, di Mr. Mark Hopkins presentato come esperto in efficienza energetica, accompagnato dal console Usa in Italia per gli affari politici e economici Mr. Benjamin Wohlaurer.

    Devo riportare quanto scritto dal prof. Franco Battaglia per dire quando una fonte energetica è utile agli usi che l’uomo ne fa per la produzione di beni e servizi che generano la cosiddetta società del benessere.

    Una qualsiasi fonte che possiede anche solo uno dei seguenti requisiti:

    1) Diluita nel tempo

    2) Diluita nella spazio

    3) Intermittente

    4) Inaffidabile


    è inutilizzabile per le esigenze umane.

    Caso forse unico la fonte fotovoltaica le possiede contemporaneamente tutte e pertanto è squalificato il suo utilizzo per gli usi comuni; ciò non vuol dire che possa trovare applicazioni marginali nei mercati di nicchia cioè dove non arriva la cablatura elettrica.

    Caso strano invece la legna da ardere che fra le fonti è quella che dà una potenza specifica di solo 0,1 W/mq che insieme all’idroelettrico sono le uniche fonti che corrispondono alle necessità umane.

    Elenco la potenza specifica di ciascuna altra fonte rinnovabile in W/mq: solare termico 80, solare fotovoltaico 20, solare termoelettrico 10, eolico 2, idroelettrico 1, biocarburanti 0,05.

    Purtroppo per le anime belle Verdastre l’energia del sole è l’energia del passato quando sulla terra esistevano gli schiavi come fonte di energia meccanica; oggi nel Mondo le fonti rinnovabili danno lo 8% del totale dell’energia consumata dall’intera umanità ed è destinata ridursi sempre più; il consumo di legna da ardere è la seconda parte rilevante della fonte solare utilizzata, la prima è l’idroelettrico.

    Dopo aver installato 13 GW di FV al costo stratosferico di circa 600÷700 miliardi di Euri, sa il lettore quanta potenza di impianti di produzione tradizionali oggi operanti si potranno chiudere?


    Al massimo 2÷3 GW perché gli impianti tradizionali devono essere tenuti in caldo come riserva per quando il Sole non brilla ed il Vento non soffia.

    Per quanto riguarda la regione Friùli-VG, ammesso e non concesso che possa raggiungere il 25% del fabbisogno energetico con fonti rinnovabili sapete dirmi il restante 75% con cosa lo produrremo?

    Va sé: tutti gli asini cascano su queste due domande di cui dò le relative risposte.

    Che poi si approfitti dei rivoli di spesa improduttiva dirottati dal livello centrale alla nostra Regione, per far fare affari alle banche, liberi professionisti, commercianti, installatori e altri (una forma di CIG alle libere professioni) non mi straccerei le vesti, l’importante è essere consapevoli che anche noi stiamo seguendo la scia delle regioni additate al ludibrio nazionale dalla nuova politica leghista federale.

    Anzi, ho invitato gli imprenditori presenti ieri al convegno ad intercettare tutti i finanziamenti improduttivi detti sopra che possono mantenere in vita ancora qualche posto di lavoro senza porsi problemi di sconvenienza sociale che a loro non competono bensì competono solo al personale politico che se ne rende responsabile.

    Penso che dietro a tutto questo ci siano le lobby del petrolio e del fotovoltaico.

    Alla fine, e nonostante tutti gli sforzi per migliorare l’efficienza dei sistemi ed eliminare gli sprechi, non potremo fare altro che i consumi d’energia inesorabilmente aumenteranno pena altrimenti la stessa democrazia per come la conosciamo oggi: homo homini lupus.

    Altrimenti bisogna che 6 miliardi d’individui presenti oggi sulla Terra tolgano il disturbo per permettere agli altri di vivere con la sola energia solare come fu dalla notte dei tempi e fino all’inizio dell’era industriale scordandosi al contempo la società odierna del benessere.

    Mandi,
    Renzo Riva
    Via Avilla, 12/2
    33030 Buja - UD

    349.3464656
    [email protected]

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