Alemmanno dedicherà una nuova strada: Via Bettino Craxi
Piano piano emersero sempre più prove contro di lui: con la fine della legislatura e l’abolizione dell’autorizzazione a procedere, per Craxi si fece sempre più vicina la prospettiva di un arresto e il 5 maggio 1994 decise di scappare ad Hammamet in Tunisia, protetto dall’amico Ben Alì. La latitanza – definita dal leader socialista come "esilio" – fu percepita dall’opinione pubblica come una fuga. In precedenza, il 29 aprile del 1993 la Camera dei Deputati aveva negato l’autorizzazione a procedere nei suoi confronti provocando l’ira dell’opinione pubblica e facendo gridare allo scandalo numerosi quotidiani ( a quell’epoca ancora la gente si indignava e protestava, pensate ). Nella stessa aula seguirono momenti di tensione, con cui i deputati della Lega e del MSI gridarono "ladri" ai colleghi che avevano votato a favore di Craxi. Tra l’altro la via di Roma che sarà dedicata all’unico premier corrotto (Craxi è stato condannato con sentenza passata in giudicato a 5 anni e 6 mesi per corruzione nel processo Eni-Sai e a 4 anni e 6 mesi per finanziamento illecito per le mazzette della metropolitana milanese) e latitante della storia dell’Occidente sarà quella antistante l’hotel Raphael. Una scelta non casuale: proprio lì, nell’aprile ’93 gli elettori del Msi, e poi di An e poi di Alemanno tirarono le monetine a Bettino urlando «via Craxi». Ora saranno contenti.
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