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Mafia e Stato: un rapposto sempre vivo. Convegno con Travaglio, Genchi e Alfano

Mafia e Stato: un rapposto sempre vivo. Convegno con Travaglio, Genchi e Alfano

Organizzato dal Centro Iniziative Attività Kulturali – con la cappa per potersi chiamare C.I.A.K., – si è tenuto a Tivoli – all’Auditorium dell’I.T.C.G. Enrico Fermi, – Giovedí 18. Febbraio alle 14:30 il convegno dal titolo "Mafia e Stato: Cronaca di un rapporto sempre vivo". I partecipanti, presto detto: Ezio Paluzzi, assessore alle Politiche della Sicurezza della Provincia di Roma, a introdurre tutti gli altri; Marco Travaglio, giornalista e scrittore saggista che vanta nel curriculum di aver lavorato da Montanelli per Il Giornale e La Voce, poi per L’Indipendente, L’Unità, e ora per Il Fatto, per Passaparola sul blog di Beppe Grillo, per Annozero, etc; Sonia Alfano, membro della Commissione Europea per Libertà Civili, Giustizia, e Affari Interni, e figlia di Beppe Alfano vittima di mafia; Gioacchino Genchi, Vicequestore di Palermo tuttora perseguitato dal boss Don Silvio e i suoi; Gianluca Manca, fratello di Attilio vittima di mafia. Assente, l’imprenditore siciliano Ignazio Cutrò, che ha comunque parlato previa missiva: „La mafia oggi ha paura di voi giovani.“

A moderare il tutto, la giornalista Silvia Resta, che ha dato la parola a Paluzzi, il quale ha potuto cosí definirsi "Spacciatore di qualcosa che sta diventando illegale nel nostro Paese, ma che ho scoperto fa bene alla mente di chi ce l’ha: La nostra Costituzione, il libro piú bello del mondo".

Di seguito, Travaglio che, a seguito del suo discorso, ha dovuto abbandonare in fretta l’Aula Magna per altri impegni al Fatto Quotidiano e ad Annozero; ha cercato di far aprire gli occhî alla moltitudine di ragazze e ragazzi presenti in sala, affinché non si lascino abbindolare dai mezzi di distrazione di massa, e non si lascino convincere che la mafia sia solo „di quelli con la giacca in velluto, la lupara a tracolla, e la coppola in testa,“ esplicando quindi tutti i perché alla base della mentalità mafiosa che pervade la nostra classe dirigente e la nostra politica.

Nel frattempo, in momenti diversi, in ritardo per il traffico, sono arrivati Sonia Alfano e Gioacchino Genchi, ed è stata dunque la volta del Vicequestore, che ha reso edotta la platea riguardo al pm Achille Toro della Procura di Roma in primis, e riguardo poi agli assassini di mafia per tornare in tema, che "Sono poveri ragazzi che scoprono all’ultimo minuto chi devono uccidere, e se non lo fanno vengono uccisi loro da qualcun altro". Oltretutto, da evidenziare, Genchi ha espresso la sua – e come non pensarla allo stesso modo? – sul conclamato Roberto Saviano: "E poi comprate il libro, e vedete che in basso la casa editrice è Mondadori, che è la casa editrice di Silvio Berlusconi, e controllate se ci sono collusioni, se si parla di qualche onorevole, se si parla ad esempio di Cosentino!" Infine, per alleggerire l’atmosfera, ha preferito sciogliersi in uno spettacolino di cabaret sullo scovamento e l’arresto di Provenzano.

In chiusura, Gianluca Manca e – ultima ma non ultima – Sonia Alfano che, mantenendosi più sull’attuale possibile, ha spaziato dai problemi della rete, alla beatificazione di Craxi, ai numeri a confronto tra Italia e Paesi europei per quanto riguarda la Magistratura, all’indifferenza di Napolitano dimostrata a suo padre vittima di mafia.

Purtroppo, diversamente da quanto ci si sarebbe aspettato, non v’è stato il tempo di porre delle domande; ciononostante, Samarqand ha avuto modo di avvicinarsi al Dott. Genchi e chiedere, di cinque domande prefissate: "Scrive Il Giornale e molti altri quotidiani che Lei, a seguito delle dichiarazioni su Tartaglia, abbia poi ritrattato o si sia scusato…" Causa rumore e confusione non siamo riusciti a terminare la nostra domanda, che era volta a sapere se il questore fosse stato forzato ad invertire la rotta, comunque abbiamo ottenuto una risposta che forse può bastare da sola: "Assolutamente no, anche questa è un’altra mistificazione… Ho scritto un post sul mio blog: Complottisti e popcorn. Vada a controllare.“

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