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Legittimo impedimento: un’immunità provvisoria in attesa del Lodo 2

Legittimo impedimento: un'immunità provvisoria in attesa del Lodo 2

Piccola cronostoria del passato, del presente, e del futuro della giustizia italiana sotto il regime della XVI Legislatura, nonché quarto – ennesimo – governo Berlusconi:
 
Tralasciando i "precedenti“ – Schifani, Cirami, ex Cirielli, – fu l’era del Lodo Alfano, ddl azzardato nel 2008 per rendere le quattro piú alte cariche dello Stato – tra cui Lui, of course - piú uguali degli altri cittadini davanti alla Legge – che in via teorica dovrebbe essere uguale per tutti; fu prontamente bocciato dalla Corte Costituzionale nel 2009 in quanto palesemente anticostituzionale – ma nulla di particolarmente grave, cozzava soltanto con il terzo dei primi dodici articoli, detti principî fondamentali, e col centotrentottesimo, relativo alle revisioni sulla Costituzione.
 
Dopodiché, sbollito il furore "anticomunista“ di "Silvio contro tutti“, è stata l’epoca della riforma giudiziaria – quella del processo "breve“, per capirci, che vanificherebbe, qualora venisse presa davvero in considerazione, tutti i processi che per lentezza burocratica superano i due anni per ogni grado di giudizio: ovvie polemiche dell’IDV – troppi piccoli reati inutili e pochi giudici per sbrigare tutto, – pacati dibattiti alla morfina col PD, e cosí via fino ad oggi che ancora non si è risolto alcunché.
Ma questo è quanto riguarda il passato. Invece, come se cotanto scempio non fosse già di per sé sufficiente, ad oggi tocca tener conto anche dell’ennesima trovata, ovvero il "legittimo“ impedimento a priori. Tradotto: Se prima era necessaria una valida ed accertabile motivazione per avere riconosciuto il legittimo impedimento, adesso, data la gravosissima mole di lavoro che affligge chi si sacrifica a svolgere il ruolo di Capo del Governo, Silvio – che magari ha anche una valanga di processi in corso per i reati piú disparati, – potrà usufruire di questo nuovo impedimento 2.0, firmato Costa e Vietti in un perfetto accordo PDL-UDC, che lo terrà sano e salvo per l’esiguità di diciotto mesi.
 
Magnifico, vero? Fortunatamente, un silenzioso tam tam ha risvegliato il Popolo Viola, quel milione e piú di "piccoli provocatori“ – come potrebbe dire il massone Cicchitto – del No B. Day, che si sono ritrovati nuovamente numerosi a Roma, sotto il Parlamento stavolta – accanto ai cassaintegrati Alcoa, – per dire una volta per tutte: "Legittimo un cazzo“.

E per quanto riguarda il futuro? Per chi spera in un ripristino della "buona“ vecchia immunità, nulla da fare: Il Presidente del Coniglio procede a senso unico per salvare soltanto sé stesso, alla faccia di tutti quelli che l’hanno sostenuto. Difatti, ora come ora il futuro non prevede che un sedicente "Lodo Alfano Costituzionale“ che, malgrado la dicitura, è lo stesso lodo di sempre, già conclamato come incostituzionale, riproposto nella variante avanzo ripassato a microonde…
Ultimo punto, una brevissima rassegna stampa in merito alla questione: cosa avranno avuto da dire i quotidiani di propaganda, i quotidiani cosiddetti veritieri, che non stanno lí a cincischiare? I titoli, alla mercé di tutti, in rete. Il Giornale, il 3 febbraio, dà un titolo prudente: "Legittimo impedimento, il voto alla Camera. Respinte a Montecitorio le pregiudiziali di costituzionalità: la "legge-ponte“ dovrebbe durare 18 mesi“.
 
Ecco, dovrebbe. Da dire, Il Giornale ci ricorda anche il dissenso dimostrato da Alfano nei confronti della proposta: evidentemente, non è convinto dalla precarietà della stessa. O forse perché non gli è omonima…? In ogni caso, Libero, sempre del 3 febbraio: "Legittimo impedimento passa al Senato. Ok dalla Camera, l’UDC si astiene. Ma in aula esplode la bagarre“. Ovvio che l’UDC si sia astenuto, dato che, quanto a linea politica, vince a tavolino col PD, e dato anche che Vietti è loro compagno di partito… E la bagarre? L’IDV che in ovvia protesta ha mostrato cartelli come: "Casta di intoccabili“, "Legittimo impedimento = illegittima impunità“, "Costituzione violata, giustizia calpestata“, "Leggina monouso in nome del Re sovrano“ etc..
 
In coda, per concludere Il Tempo, sempre il piú audace di tutti, inevitabilmente del 3 febbraio: "La maggioranza tira dritto e isola il PD. Via libera al provvedimento che consente al Premier di non partecipare ai processi in caso di impegni concomitanti. Il legittimo impedimento allontana l’UDC dal PD“. E meno male: una volta tanto il PD riconosce gli elementi da cui discostarsi. Da segnare negli annali…

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