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Luigi Nicotra

Già legale d'azienda, ora pensionato, amo la storia e coltivo una sana passione civile che mi induce a mettere per iscritto le mie riflessioni su temi d'attualità politica e di costume. Come disse un giorno Ennio Flaiano, la situazione è grave ma non è seria....e tale è rimasta!

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  • Primo articolo mercoledì 11 Novembre 2010
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Ultimi commenti

  • Di Luigi Nicotra (---.---.---.198) 23 marzo 2011 19:42

    Bene, quindi fa 20 per Tripolitania/Fezzan contro 16 per la Cirenaica. Tanto basta a confutare quanto da lei sostentuto che trascrivo di seguito: " Va poi notato che quelli che per gli imbecilli sono "rivoltosi" presidiano le zone dove c’è più petrolio ".
    A proposito, perchè sarebbero imbecilli quelli che definiscono i rivoltosi " rivoltosi "? Lei di quale dotta e apoditticamente luminosissima categoria di pensatori fa parte?
    Vale sempre il proverbio arabo che ho sopra citato.
    Saluti.
    LN

  • Di Luigi Nicotra (---.---.---.21) 23 marzo 2011 17:20

    La citazione sugli imbecilli è molto carina. Ma attenzione. C’è un proverbio arabo, guarda caso, che dice:
    Onesto è colui che cambia il proprio pensiero per accordarlo alla verità. Disonesto è colui che cambia la verità per accordarla al proprio pensiero.
    Cordialmente,
    LN

  • Di Luigi Nicotra (---.---.---.21) 23 marzo 2011 16:16

    Concordo sull’analisi di fondo, circa la necessità che a questo punto si vada fino in fondo, vale a dire fino ad ottenere la cacciata di Gheddafi. Aprire un negoziato col satrapo sarebbe, a questo punto e nella migliore delle ipotesi, una mera perdita di tempo e, nella peggiore, un entrata nel suk delle richieste estorsive del tiranno.
    Quello che non capisco è questo dare addosso alla presunta ambiguità della linea poltica di Obama. Gli USA hanno fatto per tempo sapere che non intendevano impegolarsi in un altro conflitto, dopo IRAQ ed Afghanistan e che ritengono che debba essere l’Europa, con il mero appoggio americano, anche per evidenti ragioni geo-politiche, a farsi carico in prima persona del conflitto libico. Il problema vero è proprio questo, vale a dire il nanismo politico dei paesi europei che non hanno una linea comune in politica estera e della difesa di difesa, nemmeno in ambito NATO. Quel nanismo che ha fatto sbottare il Segretario generale Nato Rasmussen il quale ha dichiarato, in buona sostanza, di non capire che ci sta fare una struttura così complessa ed estesa se poi i paesi membri, europei in primis, non intendono usarla. Insomma, che l’Italia e l’Europa si prendano le loro responsabilità senza aspettare che gli USA gli tolgano le castagne dal fuoco!
    LN

  • Di Luigi Nicotra (---.---.---.21) 23 marzo 2011 14:00

    Immagino che TB disponga di infomazioni di prima mano che altri non hanno la fortuna di avere. Ma andiamo per ordine.
    Quanto a Ustica, dai dati dell’inchiesta di certo emerse che lo spazio arereo di quella zona del Tirreno meridionale era molto trafficato e che vedeva il passaggio anche di un gran numero di aerei libici che facevano la spola con la Jugoslavia per ragioni di natura manutentiva. L’Italia tollerava questo stato di cose, essendo già allora la Libia fortemente presente nello scenario economico italiano ( leggasi FIAT ). Capitava, così, che spesso gli aerei libici si sottraessero alla vista dei radar, ponendosi in scia al traffico aereo civile italiano, riuscendo così a non allertare le difese NATO.
    Circa l’attentato/strage di Lockerbie del 21 dicembre 1988 , in cui morirono tutti i 243 passeggeri e i 16 membri dell’equipaggio, occorre ricordare che con una lettera ufficiale al Consiglio di Sicurezza dell’Onu, nel 2003 Tripoli accettò la sua responsabilità .Il colpevole fu individuato da un regolare tribunale britannico in Abdel Basset al-Megrahi, all’epoca agente dei servizi segreti libici e condannato conseguentemente all’ergastolo. Megrahi fu scarcerato nel 2009 dal governo scozzese, che giustifico il provvedimento per ragioni umanitarie poiché gli era stato diagnosticato un tumore terminale che non gli avrebbe lasciato più di tre mesi di vita. Accolto in pompa magna in patria come un eroe, con abbracci e baci da Gheddafi, ora è vivo e vegeto, gira con una fiammante Lamborghini rossa e si sta facendo costruire una lussuosa villa è in costruzione in uno dei quartieri più esclusivi di Tripoli. La notizia è stata riportata dal quotidiano britannico Times.
    Quanto ai luoghi della rivolta, rammento che anche la capitale Tripoli è stata teatro di una sanguinosa protesta con auto ed edifici dati alle fiamme. A Tripoli si scatenò una vera e propria «caccia ai dimostranti». Gli aerei libici hanno sorvolato e bombardato le vecchie vie della città dove erano in corso le manifestazioni anti governative, lasciando al suolo almeno 250 morti nei raid del 21 febbraio. Ovvio che il dittatore abbia poi voluto a tutti i costi ottenere lo scopo, con questa feroce repressione, di riportare all’apparente ordine la capitale del suo paese grazie alla soverchiante forza aerea ed al nugolo di mercenari assoldati in mezzo continente africano.
    Per quanto concerne, poi, l’ubicazione dei pozzi di petrolio, consiglio di prendere visione di una interessantissima mappa su http://www.rischiocalcolato.it/2011/03/libia-dove-sono-i-pozzi-di-petrolio.html. Come si potrà notare, i giacimenti sono ben distribuiti sull’intero territorio libico e non certo concentrati in Cirenaica.
    Mi pare, poi, che parlare di golpe dietro quanto avviene in Libia, sia assolutamente inspiegabile e frutto della solita visione manichea e dietrologica di certe posizioni anti-occidentali. Mi pare sia solo il caso di rammentare che quanto sta accadendo in Libia non sia altro che il seguito dei moti di rivolta che, a partire dall’Algeria, hanno attraversato la Tunisia, l’Egitto, il Marocco, passando per lo Yemen, la Giordania, la Siria e il Barhein. E’ il ’48 del nord Africa e del medio oriente.
    Per finire, a proposito del ricorso all’uranio impoverito, la International Coalition to Ban Uranium Weapons, organizzazione internazionale cui fanno capo più di 125 ONG di 29 paesi, non più tardi di ieri ha dichiarato di non avere allo stato prove definitive che siano state utilizzate munizioni all’uranio impoverito da parte della coalizione statunitense, britannica, francese e italiana nel conflitto libico.
    Insomma, vediamo di non scambiare la causa ( la repressione gheddafiana ) con l’effetto ( la ribellione dei libici ) e, soprattutto, ricordiamoci che Gheddafi è il boia non la vittima.

  • Di Luigi Nicotra (---.---.---.21) 22 marzo 2011 16:53

    E chi ha detto che non bisogna comprare il petrolio o il gas! Ma un conto è intrattenere normali relazioni d’affari, altro è avere a che fare con un commerciante/capo di stato psicopatico che: ti chiede 5 milardi di dollari per 25 anni ( 200 milioni all’anno ) per presunti danni dell’epoca coloniale, mentre i nostri concittadini, dopo il colpo di stato del 1970, vennero cacciati in mare con una mano davanti e l’altra dietro; pretende di piazzare la sua tenda da beduino nel bel mezzo di Villa Pamphili; pretende di magnificare la sua " rivoluzione " con il sorvolo delle nostre frecce tricolori; si porta appresso i suoi cavalli berberi da sfilare prime dei nostri Carabinieri a cavallo; che ingaggia, grazie ai buoni uffici delle nostre autorità, duecenti giovani arruolate e pagate per scoltarlo di fronte alle quali Gheddafi si é esibito in una una vera e propria lezione sulla Libia, dove la donna «è libera ed è più rispettata che in occidente», consgenando alle partecipanti il Corano e il libro Verde della rivoluzione, sotenendo che, in confronto all’Europa e agli Stati Uniti, la donna è più rispettata e non è costretta a lavori «non consoni al suo fisico»; che chiede 5 miliardi di euro all’Unione europea per contrastare una «pericolosa» immigrazione che può far diventare «nera» l’Europa. 
    Quindi, un conto è avere a che fare con soggetti credibili, supportati dal consenso acquisito democraticamente e sottoposti al vaglio di organismi interni ed internazionali che possano svolgere il loro ruolo, ivi compresa la stampa libera. Altro è avere come interlocutore un tiranno privo di scrupoli, dal piglio estorsore, malato di delirio di onnipotenza come Gheddafi che, fra le altre cose, la Corte Penale Internazionale delll’Aja ha posto sotto inchiesta formale per crimini di guerra commessi in Libia. Sarà sempre tardi quando ci si potrà liberare di lui come di altri soggetti consimili ma certamente, caro xxx.xxxx.128, non vorrà che facciamo la guerra a tutti, Putin compreso?!

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Tribuna Libera Ambiente Cultura Politica

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