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L’intervista di Repubblica a Pierluigi Bersani

“Certo, Renzi non ha capito la lezione, nonostante le bastonate che gli abbiamo assestato sul groppone", questo in estrema sintesi il ragionamento di Bersani che, come il capo-banda di un gruppo di bulli di periferia, pretendeva che il giovanotto, troppo indipendente e fuori dal coro dei soloni del PD ex DS ex PDS ex PCI, venisse a più miti consigli.

Che dire poi del fatto che Bersani e molti altri con lui sostengono che il referendum si è perso a sinistra? Ma costoro non dicevano che Renzi stava corteggiando le destre? E non è forse vero che, in base alle analisi post-referendum, la tesi più accreditata è quella che gli elettori di centro destra, Lega, Forza Italia, Fratelli d’I oltre ai 5 Stelle che, secondo me, di sinistra non sono, hanno votato NO?

Poi, se è fondato l’assunto che il NO è stato un NO a Renzi, deve di necessità essere altrettanto fondato che il SI è stato un voto pro Renzi. Detto questo, mi pare evidente che il 41% pro Renzi sia tutt’altro che una disfatta. Si tratta ora di far fruttare quel 41%, altro che cospargersi il capo di cenere come Bersani e C. vorrebbero.

Circa il giudizio sui penta stellati, "I 5stelle, pur con i loro limiti, tengono in un confuso standby qualcosa che potrebbe essere peggiore. Non capisco chi esulta per il rifiuto dei liberali europei di accoglierli. Sarebbe stato un passo avanti": per analogia mi sovvien, come diceva il poeta, ciò che ebbe a dire anni fa l’ineffabile D’Alema sulla Lega:La Lega c'entra moltissimo con la sinistra, non è una bestemmia. Tra la Lega e la sinistra c'è forte contiguità sociale. Il maggior partito operaio del Nord è la Lega, piaccia o non piaccia. È una nostra costola, è stato il sintomo più evidente e robusto della crisi del nostro sistema politico e si esprime attraverso un anti-statalismo democratico e anche antifascista che non ha nulla a vedere con un blocco organico di destra “. E ci risiamo. Non ne azzeccano una!

Ormai tutti si affanno a riprendersi delle rivincite: insegnanti della scuola che hanno strappato un accordo in revisione di quanto previsto dalla riforma sulla mobilità degli insegnanti; province che rivogliono l’elezione diretta; magistrati che pretendono una marcia indietro sull’età pensionabile. E intanto delle mirabolanti riforme elettorali meglio dell’Italicum e delle stupende riforme costituzionali alternative a quella di Renzi, non v’è traccia alcuna.

Dulcis in fundo, a riprova che i vari Bersani, D’Alema, Speranza & C. non sono in grado di puntare su di un loro uomo, il già citato Piergi Bersani conclude dicendo “Qualcuno può escludere che in giro ci sia un giovane Prodi?".

Siamo alle solite: Renzi era ed è in odore di eresia in quanto ex Margherita e, quindi, non abbastanza di sinistra o per niente di sinistra ma l’alternativa all’orizzonte potrebbe essere ancora uno soggetto consimile. Per fare cosa? Ma diamine, per divertirsi ancora una volta a prenderlo a pallate come nelle fiere di paese e restare tenacemente all’opposizione, contro tutti e tutto anche contro l’evidenza di un mondo che è totalmente cambiato non da ora, ma ormai dal lontano 1989.

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