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Luciano B. L.

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  • Primo articolo lunedì 07 Luglio 2009
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Ultimi commenti

  • Di Luciano B. L. (---.---.---.186) 7 febbraio 2012 16:23
    Luciano B. L.

    Cara Giusi Pitari, sai bene che solo dopo la mia visita a L’Aquila ho capito quanto la "mala urbanistica" locale sia precedente al sisma. E poi, tu sai che oggigiorno gli strumenti urbanistici dovrebbero essere visionati interamente on-line, però quello de L’Aquila manca totalmente nel sito, anche aggiornato, del Comune. Forse perché non si possa vedere, anche da lontano e da chiunque, quanto lo si possa considerare immondo. Nella tua università non mancano esperti (anche un corresponsabile della sua stesura) che dovrebbero discutere di ciò, ma assurdamente tacciono. E, nonostante il grande lavoro che Voi fate, stanno silenti pure sul novello Piano di Ricostruzione basato sulla conferma puntuale di tutte le concessioni alla rendita ed alla speculazione permesse da quel Piano Regolatore del 1975 che si mantiene in vita comatosa, a tutti i costi. Purtroppo, altissimi: almeno per chi - ripeto - aspetta (come tu stessa) da tre anni di rientrare nelle proprie case. Perciò, diamo a Cialente, Riga e Di Stefano quel che bertoldo&bertoleso non meritano.


    Cmq, parliamo anche della neve che a L’Aquila credo sia arrivata anche altre volte. Solo che allora sapevano bene come fare i tetti delle abitazioni (rispettando la struttura e la pendenza delle falde tipiche della tradizione locale) e sapevano come pulire le strade pubbliche (prima di quelle innumerevoli liberalizzate o privatizzate).
  • Di Luciano B. L. (---.---.---.22) 7 febbraio 2012 11:46
    Luciano B. L.

    Per non polemizzare inutilmente con l’autore, trascuro la sua lagnanza della trascurànza della questione aquilana che appare smentita proprio dal link (a fine pagina) al mio articolo di pochi giorni addietro con le mie personali riflessioni sulle cose emerse in due recenti trasmissioni televisive dove anche de L’Aquila s’è parlato.

    Se, però, de L’Aquila si parla solo per l’eccezionalità di certi eventi e non di paradigma della situazione generale, non si capisce come possa cambiare molto il corso delle cose che, purtroppo, succedono ovunque. Così come se tutti i guai sono imputabili ai personaggi esterni (Bertolaso e Co.) e nulla viene assolutamente rimproverato a politici e tecnici locali di governance afflitti.
    Voglio dire, ad esempio, che la questione urbanistica aquilana non è tipica di quel territorio, ma deriva dalla diffusa cultura (o subcultura) della rendita che, purtroppo, pare essere diffusa in tutto il paese. Tanto della rendita immobiliare e fondiaria, quanto di quella finanziaria. 
    Cosicché, si osservano i primi vagiti del Piano di Ricostruzione (nato dopo quasi tre anni dal sisma) per ricostruire finalmente l’esistente e si dimentica di guardare criticamente al famigerato Piano Regolatore della città che rimane (anche se vetusto, essendo del 1975) il mezzo essenziale per la costruzione "speculativa" di tutto il territorio comunale e, forse, anche dei suoi importantissimi centri storici.

    Un "paese" ostaggio della rendita non potrà mai essere attrattore d’innovazione e di nuove idee. Forse, neppure d’una indispensabile ed adeguata ricostruzione fisica che l’autore brama più che giustamente per la sua città.
  • Di Luciano B. L. (---.---.---.138) 19 gennaio 2012 13:12
    Luciano B. L.

    Cosicché, beneficiarono di C.A.S. 25.961 persone e d’affitto concordato 2.370 persone. Ottennero una sistemazione nelle strutture ricettive 3.950 persone, nelle caserme vennero ricoverate 688 persone e nei Moduli Abitativi Provvisori (M.A.P.) trovarono posto 2983 persone. In totale, al massimo, fuori dai C.A.S.E. di Berlusconi trovarono alloggio d’emergenza ben 35.862 persone. Circa 2,5 volte in più di quelle insediate nelle 183 case dei 19 C.A.S.E. di Berlusconi/Cialente/Bertolaso.

    Orbene, adesso la situazione è completamente diversa giacché, senza che le proprie abitazioni gravemente danneggiate siano state recuperate, ricevono il C.A.S. solo 99.874 persone, beneficiano del contributo per l’affitto 1224 persone, i residenti negli alberghi sono 214 e nelle caserme 177. Nei M.A.P. alloggiano solo 2.802 persone e nei C.A.S.E. ci stanno soltanto 13.123 anime.

    Ciò vuol dire che il dieci per cento del Piano C.A.S.E. risulta VUOTO e quindi inutilmente costruito. Possiamo - quindi - intuire che qualcuno (senza cuore) abbia deciso di mettere questi alloggi delle case dei c.a.s.e. a disposizione dei, sempre provvisoriamente,diversamente alloggiati. Forse, per non lasciare ulteriormente inutilizzati alloggi costati ottanta milioni di Euro (sul totale di 800 milioni spesi dalla Protezione civile), si giunge a dire: No c.a.s.e? No c.a.s.! Ovviamente, poco prima d’abbandonare la nave (la S.G.E.) nelle mani dei ... comandanti comunali (o comunardi).

  • Di Luciano B. L. (---.---.---.138) 19 gennaio 2012 13:10
    Luciano B. L.

    Occorre premettere che la scelta d’attuare il Piano C.A.S.E. venne accettata dal Sindaco de L’Aquila alla condizione di realizzazione le costruzioni, provvisorie ma "durature", già predisposte dai tecnici di Berlusconi in Protezione civile, prevalentemente "presso le frazioni" (cioè lontano dal centro della città. Così, i 19 insediamenti per l’emergenza post sisma, furono realizzati in aree poco appetibili dalla speculazione fondiaria locale e con abitazioni costosissime ma pochissimo idonee ad una permanenza prolungata delle persone sfollate perché disperse e senza servizi urbani. Il numero di queste costruzioni standard - tutte previste per 80 persone cadauna - venne progressivamente aumentato, in corso d’opera, fino a raggiungere il limite massimo di 183. Quindi, nel complesso, le new town accolsero solo (80x183) 14.640 persone colpite dal sisma. Tuttavia, essendo i senza tetto molto più numerosi, si convenne di sistemarne alcuni negli alberghi e nelle caserme, mentre per quelli in grado di trovare abitazioni libere non danneggiate venne concesso un C.A.S. (Contributo di autonoma sistemazione) oppure qualche facilitazione nel pagamento dell’affitto. Infine, si costruirono anche per L’Aquila i M.A.P. inizialmente riservati alle persone colpite dal terremoto, residenti nei comuni del cratere.

  • Di Luciano B. L. (---.---.---.19) 30 dicembre 2011 12:14
    Luciano B. L.

    giacché, a L’Aquila, non succede nulla che la "curia" non voglia.


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