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L’Aquila: tentata truffa alla Curia. Indagato un’imprenditore

 

Avrebbe fatto assegnare lavori a imprese non accreditate dalla Curia, alle quali si presentava millantando amicizie altolocate, falsificando firme e documenti. Rinvenuti nel suo Pc i modelli delle false lettere della Curia.

 

 

L'AQUILA – I carabinieri del Norm de L'Aquila dopo un mese di indagini, hanno attuato la perquisizione locale ai danni di R.B. 36 anni, imprenditore aquilano, sospettato di essere il responsabile di un tentativo di truffa ai danni della Curia Aquilana. L'attività investigativa era nata in seguito a una denuncia contro ignoti che l'Arcivescovo Metropolita aveva presentato al Comando Provinciale Carabinieri di L'Aquila.

R.B. Si era presentato in Curia consegnando una richiesta di accreditamento per conto di due imprese edili aventi sede rispettivamente a Gubbio e a Pesaro. Poi falsificando alcuni documenti mediante l’apposizione di firme e timbri falsi della Curia aveva indotto le due imprese, convinte di essere state accreditate e invitate a presentare preventivi per la ristrutturazione dell'aggregato di S. Emidio a L'Aquila, a formulare progetti e preventivi di spesa per le opere da mettere in cantiere.

L'impiegata della Curia, vistasi recapitare le proposte commerciali delle due imprese, aveva deciso di informare il Vicario Episcopale per i Beni Culturali dell'Arcidiocesi che si è rivolto immediatamente ai Carabinieri per cercare di comprendere cosa stesse accadendo.

Le indagini, condotte mediante l'audizione di numerosi testimoni, tra i quali i titolari delle due ditte invitate a progettare i lavori, a cui l'indagato si era rivolto millantando conoscenze ed influenze nell'ambiente ecclesiastico, hanno permesso di individuare l'autore dell'embrionale tentativo di truffa, stroncandola sul nascere. Truffa che avrebbe potuto indurre la Curia a commissionare i lavori ad imprese che in realtà non erano state mai dalla stessa accreditate, e le stesse ditte a sostenere spese per preventivi e progetti che in realtà non erano mai stati loro richiesti, con il relativo guadagno solo da parte del maldestro procacciatore d'affari che avrebbe, in tal modo, potuto intascare la sua "provvigione" per l'attività di mediazione svolta.

Nel corso della perquisizione è stata sequestrata documentazione varia e un personal computer al cui interno sono stati rinvenuti dagli investigatori i modelli delle false lettere inviate dalla Curia.

 

Commenti all'articolo

  • Di Luciano B. L. (---.---.---.19) 30 dicembre 2011 12:14
    Luciano B. L.

    giacché, a L’Aquila, non succede nulla che la "curia" non voglia.

  • Di Alberto Caravelli (---.---.---.64) 31 dicembre 2011 16:43

    ingiusto. assolutamente ingiusto per L’Aquila, una città che deve risorgere. E che fare allora? eliminare ogni speranza degli aquilani di ritrovare la casa dopo tanto tempo? sì, certo, vero? e infatti c’è anche chi tranquillamente se ne approfitta. bravi, complimenti agli imprenditori che si approfittano degli aquilani che sono indifesi, speranzosi che un giorno ritrovino davvero la loro casa d’origine. Io sono di sulmona, sono a 50 km circa di distanza dal capoluogo, ma il 6 aprile 2009 mi sono sentito fortemente attaccato agli aquilani. anche perchè io ho due amici aquilani, che sono dovuti scappare all’improvviso in fretta e furia, mentre tutto crollava. non è assolutamente giusto per l’aquila.

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