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"Le conviene lasciare la sua terra." Ma Emanuele Feltri non ci sta

La notte del 29 giugno scorso gli hanno ammazzato a tradimento le sue pecore. Poi, visto che non piegava la testa, gli hanno fatto trovare una pecora morta con il ventre squarciato e una sbarra di ferro insanguinata abbandonata accanto alla sua abitazione. Ma lui, Emanuele Feltri, un giovane agricoltore siciliano di Paternò che in una contrada, di nome Sciddicuni, nella valle del fiume Simeto con la sua fattoria-bio, dove coltiva prodotti agricoli biologici e alleva animali, dà fastidio a occulti interessi "grossi, forse troppo grossi", ha deciso di resistere: "Io la mia terra non la lascio: è come chiedermi di smettere di respirare".

«LE CONVIENE LASCIARE LA SUA TERRA…»

«Si sa che la gente dà buoni consigli, sentendosi come Gesù nel tempio, si sa che la gente dà buoni consigli se non può più dare il cattivo esempio», cantava De Andrè nella celeberrima Bocca di Rosa. Nel caso di Emanuele Feltri, il giovane agricoltore di Paternò, che in una contrada, di nome Sciddicuni, nella valle del fiume Simeto con la sua fattoria-bio, dove coltiva prodotti agricoli biologici e alleva animali, dà fastidio a occulti interessi «grossi forse troppo grossi», i premurosi e non richiesti consigli in questione, vengono “a fin di bene”, da gente che ha a cuore la sua incolumità fisica.

Gente con i piedi per terra e la testa sulle spalle. Cinica quanto basta per aver smesso di sognare. Gente che pensa :”in fondo se l’è cercata”, ma per compassione non te lo dice, e ti guarda con lo sguardo accondiscendente con cui i saggi guardano i pazzi inguaribili. Gente che ha l’animo e il coraggio di uno Schettino, la cui unica filosofia di vita è il “si salvi chi può”. E pazienza se la nave affonda. L’importante è avere la propria egoistica scialuppa di salvataggio.

MA EMANUELE NON CI STA

La notte del 29 giugno gli hanno ammazzato a tradimento le sue pecore. Poi, visto che non piegava la testa , gli hanno fatto trovare una pecora morta con il ventre squarciato e una sbarra di ferro insanguinata abbandonata accanto alla sua abitazione. Ma lui non si muove dalla sua terra. E con l’orgoglio di un siciliano verace con la testa dura dichiara: «Io la mia terra non la lascio: è come chiedermi di smettere di respirare». E continuerà a denunciare, rifiutandosi di stringere mani macchiate di sangue, a vedere ciò che è bene non vedere, a dare ai bambini un futuro migliore, a incalzare le istituzioni perché facciano il loro dovere. Grazie, Emanuele.

La Sicilia ti ringrazia perché riconosce in te uno dei suoi figli autentici. Gli altri, gli opportunisti pavidi o rassegnati, i don Abbondio per scelta o costrizione, generosi di consigli ma introvabili se gli chiedi di scendere in campo, non sono siciliani. Sono loro i veri clandestini che occupano abusivamente la nostra terra. Vanno identificati e espulsi quanto prima.

IL TESTO DEL POST DI EMANUELE FELTRI SU FB

"Le conviene lasciare la sua terra o in ogni caso non vivere li e se va a svolgere i suoi lavori agricoli si faccia accompagnare da tanta gente…lei è indifendibile”. Io la mia terra non la lascio: è come chiedermi di smettere di respirare, io denuncerò con maggiore forza chiunque deturpa, sfrutta, inquina e violenta la nostra amata vallata io continuerò a non pagare la guardiania, a non stringere nessuna mano macchiata di sangue, io continuerò a non girarmi dall’altro lato al passaggio dei fratelli migranti stipati in furgoni come le bestie e mandate a lavorare nei campi per dieci euro al giorno, io continuerò a portare i bambini di Paternò al fiume nella speranza che l’amore per quel posto possa nascere nei loro cuori affinché non seguano l’esempio dei genitori complici e carnefici di tanto degrado! Io continuerò a segnalare l’assenza delle istituzioni e pretenderò insieme alle associazioni e al coordinamento delle risposte precise in merito alle loro gravi mancanze! Che la valle del Simeto sia un esempio di rinascita. E se ho dimenticato qualcosa segnalatemelo che insieme a voi faremo anche quello!

Intanto il Coordinamento in difesa della Valle del Simeto annuncia per giovedì 18 Luglio alle 17.30 presso Palazzo Alessi a Paternò, una conferenza stampa e un’assemblea pubblica per ribadire il sostegno della collettività ad Emanuele Feltri, per presentare l’appello lanciato dal Coordinamento che al momento raccoglie centinaia di firme da tutta Italia e per richiedere risposte certe e tempi brevi alle istituzioni regionali e nazionali.

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