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La marcia dei 40.000 NO TAV in Val di Susa

Mentre oggi, domenica, i "bipartisan" si riuniscono al calduccio del Lingotto per rilanciare la TAV, ieri, nel freddo sotto zero di Susa, non meno di 20.000 persone hanno sfilato ribadendo la contrarietà al progetto.

La marcia dei 40.000 NO TAV in Val di Susa

Nelle ultime settimane le varie "voci del padrone", compresa La Stampa di Torino, sono state molto attive nel dipingere il movimento NO TAV come debole, esaurito, in perdita di consensi.

Nemmeno Marchionne si è tirato indietro nel ribadire l’interesse e l’appoggio della Fiat al progetto. Certo, si sa, la Fiat appoggia sempre i progetti che non paga di tasca propria! Recentemente Marchionne è giunto a dire che la Fiat non può preoccuparsi dell’occupazione in quanto non è lo Stato. Affermazione di principio che potrebbe essere anche valida ma non se pronunciata da chi, dallo Stato, riceve da 30 anni quote ingenti di denaro tramite Cassa integrazioni di tutti i tipi e sostegni a fondo perduto per aprire fabbriche che ora vengono chiuse. Se il significato della proprietà trova una sua ragion d’essere nei capitali immessi in azienda, da parte del "capitalista", sarebbe interessante far due conti sui capitali di Stato (quindi dei contribuenti Italiani non evasori), immessi dentro la Fiat; ciò ci darebbe un’interessante idea su chi dovrebbe essere il "proprietario" più legittimo della Fiat. Ma questi sono i nostri imprenditori "migliori"; quelli che fanno affari a debito, con i soldi degli altri.
 
Può sembrare fuori luogo quest’argomento, ma non lo è. Basti pensare a quanti, tra i sostenitori della Tav, sono imprenditori di questo tipo. Potremmo, per esempio parlare anche dell’Impregilio e della qualità dei lavori di costruzione di quest’ultima. O del gruppo Marcegaglia e di quanta affinità ha questa bella famiglia con condanne penali.

Questi sarebbero quelli, insieme a politici bipartisan amici, che sostengono le ragioni del "SI" alla TAV, ed accusano gli oppositori di essere retrogradi, di essere contro la modernità, i posti di lavoro, il futuro, etc etc etc.
 
E’ chiaro che la manifestazione di sabato 23 gennaio, dimostra, ce ne fosse stato bisogno, che il fronte NO TAV è vivo, attivo, presente e combattivo più che mai; numericamente forte e ben radicato sul territorio. Detto questo però, occorre rendersi conto, e diventare consapevoli, come lo scontro non sia tra anti moderni e modernisti, bensì tra chi ritiene che "modernità" sia un concetto da ridefinire e chi, recitando mantra neoliberisti, in modo acritico, semina disastri.
 
La storia di questo paese è ricca, purtroppo, di numerosi esempi di disastri annunciati, economici ed ambientali; ogni volta chi annunciava o metteva in guardia dai pericoli evidenti e calcolabili, è stato messo "all’indice", accusato di essere un disfattista, un retrogrado, un anti capitalista, etc etc etc.
 
Possiamo ripercorrere le vicende, che hanno sempre un risvolto drammatico in termine di vite o di perdite economiche, dal Vajont, all’Aquila dell’anno scorso, passando per l’Amianto, agli scandali economici Parmalat, Cirio, Argentina.
Il copione è sempre lo stesso. Chi doveva controllare non ha controllato, oppure chi doveva ascoltare i segnali di perciolo era sordo o troppo impegnato a sentire solo la musica del denaro frusciante nel proprio conto bancario.
 
A disastro avvenuto, la retorica del "non si poteva prevedere", prende il sopravvento e copre le menzogne vendute con la gran cassa per sostenere il progetto.
 
Non esistono "anti modernisti"; esistono sempre più persone che diventano consapevoli dei rischi inevitabili di certe scelte e della loro anti economicità: in termini finanziari, di sicurezza e di salute pubblica. Di più ancora, costoro non sono più disposti a subire il ricatto dei posti di lavoro promessi, perché sanno bene quante altre alternative esistono per creare ricchezza e benessere, nonché lavoro. Ma, queste altre possibilità, non sono favorevoli ai grandi gruppi industriali di riferimento ed ai politici amici (e alle mafie) che ci possono lucrare. Esempi lampanti: TAV, Inceneritori, Expo 2015, il Ponte, il Nucleare.
 
Le argomentazioni "contro" non sono mai frutto di fantasie, bensì di studi ben argomentati di cui si trova ampio riscontro in rete ed in libri pubblicati da studiosi; analisi non riportate nell’informazione ufficiale e che il grande pubblico è costretto ad ignorare.
 
I "pro" hanno origine da formule astratte e predicati liberisti che prevedono la crescita illimitata e utilizzano indici di saturazione anche dove questa non c’è e viene solo supposta teoricamente. La TAV ne è l’esempio più chiaro: è sufficiente esaminare i dati di utilizzo dell’attuale ferrovia ( si veda al fondo dell’articolo il link di riferimenti). Stiamo subendo una crisi mondiale durissima, grazie alla sudditanza del credo liberista ad indici matematici astratti e privi di fondamento e di legame con la realtà (su questo avrò modo di tornare); ma costoro non sono mai sazi di denaro e speculazioni sulle spalle degli altri.
 
Il copione è sempre lo stesso. E’ il denaro pubblico, o meglio il debito pubblico, che finanzia queste opere fini a se stesse, riversando sulle generazioni future i costi e le conseguenze. Quando ci si renderà conto del disastro, gli autori ed i sostenitori non ci saranno più per rispondere delle loro colpe, della loro ottusità, dei loro meschini ed avidi interessi.
 
E’ quando il disastro è già in corso, l’informazione di regime guarda altrove. Quanti conosco oggi i danni provocati dalla costruzione della TAV nel Mugello ?
 
E’ questo che combattono i NO TAV, i Grillini, Il popolo Viola e tutte quelle persone che si rendono conto di vivere in un paese fasullo, dove la menzogna viene spacciata quotidianamente come verità rivelata e, molto poco democraticamente, si evita il confronto chiaro e diretto, ma si esorcizza l’avversario per screditarlo.
 
VI lascio con un link di riferimento della lista civica 5 stelle di Torino che raccoglie una serie di interessanti documenti ed argomentazioni sulla Tav:

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