La legge contro l’omofobia trombata un’altra volta dal Parlamento
Per la seconda volta in due anni, e anche questa volta approvando le pregiudiziali di costituzionalità, l’assemblea di Montecitorio ha affossato la legge contro l’omofobia. Le pregiudiziali questa volta non solo erano dell’Udc, ma anche di Pdl, Lega ed ex Responsabili e sono passate con 293 sì, 250 no e 21 astenuti, tra cui la ministra delle Pari opportunità Mara Carfagna e il ministro Paolo Romani.
Ha votato contro le pregiudiziali di incostituzionalità, insieme a Pd e Idv, anche l’Api di Rutelli. Un provvedimento tormentato su cui inutilmente la deputata Pd Paola Concia aveva fino all’ultimo cercato una mediazione, con due diverse proposte bocciate in successione dalla commissione giustizia della Camera.
Il presidente della Camera Gianfranco Fini è il primo a dirsi stupefatto: «Se fossi stato un semplice deputato avrei votato convintamente contro le pregiudiziali». Continua la redenzione di Fini.
Naturalmente il Pdl rimanda al mittente tutte le accuse: «Non abbiamo alcun atteggiamento omofobo, la nostra posizione di fondo è quella di considerare i gay come dei cittadini uguali agli altri e proprio per questo contestiamo ogni trattamento giuridico specifico e differenziato» dice il capogruppo Fabrizio Cicchitto.
I gay sono talmente uguali a tutti gli altri cittadini che la legge contro l’antisemitismo è già procedura penale da molti anni, una legge contro l’omofobia invece si fa una fatica immonda a identificarla. Però per Cicchitto i gay sono cittadini come gli altri.
Anche tra i pidiellini si alza una voce fuori dal coro. È quella del portavoce Daniele Capezzone che parla apertamente di «un’occasione persa» per la Camera. Ma, puntualizza, «è una mia opinione personale». Ci mancherebbe!
«Questo è l’ultimo oltraggio che una maggioranza fatta da uomini mediocri e di bassissimo profilo umano, politico e culturale ha voluto consapevolmente rivolgere alle persone lgbt e a tutto il Paese. Denunciamo all’Europa e al mondo civile che in Italia esiste un’autentica emergenza democratica». Nulla di ché, è solo il delicato commento del presidente nazionale dell’Arcigay Paolo Patanè.
La legge, per spiegare in poche parole cosa diceva, mirava solamente a introdurre l’aggravante di omofobia nei reati penali. Secondo i sostenitori delle pregiudiziali, la legge avrebbe introdotto una distinzione incostituzionale tra le vittime di violenza omofobica e altre vittime di violenze.
Ribadisco: per l’aggravante razzista nessuno ha preteso il pregiudizio, perché l’aggravante omofobica dovrebbe essere diversa? La legge per qualcuno è un po’ più uguale degli altri.
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