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Romney vince nettamente il primo confronto televisivo con Obama

Romney è sembrato più allenato nei dibattiti, è stato molto più preciso nelle risposte e più reattivo nel complesso generale. Obama ha pagato la mancanza di allenamento e la sindrome dell’incumbent, le aspettative che la gente riversava sul presidente: i dati degli analisti dicono che oltre il 50% degli americani ieri sera scommetteva sulla sua vittoria.

L’anchorman di Msnbc Chris Matthews ha posto una sola domanda agli spettatori della sua rete: «Dov’era ieri sera Obama?». Matthews sintetizza perfettamente il primo confronto pubblico tra i due presidenziali Obama e Romney a Denver, in Colorado, riassumendo il disastro democratico confermato poi dai diversi sondaggi istantanei.

Il primo sondaggio a caldo della Cnn, condotto su elettori di entrambi i partiti e tra gli indipendenti, ha dato nettamente la vittoria a Romney col 67 per cento, mentre solo il 25 ha dato ragione al presidente. Stesso discorso per un altro sondaggio, stavolta rilevato da Cbs, in cui due spettatori su tre danno la vittoria allo sfidante repubblicano.

Se poi andiamo a controllare i numeri nel dettaglio degli interventi, la preoccupazione dello staff presidenziale dovrebbe ulteriormente acuirsi. Sulla sanità (chi gestirebbe meglio la sanità?) 52 a 47 per Romney; sulle tasse 53 a 44; deficit e debito pubblico 57 a 41; visione del governo 54 a 44 sempre e solo a favore di Mitt Romney. Nello specifico gli spettatori vedono Romney più attrezzato ad affrontare la crisi economica, tanto che – sempre secondo i sondaggi fatti un minuto dopo la fine del dibattito - il 35% degli spettatori si era spostato verso la decisione di votare lo sfidante repubblicano, mentre solo il 18% si era avvicinato a Obama.

Adesso bisognerà aspettare i sondaggi nazionali e nei singoli stati per capire quanto realmente Obama ha perso nel primo dibattito televisivo. C’è da dire una cosa però: anche quattro anni fa, nel primo confronto tv con McCain, il presidente aveva malamente perso il dibattito ma era riuscito a riproporsi alla grande negli altri due. La differenza stavolta sta nell’approccio al confronto: Obama ha avuto il suo punto debole nel linguaggio del corpo, è sembrato ingessato e incapace di guardare negli occhi il suo avversario, sempre teso e con gli occhi bassi o a guardare Jim Lehrer, il moderatore della serata, come se stesse guardando l’arbitro in attesa che conti il pugile suonato. Inoltre è parso inefficace nella risposta di getto, cioè quando si deve rispondere efficacemente senza avere il gobbo davanti. A Obama mancava il teleprompter, come diceva ieri sera Bill Maher. E forse è l’analisi più significativa della serata televisiva più nera di Obama.

Di seguito i novanta minuti del dibattito di Denver

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