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La bufala dell’energia nucleare

Le recenti decisioni di costruire centrali nucleari in Italia, sembreno essere dettate da scelte economiche sbagliate, più che da reali esigenze di risparmio, facendoci allontanare dai traguardi della riduzione del 20% di emissioni di gas serra e causando un aumento delle spese che ricadranno sui cittadini di oggi e domani.

“Se c’è una debolezza del capitalismo moderno è la sua fame di energia e di risorse naturali… il risparmio energetico è una nuova fonte di energia“.
Se c’è un motivo etico filosofico per cui posso affermare con assoluta certezza di essere contro la ripresa delle politiche a favore delle energie nucleari, risiede in questa affermazione di Umberto Guidoni. Questo concetto semplice ed illuminante lo ho ascoltato tempo fa ad una conferenza del noto parlamentare, astrofisico ed astronauta italiano il quale ha dissertato su inquinamento, risparmio energetico, energie alternative e nucleare. Finita la conferenza ho fatto una chiacchierata con Guidoni per porgli alcuni quesiti e cercare di capire meglio la bufala nucleare.

La costruzione di centrali nucleari fa aumentare il PIL e crea sviluppo, a vantaggio di pochi, ma non progresso, che è collettivo. A fronte di una crescita sostenibile tutta da verificare, si potrebbe ottenere progresso con una decrescita sostenibile limitando danni economici ed ambientali e ridistribuendo vantaggi ai cittadini in termini di salute, servizi, risparmio.

 

Comunemente si afferma che non possiamo fare a meno del nucleare, tuttavia, secondo una notizia di qualche mese fa e riportata da numerose testate, nel nostro pianeta l’energia prodotta con le tecnologie eoliche ha superato quella prodotta con il nucleare. Come si può notare le cose posso cambiare in qualche caso stanno cambiando.

 

Guidoni è uno scienziato, ma anche un politico. Sfata tanti miti e luoghi comuni che il governo e la destra propongono di continuo come fossero cantilene. Sono molte infatti le verità scientifiche che vengono deliberatamente nascoste. Per esempio non è vero che l’Italia ha bisogno dell’energia nucleare, poiché con questa fonte di energia si produce solo quella elettrica senza risolvere la carenza delle altre fonti di energia. Sulla terra sono 440 le centrali nucleari che producono solo il 6% dell’energia totale ed i suoi costi di manutenzione e smaltimento sono altissimi. I recenti casi francesi di incidenti nucleari sono i campanelli di allarme di una tecnologia che può sfuggire di mano.

 

Con le bollette elettriche, a distanza di 20 anni dalla fine del nucleare in Italia, ancora paghiamo i costi di smantellamento, c’è una voce nel conto, controllate pure. Il nostro governo ci porta sempre ad esempio la Francia, ma non la racconta giusta. Il paese d’oltralpe ha 58 centrali nucleari con cui produce il 78% dell’energia elettrica che in totale corrispondente al 16% del fabbisogno energetico totale di quel paese. Il nucleare è una tecnologia complessa e costosa, ereditata dalla guerra fredda, che risponde molto limitatamente alla fame di energia che è alla base dei forti aumenti del petrolio e del gas. Ci dicono che non è costosa, ma viene occultato che la maggior parte della spesa per il nucleare in Francia non è messa nel bilancio energetico ma in quello militare. I costi di bilancio della politica nucleare francese sono occultati nei costi di bilancio militari! In pratica la Francia ha fatto nei decenni scorsi, e sta facendo, ciò che l’UE ha condannato in Iran.

 

Il governo Berlusconi punta sul nucleare per soddisfare gli interessi delle grandi lobby industriali - e dirottare in quella direzione ingenti finanziamenti pubblici - e non certo quelli dei cittadini che avrebbero molto da guadagnare da politiche volte a incentivare il risparmio energetico e la diffusione delle energie rinnovabili: tecnologie moderne e prive di rischi per l’ambiente e per le persone. Ma l’imperativo è uno, investire in grandi opere per far crescere il prodotto interno lordo, questo ovviamente senza considerare i costi, non solo economici, che cadranno sulle generazioni future.

 

Nel 2007 il Consiglio Europeo ha stabilito che gli stati membri devono raggiungere nel 2020 il traguardo della riduzione del 20% delle emissioni dei gas serra ottenendo un risparmio di 60 miliardi di euro all’anno, aumentando però del 20% l’efficenza energetica. E’ il paradigma del “20, 20, 20”. Solo con l’uso di fonti rinnovabili si può aggiungere questo 20%, percentuale di energia che potrebbe essere prodotta con le energie solare, eolico, da biomasse, geotermica, ecc.

 

A parità di ricchezza l’Unione Europea consuma metà dell’energia consumata negli Stati Uniti, e contribuisce al 15% delle emissioni globali. Nel mondo siamo 6,5 milioni di persone, i calcoli per le riduzioni di emissioni di gas dovrebbero essere fatte pro capite e per questo si dovrebbero uniformare le politiche a livello globale. I maggiori consumatori di energia sono le nostre case, seguiti dai trasporti ed infine dalle industrie.

 

L’Europa dipende per il suo fabbisogno energetico per circa il 50% dalle forniture di energia da paesi terzi, con un costo di circa 240 miliardi di euro all’anno. Il risparmio energetico è il primo passo per alleviare in modo rapido ed efficace la dipendenza europea dalle importazioni.

 

Ad acuire di più la situazione europea c’è il dato allarmante che, se non si agisce subito, nel 2030 il 70% della domanda energetica sarà coperta dall’importazione, facendo aumentare in modo insopportabile la dipendenza dall’estero ed i costi energetici che gravano sul vecchio continente. Per questo c’è bisogno di intervenire tempestivamente, mettendo in campo una politica energetica a livello europeo che, per poter funzionare, deve agire in modo rapido ed efficace sulla domanda, ovvero cercando di limitare i consumi e di aumentarne l’efficienza.

 

Se consideriamo che i consumi per la produzione di energia sono i maggiori responsabili dell’aumento di gas serra, ed aggiungiamo il 20% di riduzione rispetto al 1990, il risparmio raggiunto permetterebbe di ottenere il 50% delle riduzioni di emissioni di CO2 necessarie per rispettare i parametri di Kyoto.

 

La Finlandia sta costruendo una centrale di quarta generazione. Aveva previsto il costo di un miliardo di euro, ma poi si sono accorti che il miliardo era raddoppiato. I responsabili della centrale hanno avvertito che il valore dell’energia che riusciranno a produrre con quella loro centrale non riuscirà a coprire neanche la metà dei costi di fabbricazione ed impianto. Le centrali italiane saranno di terza e non ultima generazione.

 

C’è un altro problema, rilevato nei giorni scorsi dalla stampa. I reattori delle centrali nucleari per funzionare hanno bisogno di uranio arricchito, una sostanza estremamente rara il cui prezzo è aumentato ben sette volte negli ultimi anni, le riserve stanno per finire. Per soddisfare la richiesta di energia totale, si dovrebbero costruire in Italia 60 centrali nucleari di quarta generazione le cui opere non potrebbero terminare prima del 2030, e per quella data nessuno sa se ci sarà ancora uranio impoverito ne quanto costerà. Ma anche senza le centrali nucleari italiane, la corsa al nucleare globale raschierà il fondo delle riserve di uranio entro 15 anni appena! Vale la pena aumentare il PIL ora e buttare il pianete dopo?

 

In conclusione: con la ricetta europea che punta su efficienza energetica e fonti rinnovabili, si potrebbe dimezzare la bolletta energetica entro 2020. Nucleare? No Grazie!

 

PS sul territorio italiano esistono ancora 90 testate nucleari non disarmate ma questo è un altra storia!

Per saperne di più: Kyoto Club - umbertoguidoni.eu - Ambiente.TV

Commenti all'articolo

  • Di astrolab (---.---.---.31) 2 marzo 2009 17:50
    astrolab

    Eccellente, ma io, come cittadino che segue i fatti, anche da lontano, non risiedo in Europa, ho già da tanto tempo compreso il tutto sul Nucleare, basta informarsi.. e mi domando ma perchè gli Italiani permettono cose del genere? In Italia c’è tanto di quel sole e vento che solo costruendo centrali Eoliche e Solari, potremmo soddisfare il bisogno Nazionale e non creare compromessi sbagliati a sfavore degli esseri umani e natura, perchè nessuno fa niete per queste assurdità?
    Vivo in Nuova Zelanda, e uso i pannelli fotovoltaici, come li usavo in South Africa, non ho mai pagato i conti che pago quando vengo in Italia, visto che l’energia mi costa una stecca di sigarette al mese...ma gli Italiani sono diventati tutti scemi??

  • Di astrolab (---.---.---.31) 2 marzo 2009 17:52
    astrolab

    Eccellente, ma io, come cittadino che segue i fatti, anche da lontano, non risiedendo in Europa, ho già , da tanto tempo ,compreso il tutto sul Nucleare, basta informarsi.. e mi domando ma perchè gli Italiani permettono cose del genere? In Italia c’è tanto di quel sole e vento che solo costruendo centrali Eoliche e Solari, potremmo soddisfare il bisogno Nazionale e non creare compromessi sbagliati a sfavore degli esseri umani e natura, perchè nessuno fa niente per queste assurdità?
    Vivo in Nuova Zelanda, e uso i pannelli fotovoltaici, come li usavo in South Africa, non ho mai pagato i conti che pago quando vengo in Italia, visto che l’energia mi costa meno di una stecca di sigarette al mese...ma gli Italiani sono diventati tutti scemi??

  • Di (---.---.---.61) 2 marzo 2009 18:03

    Ma gli ITALIANI.....................NON SI ERANO ESPRESSI CON UN REFERENDUM NEGLI ANNI 80?????
    allora anche i referendum sono una bufala!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

    • Di Marco (---.---.---.125) 2 marzo 2009 20:28

      I referendum, purtroppo, in Italia non valgono piu’.
      Vi ricordate quello sul finanziamento pubblico ai partiti?
      Hanno fatto una legge che, in buona sostanza, ha capovolto la volonta’ del popolo che in questo paese dovrebbe, come in tutte le democrazie del mondo, essere sovrano.
      Quello che piu’ mi sconforta e’ che nessuno sta facendo niente perche’ tutta questa malapolitica abbia fine.
      Anzi...piu’ il livello di qualcuno si abbassa moralmente e piu’ il consenso per quella persona cresce perche’, poverino, e’ un perseguitato.

  • Di mabo (---.---.---.116) 2 marzo 2009 20:34

    Astrolab il problema fondamentale, in Italia, è proprio quello che hai accennato tu, gli Italiani non sanno e se vengono informati, le notizie che ricevono sono distorte dalla necessità di indottrinare una popolazione ormai generalmente acritica come tutte le indagini sulla nostra scuola rivelano.
    Il nostro paese sta subendo un’involuzione imprevedibile e pericolosa, caratterizzata da un notevole aumento dell’analfabetismo di ritorno.
    Un saluto
    Mauro Bonaccorso
    P.S. Complimenti a Duccio per l’articolo
  • Di cecchenario (---.---.---.163) 8 marzo 2009 05:49

    L’Italia ha bisogo di energia, ma quando e a che prezzo?
    Forse non tutti sanno che circa la meta’ dell’energia elettrica prodotta viene PERSA, BUTTATA.
    In primis c’e’ una simpatica conseguenza di una legge della Fisica nota come Effetto Joule, che fa si di trasformare in calore (poi disperso) l’energia che viene "trasmessa" dalle centrali a casa nostra. La seconda causa sono gli sprechi di energia elettrica da apparecchiature "energivore", cioe’ apparecchiature che hanno un bassissimo rendimento rispetto all’energia che si pappano (pensate alla luce prodotta da una lapadina ad incandescenza, ad una vecchia lavatrice, etc.)
    In Italia si parla di costruire centrali, ma ci si dimentica che il solo miglioramento di quello che gia’ c’e’ porterebbe a rendere disponibile una quota di energia pari a quella prodotta da diverse centrali, riducento il contributo all’inquinamento. Basti pensare al solo risparmio che porterebbe l’adozione obbligatoria delle lampadine a basso consumo per uso residenziale e migrare verso le tecnologie a led per l’illuminazione pubblica (semafori, lampioni, advertising) invece che mantenere sul mercato lampade energivore (ad incandescenza, alogene, ecc).
    Cosa fanno i nostri cari governanti ecosostenibili? Forse non tutti sanno che la UE applica da anni dazi del 60% sulle lampade a basso consumo provenienti dalla Cina (paese dove viene prodotta la quasi totalita’ delle lampadine). Risultato, le lampade a basso consumo hanno un costo che non le rende competitive con quelle ad incandescenza e quindi non si vendono. Si potrebbe andare oltre: ci sono politiche legate all’efficientamento energetico, finanziate dalla UE e che in Italia vengono ignorate (i crediti blu e bianchi di energia, per citarne un paio). Le idee ci sono, manca solo un minimo di volonta’ politica per applicarle.
    L’adozione del nucleare rappresenta la foglia di fico che non risolverebbe nel breve il fabbisogno energetico, e soprattutto ad un prezzo favorevole. A chi serve????
    Se la banda del buco che sta al governo ha realmente a cuore i destini dell’energia dello stivale, ha il dovere di favorire la ricerca e lo sviluppo orientata al miglioramento delle energie rinnovabili, all’efficientamento energetico, alla crescita cultrale della coscienza energetica: questa e’ la sfida per i prossimi anni ma la gerontocrazia che tira le fila in Italia guarda ad altro.

  • Di Renzo Riva (---.---.---.35) 8 marzo 2009 20:30

    La vera bufala è la seguente di duccio blog:

    Comunemente si afferma che non possiamo fare a meno del nucleare, tuttavia, secondo una notizia di qualche mese fa e riportata da numerose testate, nel nostro pianeta l’energia prodotta con le tecnologie eoliche ha superato quella prodotta con il nucleare. Come si può notare le cose posso cambiare in qualche caso stanno cambiando.

    Anno 2007 valori in TWh

    Produzione eolica mondiale _________169,3 TWh

    Produzione nucleare mondiale______2.735,4 TWh

    http://www.energies-renouvelables.org/observ-er/html/inventaire/pdf/Chapitre01FR.pdf

     

    http://www.agoravox.it/I-nuovi-siti-nucleari.html

    Scrive
    di checco , 3 gennaio 20:04 I nuovi siti nucleari
    Mi sembra ingiusto che solo campania, emilia romagna, lazio e piemonte, tra le grandi regioni debbano ospitarne.

    Il tuo dire è parzialmente corretto.
    Posso dire che la carta dei siti redatta alla fine degli anni ’70 dallo CNEN (Comitato Nazionale per l’ Energia Nucleare) e che certo l’ENEA originario (Ente Nazionale Energia Atomica) conosceva, tant’è vero che i siti dove l’ENEL costruì le centrali in Italia ne teneva conto, includeva pure Lombardia (parte più a Sud-Est), Veneto (zona Eraclea e estuario del Polesine), Friuli (asta del tagliamento da Dignano fino al mare e fascia litorale da Caorle fino a Monfalcone) ecc.

    Le regioni escluse sono: Aosta, Trentino Alto Agige, Liguria, Umbria, Marche, Abruzzo.

    Chi desidera ricevere il seguente documento solamente accennato nel titolo scriva o telefoni a:

    Renzo Riva
    Via Avilla, 12/2
    33030 Buja - UD

    [email protected]

    349.3464656
     

    Doc. DISP (79) 7 COMITATO NAZIONALE PER L’ENERGIA NUCLEARE

    DIREZIONE SICUREZZA NUCLEARE E PROTEZIONE SANITARIA
     

     

    CARTA DEI SITI

     

    (art. 23, legge 2 agosto 1975, n. 393)
     

     

    Relazione

     

    Roma, settembre 1979

    Edito dall’ENEA, Direzione Centrale Relazioni,

    Viale Regina Margherita 25, Roma, Stampa Arti Grafiche S. Marcello, Roma
     

  • Di Renzo Riva (---.---.---.105) 14 giugno 2009 23:44

    Il Sole è gratis? Allora dico anche la Terra!
    Scoprirete al seguente collegamento, dove potete scaricare
    VERDI FUORI, ROSSI DENTRO - L’inganno ambientalista
    questo sì "gratis,
    che le cosiddette "energie alternative" non hanno neanche il pregio di essere integrative

    http://www.freefoundation.it/libri/Verdi_fuori_Rossi_dentro.pdf

    Ecco il testo di un mio scritto pubblicato sul Messagero Veneto nel fascicolo "Messaggero di Udine", sabato 13 Giugno 2009 nella rubrica "In Primo Piano" alla pagina della posta dei lettori.
     

    Mercoledì 10 Giugno 2009, ho assistito alla conferenza, indetta al Castello di Udine, di Mr. Mark Hopkins presentato come esperto in efficienza energetica, accompagnato dal console Usa in Italia per gli affari politici e economici Mr. Benjamin Wohlaurer.

    Devo riportare quanto scritto dal prof. Franco Battaglia per dire quando una fonte energetica è utile agli usi che l’uomo ne fa per la produzione di beni e servizi che generano la cosiddetta società del benessere.

    Una qualsiasi fonte che possiede anche solo uno dei seguenti requisiti:

    1) Diluita nel tempo

    2) Diluita nella spazio

    3) Intermittente

    4) Inaffidabile


    è inutilizzabile per le esigenze umane.

    Caso forse unico la fonte fotovoltaica le possiede contemporaneamente tutte e pertanto è squalificato il suo utilizzo per gli usi comuni; ciò non vuol dire che possa trovare applicazioni marginali nei mercati di nicchia cioè dove non arriva la cablatura elettrica.

    Caso strano invece la legna da ardere che fra le fonti è quella che dà una potenza specifica di solo 0,1 W/mq che insieme all’idroelettrico sono le uniche fonti che corrispondono alle necessità umane.

    Elenco la potenza specifica di ciascuna altra fonte rinnovabile in W/mq: solare termico 80, solare fotovoltaico 20, solare termoelettrico 10, eolico 2, idroelettrico 1, biocarburanti 0,05.

    Purtroppo per le anime belle Verdastre l’energia del sole è l’energia del passato quando sulla terra esistevano gli schiavi come fonte di energia meccanica; oggi nel Mondo le fonti rinnovabili danno lo 8% del totale dell’energia consumata dall’intera umanità ed è destinata ridursi sempre più; il consumo di legna da ardere è la seconda parte rilevante della fonte solare utilizzata, la prima è l’idroelettrico.

    Dopo aver installato 13 GW di FV al costo stratosferico di circa 600÷700 miliardi di Euri, sa il lettore quanta potenza di impianti di produzione tradizionali oggi operanti si potranno chiudere?


    Al massimo 2÷3 GW perché gli impianti tradizionali devono essere tenuti in caldo come riserva per quando il Sole non brilla ed il Vento non soffia.

    Per quanto riguarda la regione Friùli-VG, ammesso e non concesso che possa raggiungere il 25% del fabbisogno energetico con fonti rinnovabili sapete dirmi il restante 75% con cosa lo produrremo?

    Va sé: tutti gli asini cascano su queste due domande di cui dò le relative risposte.

    Che poi si approfitti dei rivoli di spesa improduttiva dirottati dal livello centrale alla nostra Regione, per far fare affari alle banche, liberi professionisti, commercianti, installatori e altri (una forma di CIG alle libere professioni) non mi straccerei le vesti, l’importante è essere consapevoli che anche noi stiamo seguendo la scia delle regioni additate al ludibrio nazionale dalla nuova politica leghista federale.

    Anzi, ho invitato gli imprenditori presenti ieri al convegno ad intercettare tutti i finanziamenti improduttivi detti sopra che possono mantenere in vita ancora qualche posto di lavoro senza porsi problemi di sconvenienza sociale che a loro non competono bensì competono solo al personale politico che se ne rende responsabile.

    Penso che dietro a tutto questo ci siano le lobby del petrolio e del fotovoltaico.

    Alla fine, e nonostante tutti gli sforzi per migliorare l’efficienza dei sistemi ed eliminare gli sprechi, non potremo fare altro che i consumi d’energia inesorabilmente aumenteranno pena altrimenti la stessa democrazia per come la conosciamo oggi: homo homini lupus.

    Altrimenti bisogna che 6 miliardi d’individui presenti oggi sulla Terra tolgano il disturbo per permettere agli altri di vivere con la sola energia solare come fu dalla notte dei tempi e fino all’inizio dell’era industriale scordandosi al contempo la società odierna del benessere.

    Mandi,
    Renzo Riva
    Via Avilla, 12/2
    33030 Buja - UD

    349.3464656
    [email protected]

  • Di Massimo Penitenti (---.---.---.119) 2 settembre 2010 00:00

    E’ molto importante, per essere credibili e per non commettere i medesimi errori di questo governo, riportare dati esatti il più possibile.

    Non si possono prendere in esame i parametri di Kioto quando ci fa comodo: proprio a Kioto si è deciso che i paesi in eccesso di co2, possono comprare le quote dei paesi in credito. La Francia lo sa benissimo, infatti estrae uranio nel Niger, paese in grande credito per le quote di co2, facendo così abbassare le proprie quote, addirittura con questo tipo di computo fa credere che il nucleare non ne produce, cosa vera solo in parte, cioè nella parte che contempla la fase di produzione di energia elettrica, tutte le altre componenti la filiera nucleareproducono co2 in grande quantità.

    La centrale di Olkiluoto aveva un costo di partenza di 3,5 miliardi di euro, negli anni passati dall’inizio dei lavori il costo si è incrementato del 70%, costo destinato a crescere in quanto è stata rimandata l’accensione della macchina, per ora, di altri 2 anni circa.

    Le centrali che dovremmo comprare dalla Francia sono progettate con reattori EPR di terza generazione, come per la centrale di Olkiluoto e di Flamville in Normandia, con alcuni accorgimenti tecnologici atti a cercare di raggiungere i target di sicurezza richiesti oggi e non previsti nei progetti originali, questa è infatti la causa maggiore dell’aumento dei costi e del ritardo nell’accensione di questi impianti.

    Le centrali ultime non necessitano necessariamente di uranio arricchito, infatti quelle di progetto canadese, ad esempio, funzionano a uranio u235 non arricchito ma vengono moderate ad acqua pesante, altre funzionano con MOX, un carburante misto composto da uranio e da plutonio, che è un derivato dell’uranio non esistente in natura, prodotto di scarto dell’uranio stesso e con periodi di decadenza di gran lunga superiori.

    Le centrali di quarta generazione non esistono e nemmeno sono in progetto, sono solamente ipotizzate, fra trent’anni si pensa che sarà pronto il progetto della prima, per l’entrata in funzione i tempi sono molto più lunghi.

    Purtroppo i tempi per ottenere uranio ai prezzi più o meno corrispondenti a quelli attuali è di circa 80 anni, se si pensa che la tecnologia avanza sempre, si può ragionevolmente pensare che nei prossimi trent’anni si potranno raggiungere giacimenti per ora considerati antieconomici, figuriamo nell’arco di tempo di 80 anni ed in più, proprio l’utilizzo delle centrali di quarta generazione può aumentare di innumerevoli volte questa quota temporale in quanto la loro peculiarità sta proprio nella capacità di utilizzare materiali ora considerati di scarto e di poco valore energetico quali addirittura l’uranio depleto.

    Per quanto riguarda la quota compresa nella nostra bolletta, inserita all’inizio del nostro viaggio nel nucleare, doveva servire proprio alla decomissioning e seguente bonifica dei siti, lavoro per il quale è stata istituita una società ad-hoc, la Sogin. Questa azienda è già stata commissariati per gli sprechi in denaro effettuati in cambio di lavori in grande ritardo sulla tabella di marcia in tutte e quattro le centrali, aihme! costruite in Italia. Per farmi meglio comprendere ti lancio una lettera aperta realizzata dal comitato antinucleare garigliano, portando a testimonianza ciò che succede nel sito della centrale del garigliano.

    http://comitatoantinuclearegariglia...

    Per quanto riguarda, invece, i veri costi del nucleare, ti invito a leggere l’articolo

    http://comitatoantinuclearegariglia...

    che abbiamo scritto con la supervisione di Guido Cosenza, studioso dell’università di Napoli che ho il grande onore di conoscere.

    http://www.google.it/#q=guido+cosen...

    Un abbraccio

    Max

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