E’ molto importante, per
essere credibili e per non commettere i medesimi errori di questo governo,
riportare dati esatti il più possibile.
Non si possono prendere
in esame i parametri di Kioto quando ci fa comodo: proprio a Kioto si è deciso
che i paesi in eccesso di co2, possono comprare le quote dei paesi in credito. La Francia lo sa benissimo,
infatti estrae uranio nel Niger, paese in grande credito per le quote di co2,
facendo così abbassare le proprie quote, addirittura con questo tipo di computo
fa credere che il nucleare non ne produce, cosa vera solo in parte, cioè nella
parte che contempla la fase di produzione di energia elettrica, tutte le altre
componenti la filiera nucleareproducono co2 in grande quantità.
La centrale di Olkiluoto
aveva un costo di partenza di 3,5 miliardi di euro, negli anni passati
dall’inizio dei lavori il costo si è incrementato del 70%, costo destinato a
crescere in quanto è stata rimandata l’accensione della macchina, per ora, di
altri 2 anni circa.
Le centrali che dovremmo
comprare dalla Francia sono progettate con reattori EPR di terza generazione,
come per la centrale di Olkiluoto e di Flamville in Normandia, con alcuni
accorgimenti tecnologici atti a cercare di raggiungere i target di sicurezza
richiesti oggi e non previsti nei progetti originali, questa è infatti la causa
maggiore dell’aumento dei costi e del ritardo nell’accensione di questi
impianti.
Le centrali ultime non
necessitano necessariamente di uranio arricchito, infatti quelle di progetto
canadese, ad esempio, funzionano a uranio u235 non arricchito ma vengono
moderate ad acqua pesante, altre funzionano con MOX, un carburante misto
composto da uranio e da plutonio, che è un derivato dell’uranio non esistente
in natura, prodotto di scarto dell’uranio stesso e con periodi di decadenza di
gran lunga superiori.
Le centrali di quarta
generazione non esistono e nemmeno sono in progetto, sono solamente ipotizzate,
fra trent’anni si pensa che sarà pronto il progetto della prima, per l’entrata
in funzione i tempi sono molto più lunghi.
Purtroppo i tempi per
ottenere uranio ai prezzi più o meno corrispondenti a quelli attuali è di circa
80 anni, se si pensa che la tecnologia avanza sempre, si può ragionevolmente
pensare che nei prossimi trent’anni si potranno raggiungere giacimenti per ora
considerati antieconomici, figuriamo nell’arco di tempo di 80 anni ed in più,
proprio l’utilizzo delle centrali di quarta generazione può aumentare di
innumerevoli volte questa quota temporale in quanto la loro peculiarità sta
proprio nella capacità di utilizzare materiali ora considerati di scarto e di
poco valore energetico quali addirittura l’uranio depleto.
Per quanto riguarda la
quota compresa nella nostra bolletta, inserita all’inizio del nostro viaggio
nel nucleare, doveva servire proprio alla decomissioning e seguente bonifica
dei siti, lavoro per il quale è stata istituita una società ad-hoc, la Sogin. Questa
azienda è già stata commissariati per gli sprechi in denaro effettuati in
cambio di lavori in grande ritardo sulla tabella di marcia in tutte e quattro
le centrali, aihme! costruite in Italia. Per farmi meglio comprendere ti lancio
una lettera aperta realizzata dal comitato antinucleare garigliano, portando a
testimonianza ciò che succede nel sito della centrale del garigliano.
http://comitatoantinuclearegariglia...
Per quanto riguarda,
invece, i veri costi del nucleare, ti invito a leggere l’articolo
http://comitatoantinuclearegariglia...
che abbiamo scritto con
la supervisione di Guido Cosenza, studioso dell’università di Napoli che ho il
grande onore di conoscere.
http://www.google.it/#q=guido+cosen...
Un abbraccio
Max