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L’informazione di regime: Gaia Tortora

Ancora una volta l’informazione italiana mostra le sue crepe ed il modo subdolo per ingannare i cittadini.

L’ennesimo esempio illuminante è la puntata di Omnibus mattina su La 7 del 2 febbraio.

Ospiti in studio: il sociologo Nando Dalla Chiesa, i giornalisti Antonio Padellaro, Maria Latella, Franco Bechis, Fabrizio Rondolino e Oscar Giannino. Conduce Gaia Tortora.

Si parte dalla tragedia di Nettuno e ovviamente si spazia dall’economia alla politica di casa nostra.

Ad un certo punto la conduttrice del dibattito si rivolge a Nando Dalla Chiesa con queste parole:
"Lei prima faceva un ragionamento anche sul ruolo della politica, sul non-ruolo, e aggiungo io, visto che parliamo anche di esempi, di vuoti da colmare, di come si colmano, c’è una violenza di fatto, una violenza che vediamo e di cui stiamo parlando questa mattina, che è la violenza di Guidonia, lo stupro, di Nettuno, e c’è la violenza vebale che accende qualche volta il dibattito politico... nei giorni scorsi c’è stata la manifestazione di Antonio Di Pietro a piazza Farnese a Roma, ci sono state moltissime polemiche, Di Pietro ha usato toni forti nei confronti del Capo dello Stato, ha detto è silente sulla questione della giustizia e il silenzio è mafioso, poi lui ha detto che è stato frainteso, che non voleva dire quello, ma insomma poi, il dibattito e le polemiche le avete lette e viste dappertutto..."

Infine, dopo questa edificante premessa, la domanda: "quello che linguaggio è secondo lei"?

La giornalista Gaia Tortora riesce a racchiudere una serie di menzogne in poche parole: ancora una volta si collega la frase sul silenzio di Di Pietro al silenzio di Napolitano, parla di "toni forti" e "violenza verbale" riferendosi a un discorso, sicuramente deciso, ma pieno di buon senso e ragionamenti semplici.



Ha in pratica associato la violenza di Guidonia e Nettuno alla violenza (verbale) di piazza Farnese, in un calderone assolutamente fuori da ogni logica e al limite del "ridicolo". In pratica Di Pietro non sarebbe un buon esempio per la politica ed i giovani per la sua "violenza di linguaggio"?

Ma come si può affermare questo in una trasmissione giornalistica di prima mattina con milioni di telespettatori?

E’ stata comprensibile la reazione un pò perlpessa di Dalla Chiesa, che pure ha difeso Napolitano e non si è trovato completamente d’accordo con il discorso del leader Idv.

Non contenta, durante la trasmissione la signora Gaia Tortora ha rincarato la dose, con domande accompagnate da affermazioni del tipo "le intercettazioni costano troppo".

Un vero spot per il governo, nascosto tra i commenti di un fatto di cronaca. Una tragedia umana come mezzo per una campagna di addolcimento del clima di opinione in vista della nuova devastante riforma della giustizia.

Sulle intercettazioni è bene approfondire in un’altra occasione. Possiamo capire lo sgomento e le rivalse che la conduttrice di La7 può serbare nei confronti di un politico come Di Pietro e della magistratura in generale, considerando la drammatica storia del padre Enzo.

Ma questo non giustifica affatto la disinformazione di regime, accompagnata in questa occasione dal volto gradevole e "rassicurante" di Gaia Tortora, che trova nuovi inquetanti modi di affermarsi e di inquinare la conoscenza dei fatti.

I video della puntata di Omnibus del 02/02/09

Commenti all'articolo

  • Di piero (---.---.---.95) 4 febbraio 2009 19:14

    Ho visto la trasmissione,tutto vero quanto riportato.Sono rimasto male dalla risposta di Nando Dalla Chiesa,il quale pur restando in imbarazzo ed essendo parte in causa nella manifestazione a favore dei familiari vittime della mafia,non ha trovato che rispondere come ha risposto evitando per esempio di accennare all’intervento di Salvatore Borsellino che ha parlato in quella manifestazione e COME ha parlato.Per l’atteggiamento della giornalista,penso che faccia un grande errore a sostenere l’azione del governo che sta portanto ad annichilire certa magistratura , forse a favore di quella che ha sbagliato nei confronti del padre.

    • Di Elia Banelli (---.---.---.59) 5 febbraio 2009 10:48
      Elia Banelli

      Caro Piero, anche io sono rimasto molto male per il comportamento di Dalla Chiesa, che è sembrato troppo timido ed equidistante dalle accuse false e dalla disinformazione dilagante.
      Azzarderei, è solo un opinione personale, che Nando ha tanti pregi, per cui lo stimo e ammiro, ma è viziato dal peccato originale: essersi intruppato nel Pd.

  • Di Daniele (---.---.---.128) 5 febbraio 2009 09:38

    E’ così che fanno informazione in Italia, mettono davanti agl’occhi della gente delle vicende per cui si arrabbiano e si in.....no e dopo si mette a parlare della manifestazione di Di Pietro, così facendo la gente associa le proprie emozioni negative riferendole a Di Pietro e quando le persone che hanno seguito la trasmissiono saranno nell’urna a votare appena vedranno il nome di Di Pietro molti non lo voteranno per le loro emozioni dovute a fatti in cui non centra nulla. Questa è psicologia che usano per raccimolare 1000 10000 voti in più? ma a volte sono determinanti.

    E poi come si fa a riassumere un discorso complesso in quattro dico quattro parole.

    Non credevo di dirlo ma ha ragione Berlusconi quando dice che estrappolando una frase dal suo contesto a questa frase gli si da il significato che si vuole.

    Per fortuna che abbiamo la rete e possiamo verificare le notizzie come vogliamo, che poi in rete le notizie per la maggior parte le devi leggere, e lette e sentite dire non è la stessa cosa, infatti nel secondo caso ci si applica più attenzione e concentrazione così ci porta a capire meglio e a ragionare sulle parole.

    Daniele

  • Di (---.---.---.245) 5 febbraio 2009 13:29

    Buongiorno Elia,
    spero di non disturbare troppo le vostre conversazioni ma se permettete avrei anche io qualche cosa da dire visto che quella puntata l’ho condotta.Che l’informazione italiana mostri delle crepe credo che sia argomento assolutamente condivisibile ma che "esempio illuminante" ne sia addirittura la puntata di Omnibus da me condotta mi pare francamente esagerato.Ho letto con attenzione il testo da te riportato, ed estrapolato da un ragionamento di piu’ largo respiro,che tra l’altro era partito dall’inizio della trasmissione e non nel momento in cui mi sono rivolta a Dalla Chiesa.Lungi da me riportare menzogne o produrre una informazione di regime (evidentemente mi conosci molto poco e molto poco mi segui in Omnibus)non ti è venuto però il piu’ semplice dei dubbi, il più banale,il più elementare?E se semplicemente mi fossi espressa male?Può capitare sai, basta saperlo ammettere.Nessun attentato alla democrazia,nessun complotto del Cavaliere mascherato ( da Gaia Tortora in questo caso) semplicemente magari ho posto in maniera poco chiara una domanda.Può capitare,sono abituata a mettermi sempre in discussione (ma non subito sulla graticola come ad alcuni piace).Detto questo ancora un paio di considerazioni:non ho associato la violenza di guidonia e nettuno alla violenza di piazza farnese.Ho troppo rispetto della sofferenza vera per farlo.Non mi piace,questo sì, il livore e la "violenza" di un certo linguaggio,anche politico,che sopratutto di questi tempi non fa bene a nessuno.E se permetti ho tutto il diritto di dirlo o di pensarlo. Noi tutti abbiamo delle responsabilità,tutti,nessuno escluso.Anche tu che mi hai crocefisso senza neanche farti la più semplice delle domande.Più facile pensare fossi una serva del regime.Mi spiace deluderti.Ancora una cosa :prima di parlare della vicenda di mio padre e di esprimere giudizi su fantomatiche mie "rivalse" nei confronti della magistratura informati meglio. E rifletti prima di scrivere. Anche questa è violenza.
    Cordialmente
    Gaia Tortora

    • Di Elia Banelli (---.---.---.59) 5 febbraio 2009 15:33
      Elia Banelli

      Ringrazio Gaia Tortora per la risposta. La inviterei, se è disponibile, a scrivere un articolo per approfondire le sue smentite.
      Preannuncio che seguo spesso Omnibus mattina e che la giudico nel complesso una buona trasmissione, anche se confermo i dubbi e le perplessità circa la puntata del 2 febbraio.
      Come vede la rete e in particolare Agoravox ci permette di avere la massima trasparenza e grazie al sito di La7 è stato possibile rivedere il video della puntata, da cui ho estratto il discorso.
      Ho usato le sue parole per esprimere una critica personale su un certo modo di fare giornalismo.
      Conosco i tempi televisivi anche perchè ci lavoro e comprendo che non è sempre possibile approfondire gli argomenti e che spesso si è costretti a "semplificare" e inseguire ritmi sostenuti.
      Però le parole sono importanti e chi conduce una trasmissione vista da milioni di telespettatori deve mettere in conto il "messaggio" che arriva a destinazione.
      L’accostamento delle violenze di Nettuno e Guidonia alla violenza verbale di piazza Farnese può essere stato involontario, o come lei ha scritto un espressione sbagliata, ma è fondamentale chiarire questo punto.
      Io non ho dato per scontato che lei volesse veramente collegare i due aspetti, ma per chi ha ascoltato le sue parole il significato era quello. Inequivocabile.
      Mi fa piacere, soprattutto per il pubblico, che lei ha avuto l’accortezza di rispondermi nel merito.
      E’ vero, non la conosco di persona, e potrei aver esagerato sull’accostamento della sua figura professionale all’informazione di regime. Spero anzi di essermi sbagliato del tutto. Però viviamo in tempi difficili per i media italiani, che a mio avviso stanno perdendo sempre più di credibilità e il modo in cui è stata raccontata piazza Navona e dopo piazza Farnese è semplicemente scandaloso. Per cui quando per l’ennesima volta si affrontano argomenti delicati in questo modo, come cittadino si avverte una forte indignazione.
      Lei ha anche aggiunto nel corso di una domanda "le intercettazioni costano troppo".
      Bene, ci sono molti articoli e inchieste che possono smentire questa tesi.
      La inviterei, come semplice telespettatore e cittadino, a dedicare una trasmissione di Omnibus alla questione intercettazioni invitando però giornalisti che hanno molto da dire su questo: non solo Gianni Barbacetto, che stimo moltissimo, ma anche Peter Gomez, Marco Travaglio, Luigi Ferrarella, e perchè no Giancarlo Caselli o Antonio Ingroia.
      Sono sicuro che renderebbe un grande servizio all’informazione televisiva italiana, così appiattita e "bugiarda" . Infine chiudo per esprimere il mio profondo rispetto per la figura di suo padre e per la terribile storia che ha subito. Ho voluto nominarlo però per ricordare, come in troppe occasioni, quella brutta storia di giustizia italiana funga da "capro espiatorio" per riforme e leggi liberticide che distruggono il lavoro della magistratura.
      La ringrazio e spero di poter tornare a discutere con lei di questi argomenti.

      Buona serata.

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