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Commento di Elia Banelli

su L'informazione di regime: Gaia Tortora


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Elia Banelli Elia Banelli 5 febbraio 2009 15:33

Ringrazio Gaia Tortora per la risposta. La inviterei, se è disponibile, a scrivere un articolo per approfondire le sue smentite.
Preannuncio che seguo spesso Omnibus mattina e che la giudico nel complesso una buona trasmissione, anche se confermo i dubbi e le perplessità circa la puntata del 2 febbraio.
Come vede la rete e in particolare Agoravox ci permette di avere la massima trasparenza e grazie al sito di La7 è stato possibile rivedere il video della puntata, da cui ho estratto il discorso.
Ho usato le sue parole per esprimere una critica personale su un certo modo di fare giornalismo.
Conosco i tempi televisivi anche perchè ci lavoro e comprendo che non è sempre possibile approfondire gli argomenti e che spesso si è costretti a "semplificare" e inseguire ritmi sostenuti.
Però le parole sono importanti e chi conduce una trasmissione vista da milioni di telespettatori deve mettere in conto il "messaggio" che arriva a destinazione.
L’accostamento delle violenze di Nettuno e Guidonia alla violenza verbale di piazza Farnese può essere stato involontario, o come lei ha scritto un espressione sbagliata, ma è fondamentale chiarire questo punto.
Io non ho dato per scontato che lei volesse veramente collegare i due aspetti, ma per chi ha ascoltato le sue parole il significato era quello. Inequivocabile.
Mi fa piacere, soprattutto per il pubblico, che lei ha avuto l’accortezza di rispondermi nel merito.
E’ vero, non la conosco di persona, e potrei aver esagerato sull’accostamento della sua figura professionale all’informazione di regime. Spero anzi di essermi sbagliato del tutto. Però viviamo in tempi difficili per i media italiani, che a mio avviso stanno perdendo sempre più di credibilità e il modo in cui è stata raccontata piazza Navona e dopo piazza Farnese è semplicemente scandaloso. Per cui quando per l’ennesima volta si affrontano argomenti delicati in questo modo, come cittadino si avverte una forte indignazione.
Lei ha anche aggiunto nel corso di una domanda "le intercettazioni costano troppo".
Bene, ci sono molti articoli e inchieste che possono smentire questa tesi.
La inviterei, come semplice telespettatore e cittadino, a dedicare una trasmissione di Omnibus alla questione intercettazioni invitando però giornalisti che hanno molto da dire su questo: non solo Gianni Barbacetto, che stimo moltissimo, ma anche Peter Gomez, Marco Travaglio, Luigi Ferrarella, e perchè no Giancarlo Caselli o Antonio Ingroia.
Sono sicuro che renderebbe un grande servizio all’informazione televisiva italiana, così appiattita e "bugiarda" . Infine chiudo per esprimere il mio profondo rispetto per la figura di suo padre e per la terribile storia che ha subito. Ho voluto nominarlo però per ricordare, come in troppe occasioni, quella brutta storia di giustizia italiana funga da "capro espiatorio" per riforme e leggi liberticide che distruggono il lavoro della magistratura.
La ringrazio e spero di poter tornare a discutere con lei di questi argomenti.

Buona serata.


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