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L’Italia non dovrà comprare gli F-35

Pare proprio che il progetto del caccia americano F-35 sia destinato a finire nel vicolo cieco di un ripensamento del Congresso, che già pochi mesi fa aveva cancellato il progetto di un secondo propulsore per lo stesso aereo.

Il crescere dei costi per la sua costruzione e l'inutilità tattica di un aereo del genere ne sta determinando la soppressione, come già accaduto con lo F-22 Raptor, il miglior aereo mai costruito, tanto buono da essere inutile per mancanza d'avversari all'altezza. Pensionato anzitempo così come il bombardiere invisibile B-2, che alla fine non era neppure così invisibile. Un po' lo stesso destino dello F-35, che ormai è arrivato a costare più di cento milioni di dollari a pezzo, un po' troppo per un oggetto di grande inutiilità pratica e dall'oneroso contratto di manutenzione, superiore di un terzo a quello di un F-16; non male per un mezzo che doveva essere economico e consentire grandi risparmi. 

Sullo F-35 pesano anche gli enormi ritardi del progetto e alcuni dati negativi sul fronte delle prestazioni, come quello sull'autonomia di volo, che recentemente il Pentagono ha misurato in appena l'85% del minimo richiesto dalle specifiche di progetto. Si è anche dovuto rimediare a un grave difetto strutturale, mentre i progettisti sono ancora alla prese con problemi di software, che deriva da quello instabile dello F-22, sviluppato in un codice tre volte più lungo e ancora meno affidabile.

Un aereo "multiruolo" che alla fine non eccelle in nessuno dei ruoli, per lo più a causa del raddoppio della massa reso necessario dalla cura dell'invisibilità. Il problema degli ultimi progetti di punta del settore bellico aeronautico americano è che sono sistemi d'arma concepiti per imporre la superiorità aerea a nemici che non esistono, da parte di una potenza la cui superiorità aerea è già indiscussa. Non c'è nessun paese in grado di produrre aerei in grado di competere con quelli, molto meno sofisticati e costosi di quelli cassati, già in uso all'aviazione americana o europea. Non c'è nessun paese in grado di schierare una forza aerea significativa per numero e qualità. Nemmeno quel che resta dell'aviazione militare russa è una minaccia, mentre la Cina è arrivata ora a produrre un aereo che, per quanto relativamente moderno, è considerato in ritardo di una trentina d'anni sulla tecnologia già schierata dagli Stati Uniti. Senza considerare che solo gli Stati Uniti sono in grado di dispiegare aerei ovunque nel mondo e gli unici a possedere una flotta di portaerei a propulsione nucleare.

Di più: non c'è nessun paese tranne la Russia che abbia a disposizione aerei da guerra decenti che non siano prodotti negli Stati Uniti e sono pochissimi anche quelli che hanno sistemi antiaerei in grado d'abbattere gli aerei americani visibili, considerazione che rende inutile la costosissima "invisibilità" che altro non è che una minore visibilità ai radar meno moderni. L'avvento della guerra dei droni ha poi dato il colpo di grazia a progetti del genere, che l'Italia ha sottoscritto solo come plateale tangente offerta in cambio della benevolenza di Washington verso il noto premier, amico di tutti spendendo i soldi degli italiani. La corsa agli armamenti è finita e nemmeno "la minaccia islamica" giustifica programmi da fantascienza come la difesa spaziale o i caccia invisibili. Tutta roba che costa un botto e che è tatticamente surclassata dai droni, che non mettono a rischio i "piloti" seduti davanti alle loro console in Nevada, l'addestramento dei quali costa una frazione di quello dei top gun che devono condurre i mostri da fantascienza. Mostri che costano ciascuno come decine di droni e che non sono altrettanto utili per l'attacco al suolo, per il controllo del territorio e il sostegno alle truppe dispiegate sul campo di battaglia. Un deciso cambio di strategia si rende necessario per il warfare aereo statunitense, la AC 130superiorità aerea è un dato acquisito e le necessità della guerra asimmetrica non sono quelle che richiedono il dispiegamento di migliaia di aerei avanzatissimi. Da decenni ormai gli Stati Uniti non progettano più aerei da attacco al suolo, specialità affidata agli elicotteri e ai vecchi Ac-130, le "cannoniere" aeree, e agli A-10, che alla fine sono stati gli aerei più utili tra quelli nella flotta aerea statunitense, in tutti gli interventi bellici americani dell'ultimo decennio. Più efficaci e molto meno costosi degli F-35, che ora il Congresso americano sembra aver deciso di terminare in nome del risparmio e di scelte strategiche diverse.

Per una volta possiamo ringraziare il Congresso americano per averci risparmiato una spesa assurda e insensata, anche se in origine ci era stata imposta proprio dalla complicità tra Bush e Berlusconi. Qualche decina di miliardi di dollari che ora potranno essere spesi altrove, magari non in inutili aerei da guerra.

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