• AgoraVox su Twitter
  • RSS
  • Agoravox Mobile

 Home page > Tribuna Libera > Il merito e il comunismo

Il merito e il comunismo

Non mi ritengo comunista. In passato ho spesso pensato di esserlo, ma dopo una lettura spassionata del Manifesto del Partito Comunista e altri saggi sono arrivato a diverse conclusioni che mi rendono parzialmente avverso all’ideologia teorizzata da Marx.

Una delle mie perplessità è appunto quella del merito.
Karl Marx, nella frase: “Da ognuno secondo le proprie capacità, a ognuno secondo i propri bisogni” rimane assai vago su un problema. È il problema del soggetto e della soggettività. Le parole “capacità e bisogno” sono relative, peculiari per ogni diverso essere umano. Dunque: abbiamo tutti le medesime capacità? Un uomo di 70 anni ha le stesse capacità di uno di 30? Abbiamo tutti gli stessi bisogni? Un uomo di 70 anni ha gli stessi bisogni di uno di 30?
Credo che un altro problema che fu smarrito nell’edificazione di una rotta verso il comunismo sia quello della diversità. Nelle società comuniste e socialiste si è cercato in ogni modo di omologare l’uomo, come la citazione di Marx sopra enunciata dimostra. Non si è agito per tutelare l’uguaglianza nel senso politico e sociale del termine, ovvero garanzia di libertà, di diritti, di giustizia: si ha invece intrapreso un continuo appiattimento del genere umano, incollando addosso a persone radicalmente differenti una divisa senza indugiare nell’utilizzo ossessivo della violenza.
L’uomo è un essere che ha pari libertà, ha pari diritti, ma nella primordiale e fondamentale garanzia della sua natura di essere diverso.

Chi è l’essere superiore, ammessa l’impossibilità di dimostrare l’esistenza di divinità, che può decidere quali siano i parametri della possibilità e del bisogno?


Nessuno. Questo è il problema. La frase di Marx a mio avviso non sta in piedi, manca di oggettività.
Ammettiamo dunque che i parametri non esistessero e dunque ognuno dovrebbe fornire prestazioni secondo le sue possibilità (considerando che l’uomo è un essere totalmente inetto al lavoro: lavora solo in caso di necessità) ed essere ricambiato secondo i suoi bisogni: e se un uomo lavorasse con le sue possibilità elevatissime e avesse esigui bisogni, non sentirebbe un’ingiustizia nel vedere che uomini con meno possibilità possano essere ripagati nei loro bisogni maggiori?

La meritocrazia, che purtroppo è un mostro sia per il comunismo che per il capitalismo, deve essere valore fondante di una società, come la diversità deve essere alla base dei rapporti umani.
Ogni persona dovrebbe essere ripagata nei suoi bisogni in modo da garantirle una vita e fornita di tutti i mezzi per potersi esprimersi e realizzare ciò che è chiamata ad essere.
In altre parole “È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese”.
Per me l’articolo 3 è ciò che un qualsiasi politico si dovrebbe prefiggere come obiettivo: la giustizia sociale e la possibilità per ciascuno di sviluppare la propria personalità. 

Commenti all'articolo

  • Di belfagor (---.---.---.124) 2 agosto 2011 19:26

     bncm xcvn zcb zxv 

  • Di belfagor (---.---.---.124) 2 agosto 2011 19:40

    Giusto Matteo io questa netta differenza rapportata ad oggi non lòa vedo nell’eta’ ma purtroppo nel civile.

    E forse saro’ moralista ma,anche mezzo imprenditore ,oppure magari anche azionista,inteso come Partito D’azione, se credo di trovare questo lume in una fase di Max Fini dove dice:
    Che cosa puo’ fare il cittadino per cambiare questo stato di cose ? Niente in democrazia niente.
    L a scelta del c- e’ tra 2 cose o si infeuda in qualcuna di queste oligarchie partiti lobbies o mafie promettendo l’obbedienza in cambio di favori oppure la sorte e’ di vivere ai margini rinunciando a realizzare le proprie legittime ambizioni.
    Scusa Matteo se ho capito male ma e’ che delle volte dico: magari fosse il capitalismo o il comunismo almeno mi incazzerei con qualcuno,ma qui’ la verita’ e’ che sono tutti comunisti ocapitalisti se vedono il denaro. Io respiro Ernesto Rossi Calamandrei, Omodeo,Salvemini,Salvatorelli,Garrone,Bobbio, sono antico ma sogno con i piedi petr terra . ciao 
  • Di bdg (---.---.---.208) 9 novembre 2016 09:37

    Mi pare che la sua interpretazione della frase di marx, mutuata dagli atti degli apostoli (4, 35), sia scorretta e fuorviante. Infatti, prendere "da ognuno secondo le proprie capacitaà" significa proprio ammettere che vi sono delle differenze tra le persone dal punto di vista intellettuale e/o fisico, quindi chi è più dotato potrà dare di più, rispetto a chi lo è meno, condividendo poi i frutti delle proprie doti, non in maniera semplicisticamente uguale per tutti, ma in maniera da tener conto dei bisogni primari di ciascuno e, chi avrà bisogno di cure perché malato potrà contare sui frutti del lavoro di chi è fisicamente e intellettualmente più forte e trae soddisfazione dal proprio lavoro.

    Certo, si tratta di un’utopia, perché per arrivare a fare quanto auspicato da Marx, (ma anche dal vangelo) occorre una grande maturità da parte delle persone e, soprattutto, occorre eliminare in ciascuno di noi quel forte complesso di inferiorità che ci spinge alla competizione e al conflitto perenne, per veder riconosciuti presunti meriti, piuttosto che alla collaborazione serena tra esseri umani in grado di rispettarsi e valorizzare le capacità altrui, senza schiacciare, od essere schiacciati, e senza bisogno di ricorrere a telecamere e dispositivi di controllo di vario genere.

    oggi ci si riempie la bocca del termine "meritocrazia" ma, fateci caso, alla fine, chi sale i gradini del potere sono sempre più spesso personaggi arroganti, presuntuosi, spesso rozzi e, soprattutto, afflitti da forti disturbi della personalità, dal narcisista patologico all’istrionico patologico.

  • Di leon (---.---.---.217) 19 agosto 2017 00:00

    Non per essere guastafeste, ma l’articolo 3 della costituzione è prevalentemente di ispirazione marxista e cattolico-sociale, quindi in gran parte derivato dalla dottrina o quantomeno di etica marxista. Riguardo alla frase di marx, effettivamente nella suà brevità è riassunto un’ampissimo significato, però non vuole dire ( almeno da quello che ne capisco per come è semanticamente composta): tu uomo riceverai solo questo, malgrado quanto tu abbia lavorato, perchè io stato (o chicchessia) dico che è quello di cui hai bisogno. Il periodo vuole più che altro dire tu giovane aitante lavora per quello che puoi, secondo le tue possibilità, ma se tu vivi da solo senza una famiglia gente da sfamare, sfrutta per te una parte di ciò che hai prodotto, hai meno bisogno di una donna con tre figli e vedova per giunta, lo stato ,o chi per lui, prenderà quello di cui non hai bisogno e lo dara alla povera signora.

  • Di Antifonte (---.---.---.167) 25 luglio 2018 07:24
    Penso che spesso ci si arrovelli su concetti complicandoci la vita ed il persiero come mezzo per la creazione di una grande confusione in cui si esercita la nostra basilare semplicità.
    Come animali abbiamo un solo sentimento, sopravvivere, e una contraddizione di fondo, appresa immediatamente alla nascita: il senso di non poterlo fare da soli. Quindi un sentimento che si esprime in modo assolutamente individuale ma richiede l’ uso di strategie per poter ricevere soddisfazione (si comincia con quelle semplici imparando a "manipolare" le nostre "fonti" col pianto). Il sentimento è costante e quindi la soddisfazione sempre insufficiente da qui il tentativo di poter usare quanto più altri è possibile per saziare la voracità inesausta di esistenza, Apprendiamo presto il concetto di morte e assieme a questo il fatto che per vivere possiamo solo riprodurci. Il sesso non è quindi che un aspetto di quell’ unico sentimento che che ne dicano Froid & C e millenni di letteratura "amorosa". In somma tutta la complessità del mondo viene generata da qualcosa che assomiglia ad un costruzione (ideologica) simil frattale e per farla semplice c’è il detto fiorentino " se vuoi viver bene ricorda che ogni mattina insieme a te si leva uno che è più grullo di te, non hai che da trovallo". Tutto il resto, la complessità, è menzogna strategica volta alla sopravvivenza smascherata semplicemente dal fatto che non sappiamo costruire che società gerarchiche di accesso ai mezzi di sopravvivenza, pur avendo abbastanza intelletto per concepire l’ ugualgianza manchiamo dei sentimenti per poterla esprimere se non come ulteriore falso manipolatorio. Un vecchio comunista sosteneva "auspico una rivoluzione sentimentale" senza aggiungere altro perchè sapeva che era inutile e inaccettabile come quanto scritto sopra.

Lasciare un commento

Per commentare registrati al sito in alto a destra di questa pagina

Se non sei registrato puoi farlo qui


Sostieni la Fondazione AgoraVox







Palmares