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Il governo infomato il 28 luglio 2009: mafia all’Aquila

6 aprile 2009 ore 3.32, l’Aquila barcolla e trema sotto un sisma pari ad una potenza di magnitudo 6. Devastazione e morte nel giro di pochi tremolanti attimi. Interi paesi si sbriciolano mentre la popolazione dormiva. 308 morti, migliaia di feriti, innumerevoli gli sfollati.

Hanno perduto tutto: case, beni personali, serenità, parenti, amici, figli, genitori, serenità.

La macchina si mette in moto, la Protezione Civile allestisce tendopoli, organizza i funerali, si tenta di alleviare le sofferenze dei sopravvissuti, arriva il G8 e le ricostruzioni.

Il sangue è caldo ma già si parla di infiltrazioni camorristiche e mafiose nella ricostruzione, il sangue non si è ancora coagulato che già si scoprono gli edifici costruiti con cemento depotenziato. Tra paura e rabbia e dolore il post terremoto è un inferno di incertezze e lacrime e sconforto.

Senato della Repubblica 246ª seduta pubblica (pomeridiana) martedì 28 luglio 2009

Interrogazioni

LUMIA. – Al Presidente del Consiglio dei ministri e al Ministro dell’interno.

– Premesso che: la priorita` della ricostruzione dell’Abruzzo e` un impegno costante

che va perseguito coralmente da parte di tutte le forze politiche e le istituzioni

democratiche; la ricostruzione deve rispondere al criterio guida dello sviluppo e

della legalita`: dello sviluppo in ragione degli interessi del territorio e della

possibilita` di far ritornare le zone colpite ad essere ricche di diritti e opportunita`,

della legalita` per fare in modo che la ricostruzione proceda nel

pieno rispetto delle norme e siano evitate in tutti i modi possibili infiltrazioni

mafiose; gia` da tempo si sono registrate in Abruzzo presenze mafiose per

cui e` necessario non sottovalutare rischi e tentativi da parte della criminalita`

organizzata di inserirsi nel circuito della ricostruzione, soprattutto nel

campo dei subappalti e della filiera del cemento;

Senato della Repubblica – 182 – XVI LEGISLATURA

246ª Seduta (pomerid.) Assemblea - Allegato B 28 luglio 2009

risulta che un’impresa di Gela, priva dei requisiti antimafia rilasciati

dalla Prefettura di Caltanissetta, stia invece lavorando alacremente

in alcuni subappalti in Abruzzo. L’impresa e` l’Impresa generali costruzioni

(IGC), di cui il titolare e` Emanuele Mondello,

si chiede di sapere: se il Governo abbia preso provvedimenti per mettere in piedi un

sistema di controlli in grado di impedire infiltrazioni da parte della criminalita`

organizzata nella ricostruzione post-terremoto in Abruzzo;

se corrisponda al vero che la richiamata societa` IGC si sia aggiudicata

dei subappalti in Abruzzo e per quale ragione cio` non sia stato impedito;

se il Governo intenda adottare provvedimenti per impedire che imprese

sprovviste dei necessari requisiti di legalita` possano insinuarsi nei

lavori di ricostruzione.

 
16 ottobre 2009 (Case costruite, appalti autorizzati, soldi elargiti. )

Quattro i centri della Dia che avevano segnalato «collegamenti tra la società e personaggi riconducibili alla famiglia mafiosa capeggiata dai fratelli Rinzivillo ». Ma questo non ha impedito alla Igc, Impresa Generale Costruzioni di Gela, di ottenere lavori per la ricostruzione del dopo terremoto in Abruzzo, nel cantiere di Bazzano. Eppure il governo nella data del 28 luglio 2009 era stato avvertito da Lumia. C’era tutto il tempo affinchè si potesse, preventivamente una volta ogni tanto, agire. Adesso un rapporto della Direzione Investigativa Antimafia consegnato alla procura dell’Aquila denuncia l’infiltrazione delle cosche, sollecitando nuovi accertamenti per scoprire in che modo la ditta sia riuscita ad aggirare le norme e ottenere gli incarichi. Verifiche che sono state estese anche alle altre commesse ottenute dall’impresa siciliana: la nuova metropolitana «M5» di Milano, la Tav tratta Parma-Reggio Emilia e due gallerie dell’autostrada Catania-Siracusa.

È il Cipe Comitato interministeriale per la programmazione economica, le figure si alternano al cambio di ogni governo; al Presidente del Consiglio l’ultima decisione su tutto quel che passa e si decide al Cipe. Questa struttura nasce con decreto legge il 27 febbraio 1967, durante la prima Repubblica e durante l’insediamento di tutti quegli apparati segreti che fecero dell’Italia una nazione orchestrale. Qui i commensali son sempre gli stessi e siedono senza invito a tutti i banchetti.

La Igc però, nell’affare Aquila entra con un subappalto poiché i suoi amministratori e rappresentati hanno precedenti penali specifici alla mafia. La Edimal si aggiudica i lavori per 54.817 milioni di euro e affida alle ditte minori opere per 21.754. Il 14 agosto l’azienda chiede l’autorizzazione per delegare alla Igc «l’esecuzione di lavori specializzati di realizzazione di muri di sostegno» per un totale di 159 mila e 300 euro. Il via libera dal Dipartimento della Protezione civile arriva l’11 settembre, ma nel frattempo la ditta ha già avviato l’attività, come è stato accertato dalla Dia. La protezione Civile dal simbolo piramidale, è ad oggi una vera e propria azienda e nel suo massimo rappresentate Bertolaso, braccio destro del premier, strumento di governo. Solo una coincidenza che dovesse essere la Protezione Civile l’organo preposto agli accertamenti delle ditte appaltatrici?

19 settembre 2009, nei decreti firmati dal prefetto de L’Aquila si legge il rapporto trasmesso ai magistrati: ’’ Il personale procedeva all’’accesso’ presso il cantiere de L’Aquila in località Bazzano. Si riscontrava che la ditta Igc, non presente al momento nel cantiere, aveva eseguito lavori in subappalto nel predetto sito. Il controllo sulle maestranze della ditta faceva emergere che tra gli operai impegnati nei lavori sul cantiere, tredici avevano precedenti di polizia ’’.

Nell’elenco consegnato alla procura spiccano due nomi: Gianluca Ferrigno e Emanuele Lombardo. Il primo, 29 anni, originario di Gela, nipote di Angelo Bernascono, uomo di fiducia della famiglia Rinzivillo, arrestato nell’ambito dell’operazione «Cobra » del 2002 e attualmente collaboratore di giustizia. È stato assunto dalla ditta Igc con contratto a tempo indeterminato e qualifica professionale di assistente edile. L’altro, 26 anni, anche lui di Gela, indagato dal tribunale dei minori di Caltanissetta per l’ipotesi di reato 416 bis, assunto con contratto a tempo indeterminato e qualifica di muratore. Ad insospettire la Dia e a determinare l’inchiesta quindi sono stati i curriculum degli amministratori della ditta, ma Lumia durante l’assemblea di martedi 28 luglio 2009 lo aveva fatto presente, perche non si è intervenuti tempestivamente?

Gli amministratori della ditta sono 3 e tutti di Gela, Emanuele Mondello, 50 anni, suo figlio Rocco e suo genero Nunzio Adesini. Il più anziano ha numerosi precedenti penali e nel 2003 veniva controllato insieme a Giuseppe Tranchina e Emanuele Emanuello, ambedue pregiudicati e arrestati nell’operazione ’Cobra’ per aver curato nel settore degli appalti pubblici gli interessi del clan Rinzivillo. Rocco Mondello fino al 2004 è stato socio della società immobiliare Orchidea, con sede a Varese. L’azienda è stata sottoposta nel 2006 a sequestro preventivo per ordine del tribunale di Caltanissetta per aver messo in atto azioni tese a reperire, anche tramite minacce, lavoro con il quale coprire i reali interessi come false fatturazioni ad imprenditori consenzienti o meno, garantendo agli stessi e all’organizzazione mafiosa ingenti guadagni che servivano a finanziare i detenuti e i loro familiari

Adesso i magistrati dovranno stabilire come sia stao reso possibile alla Igc entrare nella ricostruzione dell’Aquila e ottenere la certificazione di idoneità.

Ieri la commissione Antimafia ha avviato le audizioni dei rappresentanti istituzionali.

Invece il Cipe in questi giorni ha sbloccato i fondi per le aree sotto-utilizzate (Fas) in favore della Sicilia, 4,313 miliardi di euro di cui il 43% rappresentano progetti per infrastrutture. Per la città di Palermo, sono stati stanziati 150 milioni di euro. Ai posteri l’ardua sentenza.

Commenti all'articolo

  • Di sganapino (---.---.---.69) 22 ottobre 2009 08:35

    La base del sistema mafioso, della criminalità organizzata in genere, compresa quella politica, è la famiglia.
    I mafiosi sono siciliani. E’ un’ovvietà, lo so, ma da cui si dovrebbero far derivare una serie di provvedimenti.

  • Di RobertaLemma (---.---.---.142) 24 novembre 2009 09:34
    RobertaLemma
    Un appalto da 15 milioni legato alla ricostruzione
    post terremoto, due personaggi noti e influenti che avrebbero cercato
    in qualche modo di pilotare la gara per favorire un determinato
    imprenditore. Sono personaggi ben conosciuti a Pescara
    e in regione a finire in manette: D’Alesio è stato ex amministratore delegato di Fir...a
    servizi, poi passò alla direzione con l’arrivo di Ottaviano Del Turco
    alla guida della Regione. Italo Mileti, ex ufficiale dell’aeronautica,
    fece il proprio esordio in politica nella seconda giunta Pace come
    assessore ai Lavori pubblici, è stato anche vice presidente della
    Regione, consigliere comunale a Pescara e candidato al Comune anche
    alle scorse amministrative (era capolista di Alleanza e Forza per
    Pescara, che sosteneva Albore Mascia). Da quanto si apprende l’appalto
    non sarebbe in realtà mai partito e proprio gli arresti avrebbero
    consentito di bloccare il progetto.

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