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Il Barcellona ha trasformato in calcio in football americano

Guardiola non ha più freni. Vilas Boas lo ha stuzzicato con il Porto vincitutto e lui ha deciso di fare una passo, anzi due passi avanti, verso la totale istituzionalizzazione del calcio-football americano. Contro il Milan l’apoteosi è stata toccata e il futuro ha bussato sulla spalla dei nostri giornalisti. Molti si sono guardati bene di accoglierlo, parlare di ingenuità Barça. Da quel che ho sentito neanche Allegri se n’è accorto, ma forse era solo un motivo per parlare d’altro.

Il Barcellona contro il Milan ha giocato una partita intera nella metà campo rossonera, estremizzando quello che Vilas Boas ha fatto con il suo Porto lo scorso anno. Guardiola per saltare davvero il fosso ha posizionato come difensori centrali due playmaker, così da eliminare del tutto il difensore di ruolo e dare in mano ad una coppia di mediani metodisti l’avvio del gioco. Una cosa rivoluzionaria che però, ripeto, molti hanno commentato con la mancanza di alternative blaugrana.

Sono molti i meccanismi e i delicati equilibri che un assetto del genere ha come condizioni. La prima, e più importante, è la capacità di recuperare il pallone nella metà campo avversaria. Il motivo vien da sé: il gioco del Barcellona deve avere solo una fase, quella offensiva, e un soprattutto una sola declinazione, quella attiva.Non si può essere passivi e concedere spazi retrocedendo, in quanto l’assetto difensivo è un corollario quasi inutile dell’intero sistema di gioco. La parola d’ordine diventa quindi per tutti i calciatori recuperare, recuperare, recuperare, pressando sul gioco avversario come dei forsennati.

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