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Nel basket francese c’è una norma discriminatoria: vietato indossare il velo

Nella Francia che pochi giorni fa ha celebrato l’inserimento nella Costituzione della libertà di scegliere d’interrompere la gravidanza, non mancano i problemi relativi ai diritti umani.

Uno è importante evidenziarlo oggi, Giornata internazionale delle donne: la federazione della pallacanestro femminile vieta alle atlete d’indossare il velo.

La Sport & Rights Alliance ha chiesto di abrogare la norma, palesemente discriminatoria, che costringe le donne a scegliere tra onorare la propria fede e praticare lo sport che si ama. Dalla sua parte si sono schierate oltre 80 atlete, tra cui la star della pallacanestro Usa Breanna Stewart e la campionessa olimpica Ibitihaj Muhammad.

Nel 2017 la FIBA, la Federazione internazionale della pallacanestro, aveva abolito il divieto ma la Federazione francese non l’ha seguita. Anzi, nel dicembre 2022 ha approvato l’articolo 9.3 delle Regole generali della pallacanestro, che vieta d’indossare “qualsiasi abbigliamento che abbia connotazioni politiche o religiose” a ogni livello.

Nonostante la campagna lanciata da Basket pour toutes, l’articolo 9.3 ha causato l’esclusione delle ragazze e delle donne persino dalle categorie giovanili e ricreative della pallacanestro femminile. Lasciate fuori squadra, derise.

Lo scorso settembre l’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i diritti umani ha preso la parola per ricordare, in vista dei Giochi olimpici in programma quest’anno a Parigi, che “nessuno dovrebbe imporre a una donna cosa deve o non deve indossare”.

Un mese dopo, sei esperti delle Nazioni Unite sui diritti umani hanno scritto al governo francese esprimendo preoccupazione per il fatto che il divieto di indossare il velo non solo esclude molte donne e ragazze dall’istruzione, dalla cultura e dallo sport ma rischia di dar luogo a ulteriore intolleranza e discriminazione.

Della Sport & Rights Alliance’s fanno parte Amnesty International, The Army of Survivors, Committee to Protect Journalists, Football Supporters Europe, Human Rights Watch, ILGA World (The International Lesbian, Gay, Bisexual, Trans and Intersex Association), the International Trade Union Confederation, Transparency International Germany, World Players Association, UNI Global Union.

Questo articolo è stato pubblicato qui

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