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Ignazio Visco, scelta interna per garantire la Banca d’Italia

Il ballottaggio per la successione a Governatore di Banca d'Italia si è concluso con la proposta a nomina di una delle soluzioni interne all'istituto. Ignazio Visco piace al Governo e all'Opposizione e garantisce quell'autonomia richiesta dalla Banca Centrale italiana. La scelta arriva dopo il no secco del Consiglio direttivo di Bankitalia alla nomina di Lorenzo Bini Smaghi e alla nota della Federazione Autonoma Lavoratori Banca d'Italia che minacciava una mobilitazione in difesa dell'indipendenza dell'Istituto. La scelta arriva dopo il no secco del Consiglio direttivo di Bankitalia alla nomina di Lorenzo Bini Smaghi e alla nota della Federazione Autonoma Lavoratori Banca d'Italia che minacciava una mobilitazione in difesa dell'indipendenza dell'Istituto.

Consultazioni serrate, telefonate, incontri che con il passare delle ore hanno ridotto la rosa dei candidabili a Governatore di Bankitalia. La scelta del Presidente del Consiglio alla fine è caduta sul Vicedirettore generale Banca d'Italia, Ignazio Visco.

"Il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi ha inviato una lettera al dott. Paolo Blasi, componente anziano del Consiglio superiore della Banca d’Italia, con la richiesta di sottoporre al parere del Consiglio stesso la designazione del dott. Ignazio Visco a Governatore della Banca d’Italia. Contestualmente, il presidente del Consiglio ha informato il Governatore Draghi"

Riporta la nota della Presidenza del Consiglio dei Ministri diffusa alla fine del vertice di Palazzo Chigi richiesto da Silvio Berlusconi per sbloccare la situazione di stallo causata dal no di Bankitalia al nome di Lorenzo Bini Smaghi, consigliere esecutivo BCE che suo malgrado ha catalizzato polemiche bipartisan. La scelta di Visco sembra mettere d'accordo tutti dopo i no serviti agli altri candidabili.

Fabrizio Saccomanni (Direttore Generale della Banca d'Italia) doveva essere il naturale successore a Governatore. La sua candidatura aveva l'appoggio del nuovo Presidente Bce Mario Draghi, competenze riconosciute, esperienza sul campo in forza del suo incarico di Direttore Generale che lo vuole membro del Direttorio e sostituto del Governatore in caso di assenza. Ben visto dalla FALBI Confsal che l'aveva sostenuto fino a poche ore prima la nomina di Visco con una nota in risposta alle ingerenze della politica sulla Banca d'Italia. La sua naturale vicinanza a Mario Draghi ha messo in competizione il suo nome con quello di Vittorio Grilli.

Vittorio Grilli (Direttore Generale del Tesoro) era l'alternativo promossa dal Ministro dell'Economia e delle Finanze Giulio Tremonti, da cui dipende il Tesoro, e dal Ministro per le Riforme istituzionali Umberto Bossi. Negli ultimi 15 anni ha ricoperto diversi incarichi ai vertici del Ministero dell' Economia. Il suo nome era stato proposto da Tremonti in alternativa a quello di Saccomanni. L'argomentazione di Bossi "se non altro perché è di Milano" non aveva contribuito alla causa Grilli che aveva la forza di annullarsi con quella Saccomanni, ragione per cui vennero cercate alternative all'interno del direttivo della Banca d'Italia.

Anna Maria Tarantola (Vicedirettore generale della Banca d'Italia) nel corso degli anni ha rappresentato la Banca d'Italia in diversi comitati come il Banking Supervision Committee, il Comitato di Sicurezza Finanziaria e il Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi. La sua candidatura era stata proposta in alternativa a quella di Saccomanni per garantire continuità e indipendenza alla Banca. Tarantola aveva la forza necessaria per ricoprire il ruolo di Governatore ma non l'adeguata sponsorizzazione politica a differenza di Smaghi.

Lorenzo Bini Smaghi (membro comitato esecutivo in Banca Centrale Europea) è arrivato alla ribalta della cronaca in seguito al suo rifiuto di lasciare il suo posto nel board Bce a un rappresentante della Francia in seguito al passaggio di consegne tra Jean-Claude Trichet e Mario Draghi. Il luogo comune vuole che Bini Smaghi cercava garanzie per una soluzione di pari livello al ruolo che doveva abbandonare. In realtà Bini Smaghi era quasi obbligato a difendere la sua posizione a causa delle ingerenze politiche francesi e italiane in contrapposizione all' Articolo 7 del Protocollo BCE. Lo Statuto BCE era il primo deterrente alla soluzione promossa dal Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi che vedeva Bini Smaghi lasciare la board BCE per il governatorato della Banca d'Italia. Il no della Banca cristallizzò la situazione.

Ignazio Visco era l'unica soluzione interna praticabile. La sua nomina al governatorato di Palazzo Koch passerà al vaglio di Banca d'Italia e poi l'approvazione del decreto di nomina spetterà al Consiglio dei Ministri. Pure formalità perché Visco è un nome che piace: garantisce l'autonomia richiesta dallo Satuto Bce e per questo non crea dibattito politico. Non c'è tempo per le polemiche visto che il termine ultimo d'insediamento del nuovo Governatore della Banca d'Italia deve coincidere con il 1 Novembre 2011, il primo giorno d'incarico di Mario Draghi alla guida della BCE. Resta irrisolto il problema di Bini Smaghi contrapposto alla legittima richiesta della Francia di una posizione nell'esecutivo della Banca Centrale Europea, caso europeo con conseguenze dirette sulla credibilità internazionale dell'Italia. Il mandato di Bini Smaghi in BCE scade nel 2013 e l'imbarazzo dell'Italia è forte. Si suppone che la nomina di Visco possa svincolare Bini Smaghi dalle sue resistenze obbligate e considerate inopportune dalla Francia:

"Gli Italiani detengono tre direzioni generali nella Bce: Francesco Papadia per le operazioni di mercato, una posizione particolarmente influente all'interno dell'istituzione europea, Mauro Grande per la stabilità finanziaria, e Daniela Russo ai sistemi di pagamento e alle infrastrutture di mercato".

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