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I voti alle Stelle, il presidenzialismo di Angiolino e i progetti per l’Italia (che non ci sono)

La Germania investirà 32 miliardi per arrivare a produrre in modo pulito, da energie rinnovabili, il 40% delle propria energia elettrica. Mentre ci si scervella per capire da dove vengano gli elettori del M5S, mentre Angiolino "Starace" Alfano blatera di presidenzialismo, nessuno osa neppure pensare, per il nostro paese, ad interventi di una simile portata.

Non ho mai nascosto la mia antipatia nei confronti di Grillo e del suo modo di fare, e se suo sarà davvero il carro del vincitore, alle prossime elezioni politiche, mi guarderò bene dal salirvi, in attesa di capire che cosa altro possa fare il M5S per il nostro paese, oltre a recitare slogan più o meno accattivanti. Detto questo, e ribadito che i segnali che arrivano fino ad ora da Grillo e dai suoi sono tutt’altro che incoraggianti (è stata degna delle peggior politica politicante, per esempio, la loro decisione di non appoggiare alcun candidato esterno al M5S durante i ballottaggi; possibile che ovunque, in migliaia di comuni, destra e sinistra fossero uguali?), trovo assai poco intelligente il tentativo di “delegittimare” i risultati che hanno conseguito, sostenendo che sarebbero stati votati in massa da berlusconiani e leghisti in cerca di nuovi messia.

Un’operazione di straordinaria ottusità, non solo perché è in generale sbagliato trarre indicazioni men che generiche dall’esito di elezioni locali con una percentuale altissima di astenuti o perché, in mancanza di dati sull’andamento dei flussi di voto, contrasti con la sensazione che i nuovi elettori del M5S abbiano fino ad ieri votato a sinistra o, delusi dalla politica tradizionale, non abbiano votato affatto. Ricordando il consenso amplissimo di cui godeva il governo Berlusconi nei primi mesi del proprio mandato (era approvato dal 60% degli italiani), dovrebbe infatti essere banalmente chiaro che chiunque vincerà le prossime elezioni, potrà farlo solo convincendo a votare per il proprio partito una consistente minoranza di ex simpatizzanti di PdL e Lega.

Berlusconiani e leghisti che, davanti allo spettacolo indegno offerto dai propri partiti, si sono presi un turno di riposo (e i dati sull’astensione sono lì a dimostrarlo) ma che certo torneranno alle urne in occasione delle elezioni politiche.

Sono voti, i loro, ancora tutti da conquistare, e in prima fila per farlo, con buona pace di chi sogna coalizioni di sinistra chiuse verso il centro, ci sono ancora PdL e Lega.

Le uscite sul Presidenzialismo di Alfano vanno intese in questo senso e rispondono ad un duplice scopo: da un lato cercano di portare il dibattito politico lontano dai temi economici che hanno smascherato tutta l’inadeguatezza del governo Berlusconi; dall’altro, negando la più palese evidenza (Berlusconi, presidente del Consiglio e padrone, nel più letterale dei sensi, di un’ampia maggioranza parlamentare, aveva un potere reale infinitamente superiore a quello di qualunque capo dell’esecutivo eletto dal popolo; maggiore, per capirci, di quello che ha Obama per questioni di politica interna), vogliono far passare la leggenda di un Berlusconi capace di fare benissimo, ma impossibilitato a governare dalle limitazioni al suo potere imposte dalla Costituzione.

“Non avete sbagliato a votarlo”, sta insomma dicendo Angiolino ai suoi, “era il sistema ad essere sbagliato”. Un messaggio semplice, risibile fin che si vuole, ma che, debitamente ripetuto dalle televisioni e dai giornali che la famiglia Berlusconi continua a controllare, mentre il ricordo dell’inettitudine del governo berlusconiano sfuma col tempo, sono certo che riuscirà ad attecchire presso milioni di elettori: non c’è nulla che possa gratificare gli animi quanto una bella assoluzione.

E’ ricordando che morto il berlusconismo, e mentre il leghismo sta assai male, berlusconiani e leghisti sono tutti ancora lì, prontissimi a ri-votare per i propri idoli di ieri, che continuano ad esistere le ragioni per una grande coalizione di tutte le forze democratiche; per un fronte Costituzionale che, nell’arco di una legislatura, oltre a prendere quei provvedimenti sempre necessari per restituire il nostro paese a normali condizioni di vita democratica (serve una nuova legge elettorale, se non la si farà prima delle elezioni. Soprattutto, con o senza Berlusconi, il monopolio della televisione non può continuare ad esistere), dovrebbe avviare, nella massima coesione e pace sociale, la ricostruzione della nostra economia.

I danni fatti dal terremoto sono nulla in confronto a quelli procurati alle nostre infrastrutture e al nostro tessuto produttivo da decenni di incuria; è tutto il paese, da nord a sud, che sta letteralmente cadendo a pezzi.

Detto di Grillo tutto il male possibile, resta che è stato l’unico in questi anni, pur con tutti i suoi limiti, ad occuparsi sistematicamente di temi, come quello dell’energia, su cui si giocherà il nostro futuro.

E’ di ieri la notizia che la Germania investirà 32 miliardi per sostituire la produzione di energia elettrica fino ad ora garantita dalle centrali nucleari; il 40% dell’energia elettrica tedesca, quando i nuovi impianti ed i nuovi elettrodotti saranno ultimati, sarà generata in modo pulito facendo ricorso a fonti rinnovabili.

Abbiamo bisogno di prendere decisioni simili; dobbiamo trovare, spostandole dai settori improduttivi, le risorse per finanziare progetti analoghi. Dobbiamo tornare, più in generale, a progettare e costruire un futuro per il nostro Paese; avere il coraggio di andare oltre la gestione di un esistente sempre più vecchio e sempre più povero.

Il Berlusconismo, il Leghismo e, se sarà il caso, il Grillismo, non vanno combattuti a forza di sillogismi; non si superano dimostrando una maggior sottigliezza di ragionamenti o mettendo in mostra la propria supposta superiorità intellettuale.

La democrazia e l’Italia si salvano coalizzando le forze migliori del paese attorno ad un progetto largamente condiviso; attorno ad un’idea di sviluppo che possa risultare convincente per le maggioranza degli italiani.

Degli italiani; non degli svedesi o dei giapponesi.

Italiani che fino ad ieri sono stati anche berlusconiani e leghisti.

Commenti all'articolo

  • Di (---.---.---.154) 1 giugno 2012 20:16

    Ti preoccupi di un possibile ritorno di berlusconi !?!? è tempo perso, Berlusconi ha promesso agli italiani di arricchirli, lo ha fatto solo lui, a noi ci ha portato al fallimento e non potrà - con tutti i suoi pennivendoli - sfuggire ad un giudizio che gli italiani hanno già dato abbandonandolo.

    La lega !??? ma cos’è !?!? ah si! tanto tempo fa c’era nel nord italia un movimento che voleva separare il nord dal resto del paese.

    Grillo !?!? un rimedio peggiore del male! siamo passati dal partito azienda (Forza Italia) all’azienda partito Casaleggio associati. Un Grande Fratello che dalla rete e con la rete pensa di dirigere l’Italia. Per favore siamo seri!

    Bersani !?!? qualcuno dovrebbe pietosamente ricordargli di Occhetto, e dovrebbe (faccio appello a Massimo Salvadori) ricordargli che in tutte le crisi di regime la sinistra non ha mai, dico MAI vinto.

    Caro Daniel tu che sei di una destra liberale, moderna ed europea, dedicati con più convinzione alla costruzione di un partito del genere che sarà quello destinato a raccogliere i cocci di berlusconi. Io non potrei mai farlo perché sono di sinistra e tale resterò anche se non so più a chi votare.

  • Di Geri Steve (---.---.---.66) 2 giugno 2012 00:17

    io, storicamente sarei di sinistra, ma mi ci sento fuori posto anche lì, e proprio tanto.

    generalmente concordo con l’articolo, ma segnalo un paio di punti critici.

    1° Leggo: "il governo Berlusconi nei primi mesi del proprio mandato (era approvato dal 60% degli italiani)" ma dove te lo sei inventato???

    forse volevi dire che aveva il 60% dei seggi in non so quale ramo del parlamento, ma non certo "degli italiani" e tanto meno degli elettori italiani!!

    Hai conteggiato gli astenuti, i voti inefficaci (rifondazione ecc...) ? ti sei accorto che tutti sommati sfiorano il 50% ??

    2° problema energetico: concordo con te che sia uno "zoccolo duro" degli altri problemi, ma è problema complesso che non va affrontato acriticamente o semplicisticamente.
    Segnalo qui : una mia segnalazione di "pericolo" in materia.
    http://www.agoravox.it/Economia-la-...

  • Di (---.---.---.154) 2 giugno 2012 11:19

    "Il governo Berlusconi nei primi mesi del proprio mandato era approvato dal 60% degli italiani".

    Mi sono limitato a citare i dati dei sondaggi condotti in quel periodo.
    Oggi, più del 60% dichiara di giudicare con favore l´operato del governo, malgrado l´emergere, proprio in questi giorni, dei primi screzi interni all´esecutivo. Si tratta grossomodo della percentuale già rilevata nel giugno scorso, simile peraltro a quella relativa al mese precedente. L´approvazione, più accentuata tra i giovani, nasce principalmente nel centrodestra: ma persino tra i votanti del centrosinistra, più di uno su cinque esprime apprezzamento per l´azione di governo“.
    E’ quanto scriveva,ad esempio, Mannheimer sul Corriere della Sera nel settembre 2008.

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