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I motivi che potrebbero spingere Forza Italia a mollare il governo Meloni

Il governo Meloni mostra le prime crepe, a causa dell'insofferenza di Forza Italia che potrebbe anche decidere di mollare l'esecutivo, rimandando gli italiani alle elezioni in un futuro molto prossimo. Potrebbero essere i forzisti a far cadere il governo? Non lo sappiamo. Per adesso siamo solo nel campo delle ipotesi, ma il magma ribolle. 

Non è solo il confuso estremismo di Matteo Salvini che manda in Europa un certo Vannacci e il prevedibile congresso della Lega a preoccupare l’inquilina di Palazzo Chigi, ma le mosse che potrebbe mettere in campo Forza Italia, la cui presenza passiva a Palazzo Chigi non soddisfa per nulla la famiglia Berlusconi, che continua a finanziare il partito del loro capostipite Silvio. Un finanziamento inutile se il movimento non ha peso politico e non può dare garanzie alle aziende berlusconiane. Non è dato sapere cosa intendono fare i figli di Berlusconi, ma-come riporta anche il Fatto Quotidiano-Pier Silvio Berlusconi è stato visto spesso a Roma. Una presenza che non è una mera coincidenza perché il figlio del Cavaliere continua a commissionare sondaggi privati sulla sua popolarità e sull’effetto di un suo eventuale coinvolgimento in Forza Italia, ripetendo di pari passi quello che fece il padre nel 1994.

Ma perché Pier Silvio Berlusconi potrebbe decidere di scendere in campo? Per i seguenti motivi. Il primo è che uno dei personaggi di maggior peso di Forza Italia, Gianfranco Miccichè, braccio destro di Silvio Berlusconi, ha annunciato l’abbandono di Forza Italia. La ragione l'ha spiegata lui stesso: “Oggi, all’interno della coalizione di centrodestra, non si può più neppure parlare di diritti civili. Quella di Meloni è una destra che sta rimuovendo i valori del congresso di Fiuggi. Sta facendo repressione. È ovvio che la maggior parte degli esponenti di Forza Italia che hanno una concezione riformista e liberale della vita stia male”. Una lamentela che non è isolata, ma che fa da portavoce ai lamenti nel partito e tra gli stessi elettori di Forza Italia.

Secondo motivo. Il forzista Giorgio Mulè-in un’intervista a Il Foglio-ha detto che “non serve stare al governo” se Forza Italia non conta nulla e non incide sulle scelte del governo. Non è nella natura di Forza Italia ridursi a semplice stampella del governo Meloni e questo dovrebbe preoccupare la puffa mannara più delle critiche per i viaggi con la figlia in giro per il mondo. La mancata incidenza di Forza Italia sul governo è una delle insoddisfazioni della famiglia Berlusconi, che ha davanti due scelte: mollare il partito al suo destino, con evidente fine di un movimento che si è sempre definito liberale e moderato, oppure assumerne la direzione. 

Il terzo motivo che potrebbe decretare l'uscita dal governo di Forza Italia e che-come riporta il quotidiano Domani-le prossime elezioni tedesche potrebbero vedere i partiti moderati allearsi tra loro, tenendo fuori i sovranisti e i nazionalisti. A quel punto, nel Partito Popolare Europeo, Forza Italia resterebbe l'unica forza legata a movimenti estremisti come Lega e Fratelli d'Italia e questo toglierebbe forza al movimento di Berlusconi anche in campo europeo. Tre ragioni, parecchio concrete, che potrebbero spingere Forza Italia a far cadere il governo Meloni per tornare a nuove elezioni con una guida dei forzisti tutta targata famiglia Berlusconi. 

Foto Governo.it

Commenti all'articolo

  • Di paolo (---.---.---.102) 28 agosto 09:03

    E c’è pure un quarto motivo, in parte conseguente a quelli citati. La directory (famiglia berlusconi) ritiene imminente il crollo elettorale della Lega a conduzione Salvini. Tenuto conto che anche Meloni comincia a vedere erodere il suo elettorato (sia congruo che di maniera), Forza Italia punta ad un massiccio recupero elettorale.

    Un recupero che sarebbe promozionato da stampa e tv di proprietà berlusconiana (almeno il 50% a livello nazionale) e sarebbe pure salutato con favore da renziani, calendiani e PD che vedrebbero F.I. come il futuro alleato ideale di un centro moderato (in UE è già in atto), atteso che definire i predetti "di sinistra" è un vero e proprio ossimoro. 

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