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Guerra: alla sequela di Papa Francesco per la Pace.

Papa Francesco è senz’altro la personalità che più di tutti si è attivamente impegnato – specie dall’inizio del conflitto Russo/Ucraino – per la Pace.

L’orizzonte in cui trova collocazione il suo operare è quello delineato a chiare lettere dai Vangeli, dalla bimillenaria tradizione della Chiesa e dalla sua Dottrina Sociale (specie a partire da Leone XIII) ed esplicantesi nella sua “Fratelli tutti” che ne dà la direttiva nel suo pontificato. Si tratta qui “Di fronte ad un Mondo chiuso” - connotato ad es. dallo sgretolarsi di quell’Unità Europea disegnata da De Gasperi, Adenauer e Schuman o del desiderio di una integrazione latino/americana entrambi perché “I conflitti locali ed il disinteresse per il Bene Comune vengono strumentalizzati dall’economia globale per imporre un modello culturale unico. Tale cultura unifica il mondo ma divide le persone e le nazioni, perché la società sempre più globalizzata ci rende vicini, ma non ci rende fratelli” (Fratelli tutti, 12) – si tratta, di fronte a questo, di costruire “Pensare e generare un Mondo aperto”. Si tratta di andare oltre un mondo di attori economici, quasi sempre antagonisti, o nella migliore ipotesi, “soci”. Si tratta di recuperare la dimensione cristiana dell’Amore, dell’Agape, e con essa la dimensione della Libertà, Eguaglianza e Fratellanza. E’ necessario perciò che la politica abbia un orizzonte ben definito: “Mi permetto di ribadire che la politica non deve sottomettersi all’economia e questa non deve sottomettersi ai dettami ed al paradigma efficientista della tecnocrazia. Benché si debba respingere il cattivo uso del potere, la corruzione, la mancanza di rispetto per le leggi, e l’inefficienza, non si può giustificare un’economia senza politica, che sarebbe incapace di propiziare un’altra logica in grado di governare i vari aspetti della crisi attuale. Al contrario, abbiamo bisogno di una politica che pensi con una visione ampia, e che porti avanti un nuovo approccio integrale includendo in un dialogo interdisciplinare i diversi aspetti della crisi” (Fratelli tutti, 177). Di contro a ciò si concretizzano due realtà, apparentemente risolutrici, invero espressione di fallimento: la Guerra e la pena di morte. “Ci sono due situazioni estreme che possono arrivare a presentarsi come soluzioni in circostanze particolarmente drammatiche, senza ravvisare che sono false risposte, che non risolvono i problemi che pretendono di superare e che in definitiva non fanno che aggiungere nuovi fattori di distruzione nel tessuto della società nazionale e mondiale. Si tratta della guerra e della pena di morte. L’inganno è nel cuore di chi trama ilò Male, la gioia invece è di chi promuove la Pace. Tuttavia, c’è chi cerca soluzioni nella guerra, che spesso si nutre del pervertimento delle relazioni, di ambizioni egemoniche, di abusi di potere, di paura dell’altro e della diversità vista come ostacolo. La guerra non è un fantasma del passato ma è diventata una minaccia costante. Il mondo sta trovando sempre più difficoltà nel lento cammino della Pace che aveva intrapreso e che cominciava a dare alcuni frutti. Poiché si stanno creando nuovamente le condizioni per la proliferazione di guerre, ricordo che la guerra è la negazione di tutti i diritti e una drammatica aggressione all’ambiente. Se si vuole unsera” autentico sviluppo umano integrale per tutti occorre proseguire senza stancarsi nell’impegno di evitare la guerra tra le nazioni e tra i popoli. A tal fine bisogna assicurare il dominio incontrastato del diritto e l’infaticabile ricorso al negoziato, ai buoni uffici dell’arbitrato, come proposto dalla Carta delle Nazioni Unite, vera norma giuridica fondamentale.” (Fratelli tutti, 255-257). E’ in questo orizzonte che si colloca la magnifica iniziativa personale di Papa Francesco – “contemplativi nell’azione” è il motto dei Gesuiti – di una mediazione tra Russia ed Ucraina. Di questa coraggiosa iniziativa ha dato notizia il “Corriere della sera” del 3 maggio scorso, in prima pagina e a piena pagina alle pagine 2 e 3, in cui però dell’intervista fatta al Pontefice è pubblicato un interpretato resoconto. Evidentemente quello che ha detto Papa Francesco non rispondeva alla linea ideologica del mainstream ed alla linea editoriale della testata. In compenso ha poi provveduto a pubblicarlo “La civiltà cattolica”, organo ufficiale dei Gesuiti. Al tema della guerra e contro di essa, Papa Francesco ha dedicato innumerevoli interventi, di cui è particolarmente significativo quello all’Udienza Generale di alcuni giorni addietro volto tra l’altro a scongiurare il rischio di un disastro nucleare a Zaporizhzhia: “Tutti pazzi, perché dalla follia della guerra nessuno è esente. E, a farne le spese sono sempre gli innocenti… Auspico che si intraprendano passi concreti per mettere fine alla guerra e scongiurare il rischio di un disastro nucleare a Zaporizhzhia. … Tanti feriti, tanti bambini ucraini e bambini russi sono diventati orfani. La orfanità non ha nazionalità, hanno perso il papà o la mamma. Siano russi, siano ucraini. Penso a tanta crudeltà a tanti innocenti che stanno pagando la pazzia, la pazzia, la pazzia di tutte le parti, perché la guerra è una pazzia. E, nessuno che è in guerra, può dire: no io non sono pazzo… La pazzia della guerra. “ Un pensiero è stato dedicato anche all’assassinio della filosofa e giornalista Daria Dugin, figlia del più noto Alexandr: “penso alla povera ragazza volata in aria per una bomba sotto il sedile in una macchina a Mosca. Gli innocenti pagano la guerra, gli innocenti” e conclude: “coloro che guadagnano con la guerra e con il commercio delle armi sono delinquenti che ammazzano l’umanità”. All’impegno contro la guerra il Papa ha anche dedicato un intero volume, “Contro la guerra, il coraggio di costruire la Pace”. La Pace è identificata da Papa Francesco non nella semplice assenza della guerra ma molto più: egli infatti, seguendo la tradizione biblica la identifica con il termine “Shalom” che propriamente indica “pienezza di Vita”. Il Pontefice vi svolge un’analisi accurata ed accorta, da Hiroshima, all’Iraq, all’attuale guerra in Ucraina non facendo sconti a nessuno. Esito di essa è che la radice della guerra è insita nella negazione della Fratellanza, della Carità e della Giustizia e nella ricerca, al contrario, dell’egoismo e della superbia sfocianti nella bramosia di potere. Il superamento della guerra è visto in quanto detto sopra: nella costruzione artigianale del dialogo, nel diritto, nella diplomazia tutte all’insegna dell’Amore e della Carità, ovvero come scriveva anche un altro Gesuita, Padre Bartolomeo Sorge, nella costruzione della “Civiltà dell’Amore”.

Di nuovo: poniamoci alla sequela di Papa Francesco per la costruzione della Pace.

francesco latteri scholten

Questo articolo è stato pubblicato qui

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