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Guantanamo: Obama li ha ascoltati

Inauguration day, testo e foto di Susan Dabbous

Forse tra le mille telecamere piazzate ovunque a Washington per l’Inauguration Day, ce n’era una che ha filmato la sfilata lenta e solenne contro la pena di morte per la chiusura del carcere-vergogna di Guantanamo. Forse sotto quei cappucci che simulano la morte si nascondevano volti noti di persone in grado di influenzare il primo provvedimento presidenziale del neo insediato Barack Obama. O forse il fatto di chiamarsi Hussein come quel Saddam che il presidente George W. Bush fece impiccare a poche ore dai festeggiamenti del capodanno del 2007, con un processo farsa da parte della corte di giustizia irachena, ha influito sulla decisione.

Supposizioni a parte, il corteo ha avuto luogo alle 8:30 di martedì 20 gennaio sulla diciottesima strada, proprio all’incrocio con la Pennsylvania Avenue, dove si è successivamente svolta la parata. Nell’arco dello stessa solenne ed impegnativa giornata, il presidente degli Stati Uniti poche ore dopo aver giurato fedeltà alla costituzione, ha ordinato lo stop della prigione situata in un territorio preso in affitto in terra cubana secondo un trattato del 1903.



Non era un segreto, certo, in compagna elettorale lo aveva detto, e più volte Obama ha usato l’argomento con il dito puntato contro Bush, che aveva ordinato l’apertura della prigione “sperimentale” (fuori dal rispetto delle convenzioni internazionali) nella base navale Usa della meridionale baia cubana. I pubblici accusatori dei tribunali di Guantanamo per i crimini di guerra hanno chiesto ai giudici militari di congelare per 120 giorni i casi in sospeso.

Questo significa dare al ministero della difesa, il Pentagono, il tempo di riesaminare integralmente le procedure per la detenzione dei prigionieri accusati di terrorismo, una volta trascorso il lasso tempo, la Casa Bianca dovrà pronunciarsi di nuovo. Tra i processi sospesi anche quelli dei cinque presunti responsabili delle stragi dell’11 settembre, che rischiano la pena di morte. Il cambiamento di rotta ora dovrà misurarsi anche su come affronta re il tema del terrorismo.

 

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