Partendo dal presupposto che la fonte non è mai una sola, la invito a
superare il titolo per arrivare al punto: " La
popolazione è spaventata, il danno ambientale
è inestimabile, sostenere ancora il nucleare senza dare sostegno alle energie
rinnovabili sembra una pazzia. Secondo le ultime stime presentate dal ministro
delle Politiche nazionali, Motohisa
Furukawa, se il Giappone dovesse
decidere di abbandonare definitivamente il nucleare, la spesa per il Paese
sarebbe intorno ai 500 miliardi di euro per
investire nelle energie rinnovabili"
Abbandonare il nucleare, così, di punto in bianco sarebbe impossibile,
soprattutto per la pressione che le aziende stanno facendo sui politici. Il
discorso comprende salute, ambiente, interessi economici di aziende, pressioni
sui politici e posti di lavoro, basta guardare i recenti fatti dell’Ilva di
Taranto. Bisogna però prendere atto della volontà della popolazione di
allontanarsi dal nucleare, le manifestazioni sono tante e le associazioni promettono ulteriori battaglie per ogni centrale che verrà riaperta. Così anche alcuni ministri nipponici si sono messi subito al lavoro per cercare soluzioni alternative.
Secondo
diverse testate, dal New York Times alla BBC, l’abbandono del nucleare è più di
una possibilità, i piani energetici alternativi prevedono drastiche riduzioni
nell’immediato e una probabile cancellazione a partire dal 2030. Inoltre le
elezioni si avvicinano e i politici diventano più efficienti, non ci dimentichiamo
come in Italia il nucleare sembrava ormai quasi una certezza finché non fu
proprio il disastro di Fukushima, poco prima del referendum, a far
cambiare rotta sia alla gente che ai politici. Ricordiamo le parole
"rubate" alla Fornero poco prima delle Amministrative: "Abbandoniamo in fretta e furia per un po’ il nucleare perché altrimenti
perdiamo le amministrative".
Per quanto riguarda la dichiarazione citata del premier, Noda fa riferimento all’immediato, in quanto
buona parte della popolazione, giustamente spaventata, ha chiesto di non
riaprire le centrali, attualmente chiuse per lavori di manutenzione scattati
subito dopo il disastro. Ovviamente, spegnere le centrali adesso sarebbe impossibile
visto che un terzo del fabbisogno energetico del paese è coperto proprio dal
nucleare.
Spero con questo di aver chiarito eventuali dubbi e
incertezze causate dall’articolo.