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Le Pussy Riot rischiano 7 anni di detenzione per un concerto contro Putin

Rischiano fino a sette anni di galera, le tre ragazze, appartenenti al gruppo musicale punk delle Pussy Riot. Il tribunale Khamonichevksi di Mosca, il 20 luglio, ha prolungato di altri sei mesi la detenzione preventiva per le giovani cantanti.

Le Pussy Riot sono famose in tutta la Russia per i loro testi provocatori e per il modo singolare in cui si esibivano. Solitamente suonavano in strada in prossimità di luoghi importanti come il mausoleo di Lenin sulla piazza Rossa, la sede del governo alla Casa Bianca sulla Moscova o nel cuore del viale Pushkin. La prassi prevedeva che i mini concerti fossero interrotti dalla polizia, che invitava le ragazze ad interrompere l’esibizione tra sorrisi e curiosità generale.

Il loro ultimo concerto ha, però, fatto infuriare il Patriarca Kirill. Le ragazze avevano scelto come sede della performance la Chiesa del Santissimo Salvatore, simbolo della rinascita della Chiesa Russa, e la scaletta prevedeva una “preghiera” il cui ritornello diceva: “Oh Madonnina, liberaci da Putin”. Anche qui lo sgombero era stato abbastanza pacifico per gli standard della polizia russa.

Il Patriarca non ha per niente gradito la scelta delle ragazze e ha sporto denuncia accusandole di sacrilegio e di gravi offese alla fede religiosa, invitando lo stesso Putin ad intervenire sull’accaduto.

In realtà, la questione ha creato non poco imbarazzo alle istituzioni russe, soprattutto dopo la solidarietà espressa alle Pussy Riot da star internazionali come Red Hot Chili Peppers, Sting e Peter Gabriel. Putin finora non ha sfiorato l’argomento, mentre il primo ministro Medvedev, ospite delle Olimpiadi di Londra ha detto che "Sono fortunate ad essere nate in Russia, perché saranno giudicate con tolleranza". Anche se, in fondo, entrambi sperano in un gesto del Patriarca Kirill che ritiri la denuncia e che perdoni le ragazze. Le scuse delle Pussy Riot sono state presentate in tribunale in una nota, letta dall’avvocato difensore: «È stato un errore dal punto di vista etico quello di portare il genere 'preghiera punk' in un tempio religioso, ma non pensavamo fosse offensivo». Inoltre, hanno rivendicato le loro intenzioni inoffensive: "Volevamo solo contestare Putin e la legittimità delle elezioni". La polemica ha trasformato il gruppo, da semplici contestatrici, in simbolo della ribellione al potere di Putin contro l'ingerenza della Chiesa Ortodossa nel governo.

La questione sta dividendo il paese tra i fan delle Riot e i conservatori religiosi. Sondaggi fatti tra la popolazione hanno dimostrato che secondo più della metà della popolazione il gesto non può essere perdonato e va punito, ma quasi tutti sono d'accordo che la pena di sette anni di detenzione sia inappropriata, soprattutto per un paese che ha ancora fatica a garantire i diritti umani.

Nel frattempo le tre ragazze, Maria, Katia e Nadia, età media 23 anni, sono apparse al processo chiuse nella gabbia per i detenuti pericolosi, mentre i servizi segreti russi lavorano per rintracciare le altre componenti del gruppo. 

Commenti all'articolo

  • Di Sandro kensan (---.---.---.51) 31 luglio 2012 21:45
    Sandro kensan

    Qui in Italia se manifesti pacificamente contro la TAV ti mettono in galera e ti picchiano sull’asfalto. Poi i giornali non parlano di una protesta pacifica che ha coinvolto bambini, donne e anziani ma di black block e di violenti che hanno picchiato la polizia.

    I soliti doppi pesi: qui le tre ragazze vengono dipinte come candide e non violente contestatrici ( la vedo dura andare nella basilica di San Pietro a contestare le scelte governative pro-papali senza che la stampa non si scateni contro i contestatori), in Italia le donne e i bambini no tav sono black block.

    Io mi sono rotto di questi articoli del cavolo (per usare una circonlocuzione).

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