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Per Federica Pellegrini un’Olimpiade da dimenticare. Restano solo le polemiche

Non è arrivato l’atteso riscatto di Federica Pellegrini, per la nuotatrice azzurra solo il 5° posto nella finale dei 200 metri stile libero. 

La Pellegrini ha dovuto cedere il trono olimpico alla statunitense Allison Schmitt che ha stabilito il nuovo record in 1’53"81, medaglia d’argento alla francese Camille Muffat (1’55"58) e bronzo olimpico all’australiana Bronte Barratt (1’55"81).

"Io ho dato tutto quel che posso ma è così. Non potevo andare a medaglia, altrimenti l'avrei fatto" le dichiarazioni a caldo della Pellegrini, che ribadisce: "Non rimpiango niente, rifarei tutto quanto. Ora riparto da zero e pensiamo alla staffetta". Infatti, prima di tirare le somme di questa, finora, deludente olimpiade Federica dovrà cimentarsi nella staffetta 4x200 stile libero e la 4x200 mista.

A fine gara, la Pellegrini ha confermato la sua intenzione di fermarsi un anno, per riprendere fiato e raccogliere i pensieri, ma se qualcuno crede che questo sia un ritiro sbaglia. Federica a Rio 2016 vuole esserci e sono le sue parole a confermarlo: “Certo, fa male aver chiuso un ciclo della mia vita così, ma sono contenta di averci provato fino alla fine. È lo sport, e bisogna saper essere sereni anche perdendo. Mi fermo un po', ma a Rio ci sarò".

Spazio anche alle polemiche sulla preparazione, definita inadeguata già dal suo collega e compagno Filippo Magnini che aveva avuto da ridire sul lavoro svolto per migliorare la velocità. Anche Federica con toni più pacati, senza indicare un vero colpevole, ha voluto dire la sua: "Non siamo arrivati a queste Olimpiadi in forma adeguata. Abbiamo cercato di voltare pagina dopo i 400 stile libero, ma se non sono riuscita ad abbassare nei 200 il tempo ottenuto in semifinale un motivo c'è. Magnini ha fatto bene a evidenziare che non siamo arrivati in forma: nessuno di noi ha ottenuto i risultati alla portata, nessuno è arrivato in condizione. Per un motivo o per l'altro, è stato così".

Nessun colpevole o meglio tutti colpevoli, ma sembra facile prevedere una rivoluzione nello staff tecnico della nazionale di nuoto azzurra. 

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