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Dogmi scientifici e scienza dogmatica. Seconda parte

La nemesis storica e Hawking sembrano riprendersi la rivincita su dogmi oscurantisti: "dio non serve per spiegare la nascita dell’universo" afferma lo scienziato.

Questo articolo più che affermare delle verità assolute vorrebbe essere uno strumento di dialettica, forse impossibile, tra chi, per interpretare la realtà, utilizza dogmi scientifici e/o religiosi, e chi usa il pensiero per cercare di decifrare ciò di cui, per deduzione, si conosce l’esistenza ma non se ne conoscono né le cause, né si hanno prove tangibili per dimostrare la realtà di questa esistenza; potremmo definire questo paradigma “ricerca di un invisibile pensabile ma non verificabile sperimentalmente”.

È il millenario problema dell’arké direbbero i presocratici, dell’origine, diremmo noi.

Da sempre le scoperte scientifiche hanno messo in discussione se non abrogato i dogmi religiosi. Il caso più famoso, che aveva paralizzato la ricerca astrofisica per quasi duemila anni, è stato il doloroso passaggio dal dogma tolemaico al sistema copernicano. Dogma in realtà mai abiurato dalla chiesa, nonostante le “scuse”, dopo “solo” cinquecento anni a Galileo.

A Giordano Bruno non sono state porte nemmeno le scuse. Bruno intuì, con il metodo scientifico deduttivo, “non sperimentalmente verificabile”, che nello spazio esistevano “infiniti mondi”, e per questo, e per altre amenità, nel 1600 fu bruciato vivo, a Roma in piazza Campo dei Fiori. Forse anche perché, egli al contrario di Galileo, non abiurò la verità, non piegò la spina dorsale resa troppo integra dalla propria identità umana ma, come scrissero le cronache di allora: “stette sempre con la sua maledetta ostinazione aggirandosi il cervello e l’intelletto con mille errori e vanità” ( …) “et diceva che moriva martire e volentieri, e che la sua anima se ne sarebbe ascesa in paradiso”. Ed ai giudici che lessero la condanna al rogo egli disse: “avete più paura voi a pronunciare questa sentenza, che io ad ascoltarla”.

Ora la nemesis storica e Hawking sembrano riprendersi la rivincita su questi dogmi oscurantisti: "dio non serve per spiegare la nascita dell'universo" afferma lo scienziato. Ma immediatamente i teologi insorgono dicendo: “Badate Hawking è uno scienziato, che non ha mai non ha capito "Il Creatore", secondo lui "Dio il Creatore" è solo una fiaba, ma non sa spiegare chi ha creato l’universo".

Lasciata, doverosamente, la libertà di credenza, si potrebbe rispondere che neanche per quanto riguarda il cancro non si conoscono ancora bene le cause, ma non per questo si può affermare che l’ha creato Dio. Ma forse il cancro non è di pertinenza teologica.

Però, se ancora non si conosce l’origine di una cosa, sarebbe buon senso aspettare di conoscerla prima di decidere dogmaticamente sulla sua realtà!

Senza offendere nessuno, potremmo dedurre da questi “pensieri” integralisti, che il concetto di epoché, nella sua accezione primaria, arresto, inteso come sospensione del giudizio, non è stato assimilato né dalla filosofia, né dalla teologia e a volte neppure dalla scienza, visto che vengono pubblicate sui giornali scoperte assurde che potrebbero venire confutate da una lavandaia, con tutto il rispetto per le lavandaie. Un caso recente è quello di un articolo pubblicato su La Repubblica, confutato dallo psichiatra Massimo Fagioli sulle pagine di Left, nel quale si affermava che i bambini sino a cinque anni non sognano.

Ecco, cretinerie del genere vengono pubblicate acriticamente sui giornali e magari lette acriticamente come fossero dogmi ai quali credere ciecamente, senza pensare che i nostri bambini dall’età di due anni circa cominciano a raccontarci i sogni della notte e, certamente, se giungessero prima ad un pensiero verbale ben strutturato, ce li racconterebbero ancor prima. Nei primi 12 – 18 mesi di vita è difficile che i bambini riescano a raccontare i sogni. Ma sicuramente in questa fascia di età, l'attività onirica svolge un importante ruolo psicologico nel normale sviluppo del bambino.

Eppure, le pagine del quotidiano più letto in Italia, si mutano in tavole di Mosé dove un dio-scienziato può tracciare le proprie “leggi scientifiche”.

Prendo il ruolo di “avvocato del diavolo”, ancora presente nella Sacra Rota, cioè il tribunale ordinario della Santa Sede, e inizio a pormi e a porre delle domande per cercare, magari dai lettori, una risposta.

Navigando tra i dogmi cristiani si possono incontrare delle “piccole incongruenze”. Uno di questi è quello dell’'Immacolata Concezione. Questo dogma, cattolico, proclamato da papa Pio IX, solo l'8 dicembre 1854 con la bolla Ineffabilis Deus, sancisce come la Vergine Maria sia stata preservata immune dal peccato originale fin dal primo istante del suo concepimento. Ora, se fino a pochissimi anni fa questo dogma era lasciato, dagli scienziati, li in un angolo come qualcosa, da una parte indimostrabile e dall’altra non contestabile, ora con l’inseminazione artificiale vengono a porsi dei quesiti che premono alle porte dell’intelligenza.

Con l’inseminazione artificiale il peccato per il quale il neonato nascerebbe con il peccato originale viene a mancare. Quindi, per logica, al piccolo, immune da ogni male, non serve il battesimo il quale, come ci hanno insegnato a catechismo, monda dal peccato originario.

A questo punto qualcuno potrebbe pensare che la chiesa fa di tutto per osteggiare l’inseminazione artificiale, perché verrebbero meno i presupposti per il battesimo; oppure che non vuole uno stuolo infinito di persone con l’immacolata concezione, non so che dire, potrebbe anche essere.

Ma sorge un altro problema: se una donna vergine, si fa impiantare un ovulo inseminato, e quindi senza fare peccato, anziché partorire subisce un taglio cesareo, come la mettiamo? È un’altra “Madonna” vergine? O forse si diventa “Madonne” non solo per aver concepito senza peccato, non solo per aver partorito rimanendo vergine, ma è anche necessario partorire dio? No è vero lo dice la bolla Ineffabilis Deus, ella, Maria di Nazaret, era immune dal peccato originale fin dal primo istante del suo concepimento. Vedi, si deve leggere bene le carte prima di parlare… però, come avvocato del diavolo, posso dire che se una bambina nasce da inseminazione artificiale, quindi immune dal quel peccato originario che avrebbero creato dai suoi genitori se avessero copulato, poi, rimanendo vergine, a sua volta fa l’inseminazione e fa nascere il suo bambino con il cesareo, rimanendo vergine, ha se non tutte, ma quasi tutte le carte in regola per ambire allo status di Immacolata Concezione. O no.

Che pasticcio ora capisco perché ci sono un sacco di teologi che pensano a ‘stè cose, non è mica semplice … comunque son domande … se qualcuno può rispondere magari un teologo … o un teologo scienziato, o uno scienziato teologo…

La prima parte è qui

Commenti all'articolo

  • Di paolo (---.---.---.153) 1 ottobre 2010 14:07

    Non sono un teologo, non sono un teologo scienziato e neppure uno scienziato teologo . Pertanto probabilmente non ho i requisiti giusti per inserirmi in questa dotta dissertazione sull’eterno conflitto tra scienza e religione .

    Tuttavia la mia particolare cultura scientifica mi induce a proporre una chiave di lettura un po’ diversa , con la precisazione , in via preliminare , che sottoscrivo sul piano della sostanza l’articolo di Zanon dalla prima all’ultima parola . Quindi , come dicevo , probabilmente non sono l’interlocutore con cui l’autore auspicherebbe confrontarsi . Spero di essere perdonato .
    Scienza e religione sono come le due facce di una stessa medaglia , se vedi l’una non puoi vedere l’altra e ogni compromesso e’ funzionale a qualcosa . Nel caso di Galileo e’ servito a salvargli la pelle . 
    In matematica la maggior parte delle equazioni hanno soluzioni complesse , ossia soluzioni che hanno una parte "reale " e che suddividono in quantita’ concrete una torta , ed una parte " immaginaria " preceduta convenzionalmente dalla lettera "i" che soddisfa ad un puro esercizio di astrazione .
    Tuttavia e’ capitato che queste soluzioni complesse siano servite come supporto matematico alla analisi vettoriale che spiega fenomeni fisici reali con i quali abbiamo a che fare tutti i giorni , per es. i campi elettromagnetici .
    Quindi una astrazione puramente "immaginaria " ha consentito di spiegare fenomeni fisici concreti e reali .
    Quello che purtroppo la scienza non e’ ancora riuscita a fare e’ quello di dare concretezza reale all’immaginario o , detto in altri termini , l’equazione Dio = esiste non ha per il momento soluzioni reali ma soltanto immaginarie . Ossia Dio esiste perche’ non avendo qualcosa di reale che dimostra il contrario affermo che esiste e la chiamo fede.
    A questi punti le due strade si dividono implacabilmente tra chi cerca disperatamente giorno dopo giorno di dimostrare l’esistenza di Dio e quelli che ci credono punto e basta .
    Questo postulato "Dio esiste" , riduce o elimina la fatica di comprendere e promette un futuro dopo la morte . La scienza non puo’ fare niente di tutto questo , ti puo’ curare la malattia ,ti puo’ innondare di nuove tecnologie che soddisfano la vita di tutti i giorni , ma non puo ’ regalarti il sogno dell’immortalita’ dell’anima .
    Concludo quindi dicendo che il tentativo di conciliare posizioni cosi’ diverse e’ puro esercizio accademico .

    paolo
    • Di Gian Carlo Zanon (---.---.---.113) 2 ottobre 2010 21:28
      Gian Carlo Zanon

      Grazie Paolo per questo importante commento, definire dio (quello delle tre religioni monoteiste) come "fede" è una sintesi perfetta.
      E’ fede, e quindi credenza, perché, per gli atei, questa divinità è solo una astrazione della mente; al di là delle sovrastrutture culturali questa non esistenza "esiste" solo nell’immaginario del credente e per ogni credente questa divinità ha caratteristiche proprie.
      Anche se ufficialmente il credente aderisce senza obiezioni alla religione della comunità religiosa, in realtà, proprio per la caratteristica di essere creata in modo originale nella mente di ogni individuo, ogni credente ha la sua divinità personale; divinità che corrisponde alla realtà interna del credente e che quindi muterà nel tempo come, e se, la realtà interna del credente muterà nel tempo.
      Essendo italiano conosco bene la religiosità del popolo dei cattolici italiani, e posso affermare con certezza, che, in barba a tutti i comandamenti, a tutte le dottrine, a tutti i dogmi vecchi e nuovi, ogni cattolico vede il dio cattolico come un piatto di pasta che egli può condire a suo piacire.

    • Di Gian Carlo Zanon (---.---.---.113) 2 ottobre 2010 21:30
      Gian Carlo Zanon

      Ancira una cosa Paolo:

      Per quanto riguarda la parola "ateo" penso che questo fonema non rappresenti bene l’essenza di chi non ha un credo religioso. La lettera "a" privativa, ci parla di una mancanza. In effetti si può pensare che manchi il pane, che manchi il latte, la luce, ma non si può pensare che all’"ateo" manchi Dio per il semplice fatto che questa non entità esiste solo nella mente di chi crede.
      Quindi, se vogliamo dare un senso reale alle parole, forse, dobbiamo dire che la parola da contrapporre a "credente" non è "ateo", non è nemmeno "non credente", potrebbe essere ... pensante.

  • Di paolo (---.---.---.153) 4 ottobre 2010 20:56

    a Giancarlo Zanon


    Ti ringrazio per avere colto il significato delle mie parole . Ateo significa "senza dio" e quindi puo’ essere facilmente affibiato a tutti coloro che non sono religiosi , dove per religioso si intende colui che e’ conforme ai precetti morali e rituali di una determinata religione (dogmi).
    Senza dio viene pertanto associato a senza senso religioso , ossia puro materialismo.
    Quello che io sostengo e’ che la religiosita’ , nella sua accezione piu’ ampia , e’ il sentimento che spinge l’uomo alla ricerca della verita’ attraverso il dubbio .
    Ecco il dubbio e’ il sentimento religioso che e’ insito nel pensiero scientifico .
    Tieni inoltre presente che l’esperienza umana si sviluppa in una realta’ quadrimensionale (cronotopo) che attribuisce significati come " inizio e fine " ma che non e’ detto siano necessariamente universali .
    Quindi anche la creazione ,che necessita logicamente di un creatore , potrebbe essere limitata alla percezione umana ma non necessariamente vera .
    Concludo dicendo che uno scienziato non credente non e’ quindi un’ateo ma semplicemente un’individuo che non ha bisogno di un feticcio per credere in qualcosa .

    paolo




    • Di Gian Carlo Zanon (---.---.---.162) 5 ottobre 2010 10:11
      Gian Carlo Zanon

      Grazie per queste informazioni scientifiche. Io non avevo mai nemmeno sentito parlare di (cronotopo).
      Per quanto riguarda la religione, però, non c’è come dici tu una percezione, non vengono messi in moto i cinque sensi percettivi, c’è solo una credenza che rimane nella mente del credente. Nemmeno nel delirio e nell’allucinazione c’è una percezione; nel caso del delirio vi è una assegnazione completamente alterata di senso all’oggetto percepito (nesso strano lo chiamano gli psichiatri) nel caso dell’allucinazione tutto è "visto" nella mente del malato.





  • Di paolo (---.---.---.115) 5 ottobre 2010 15:53

    a  Zanon 


    Giustissimo la religione non viene percepita . Pero’ il mio termine " percezione " si riferiva al concetto di "creazione " che e’ insito nell’animo umano .Lo definirei il senso dei sensi .
    Cronotopo e’ un termine  usato in fisica per definire l’entita’ spaziotemporale , ossia le tre dimensioni spaziali piu’ la dimensione temporale .
    Qualunque evento fisico (conosciuto) si sviluppa in un sistema quadrimensionale . 
    La teoria della relativita’ , fondata sulla invarianza della velocita’ della luce in qualsiasi sistema di riferimento , si fonda proprio sul legame intrinseco che unisce spazio geometrico e dimensione temporale .
    Il punto da stabilire e’ fino a che punto la teoria della relativita’ (generale)che trova riscontri sperimentali oggettivi , puo’ essere applicata a tutto l’universo o a tutti gli universi . Per es. in uno spazio n-demensionale .
    Galileo e Newton avevano trovato la soluzione a tutti i problemi di natura meccanica che l’uomo affrontava nella vita quotidiana . Le leggi della meccanica classica .
    La meccanica quantistica ha mostrato i limiti di questa teoria che non puo’ essere applicata a tutti i fenomeni fisici .
    Quello che io intendevo dire e’ che " inizio e fine "potrebbero valere soltanto nei limiti ristretti della nostra "percezione " umana e quindi conseguentemente potrebbe non avere senso la" creazione " sulla quale viene strutturata tutta l’impalcatura di una qualsiasi religione .
    Ossia se manca un’ inizio ed una fine non c’e’ bisogno di un creatore e tutte le religioni vanno a ramengo . 
    A meno che non si faccia come gli inquisitori di Galileo che non vollero guardare attraverso due vetri infilati in un tubo . E amen .
    Comunque ti ringrazio per le tue precisazioni e ti leggo sempre con grande piacere .

    ciao - paolo



    ciao - paolo
  • Di (---.---.---.36) 10 febbraio 2016 06:05

    Sono incappato in questo articolo per caso ed ho letto con curiosità il suo tuo contenuto. Noto con dispiacere che l’autore inciampa in un errore anche peggiore di quello che egli stesso rimprovera ai lettori di articoli del tipo di quello sui bambini di 5 anni che non sognano. L’errore di questi ultimi è quello di prendere per buone le tesi di articoli ipotizzanti teorie bislacche smentite dalla pura osservazione empirica o dall’esperienza (ad esempio ricordo chiaramente che sognavo anche prima dei cinque anni). Sarebbe interessante capire come fa a sapere che queste tesi vengono prese per buone ma non è questo argomento l’oggetto della mia osservazione. Ciò che rimprovero all’autore è di costruire tutto un castello di conseguenze logiche basato, però, su un errore di fondo dovuto alla sua ignoranza di cosa si intenda per peccato originale e di come e perché esso venga trasmesso. In pratica se la canta e se la suona da solo. Per peccato originale si intende il peccato di Adamo trasmesso poi ereditariamente a tutta la sua progenie; non, come pensa l’autore dell’articolo, ciascun atto sessuale che ha come esito il concepimento di una nuova vita. Prima di avventurarsi in elucubrazioni strane sarebbe il caso di studiare un minimo la materia che si vuole trattare altrimenti si fa peggio di coloro che si critica. Non basta aver fatto la prima comunione a otto anni o avere una zia che va dire il rosario per essere esperti nella materia. Basterebbe leggere qualcosina dell’argomento che si vuole trattare prima di lanciarsi in ragionamenti basati sull’ignoranza della materia di cui si parla. È così che si evitano le brutte figure.

  • Di (---.---.---.36) 10 febbraio 2016 06:11

    Altro esempio di ignoranza della materia mostrata dall’autore: egli ritiene che per immacolata concezione si intenda il parto virginale. Non è assolutamente così e non mi dilungherò neanche a spiegare di cosa si tratta nella speranza che l’autore dell’articolo sia stimolato ad andare a leggersi almeno che dice Wikipedia sull’argomento, prima di ingaggiarvi polemiche coi teologi..

  • Di (---.---.---.36) 10 febbraio 2016 06:15

    Le pagine di un sito web si possono trasformare in tavole della legge in cui un Mosè spara castronerie a caso, per parafrasare Zanon.

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