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Dal "gioco di Napoleone" al letto di Napoleone ( prima notte di nozze di un’imperatrice)

Ha passato l’infanzia a pensare a lui come un orco.

Il suo gioco preferito, da piccola, era il "gioco di Napoleone".

Maria Luisa d’Asburgo, arciduchessa D’Austria e il fratello Francesco Carlo hanno chiamato Bonaparte un pupazzo di legno. Lo sbatacchiano, lo insultano, gli danno fuoco, sfogano su di lui rabbie, risentimenti e paure.

Quando nel 1805, Napoleone entra a Vienna dopo la vittoria di Austerlitz, nella quale ha schiacciato gli eserciti russo e austriaco, lei è costretta a fuggire con la sua famiglia verso Cracovia.

Dal "gioco di Napoleone" al letto di Napoleone ( prima notte di nozze di un'imperatrice)

 
Ha ormai 14 anni (è nata nel 1791) e pensa ai francesi come barbari. Su Napoleone inventa storie raccapriccianti che racconta al fratellino per terrorizzarlo:
"Calpesta ostie consacrate", "Spara ai suoi stessi ufficiali", "Butta i preti nel fuoco" e così via.
 
Pochi anni dopo, quando è ancora una giovane fanciulla in fiore, accade quello che lei non aveva mai previsto, né immaginato.

Ha diciotto anni e scrive nel suo Diario: "Mi hanno detto che Napoleone mi ha nominato come quella che dovrà sostituire Giuseppina. Ma si sbagliano: lui ha troppa paura di un rifiuto e troppa voglia di farci ancora del male per avanzare una simile richiesta: E poi papà [l’imperatore Francesco I] è troppo buono per costringermi ad un passo del genere."

Non sa che Metternich ha già combinato tutto.
Il matrimonio del secolo tra il quarantunenne imperatore dei francesi e la diciannovenne arciduchessa si svolge l’11 marzo del 1810, per procura, in Austria.

Dopo di che la novella imperatrice si mette in viaggio per raggiungere, con la trepidazione e l’ansia che non ci è difficile immaginare, il suo augusto sposo.

Maria Luisa lascia Vienna il 13 marzo.
Nella sua carrozza non smette di esaminare i regali di nozze che le ha mandato il marito: una cesta piena di gioielli, abiti per tutte le occasioni, sessanta dozzine di guanti, dodici dozzine di ventagli, bellissimi scialli, per la toilet quotidiana tutto in oro e argento massiccio, bidet compreso.

Il viaggio dura 14 giorni.
In un crescendo di curiosità e di eccitazione.
Ad ogni sosta trova ad attenderla corbeilles di fiori, dolci, altri gioielli, perfino quaglie e fagiani per la sua tavola.
 
 
L’arciduchessa è frastornata. E’ del tutto inesperta di affari di cuore, ma non può non capire che sta per raggiungere un uomo che sta facendo di tutto per piacerle e per conquistarla.

Il 27 marzo, sotto uno scrosciante acquazzone primaverile, il fantoccio che tante volte ha bastonato da bambina si materializza di colpo.

Napoleone non viene meno alla sua fama di stratega. Apre lo sportello della carrozza all’improvviso e salta dentro allegro, emozionato, fradicio.

Indossa la solita leggendaria divisa (è un caso oppure è stratega anche in questo piccolo particolare?)

Napoleone va immediatamente all’attacco: la bacia, le dice cose gentilie e galanti.
Lei non indietreggia e arditamente e vezzosamente gli dice: "I ritratti, maestà, non vi rendono giustizia".

Arrivano alle 21.30 a Compiegne.

Napoleone è deciso adi infrangere il protocollo, consumando quella sera stessa la prima notte di nozze: ha chiesto al vescovo di Nantes se il matrimonio per procura a Vienna gli ha già conferito i diritti di un marito sulla moglie; ricevuta una risposta positiva, ha deciso di unirsi alla moglie prima della cerimonia a Parigi.
 


Il savoir faire però non è il suo forte. Un po’ burocraticamnte chiede alla sposa: "Che istruzioni avete avuto dai vostri genitori?"

La moglie risponde "Di essere tutta vostra e di obbedirvi in ogni cosa"

A quel punto l’imperatore prega la sorella Carolina di appartarsi con la cognata e di riassumerle brevemente il significato dei doveri muliebri.
 
 
Rimangono soli. Lui la invita a far toilette ("Andate a cambiarvi, dobbiamo ancora parlare di noi" le dice rassicurante) ma quando torna la abbraccia e comincia a baciarla.

La fortissima sensualità di Maria Luisa è risvegliata quella notte.

Il mattino dopo lo sposo non riesce a trattenere la sua soddisfazione e si abbandona con il suo cameriere ad un commento da caserma: "Spòsati una tedesca", che è come invitarlo a dire in giro che la moglie sotto le lenzuola è una specie di vulcano

Ricorderà poi l’imperatore, nell’esilio dell’isola d’Elba: «Andai da lei ed essa fece tutto ridendo. Ha riso tutta la notte».
 
[tra le fonti dell’articolo il libro di Luca Goldoni Maria Luigia donna in carriera]
 

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