Cyberbullismo a Messina: le responsabilità di allievi, professori e genitori
Un patetico quanto vergognoso episodio di cyberbullismo è avvenuto in una scuola media di Messina: una professoressa, probabilmente poco illuminata sulle "doti" da hacker di alcuni suoi giovani alunni, decise di utilizzare un software online per meglio interagire con la classe. E fin qui tutto nella norma.
Disgraziatamente la docente ebbe l'opinabile idea di utilizzare come credenziali d'accesso al software, per le varie utenze, i rispettivi nomi come username e le date di nascita come password di ciascuno allievo. Una chat interna avrebbe consentito la comunicazione istantanea tra la prof e gli scolari anche da casa.
Secondo voi, avide menti del presente e del futuro, cosa sarà accaduto? E' successo che uno o più studenti "spiritosi" (applicando la regola elementare dell'1+1) hanno utilizzato le credenziali di compagni per accedere alla chat sotto falsa identità e insultare in modo sessista, offensivo e oltraggioso altri compagni/e.
Improvvisamente tutti i dispositivi Whatsapp, presenti negli smartphone dei vari genitori, s'intasano di messaggi indignati provenienti dalle famiglie i cui figli/e erano stati insultati o derubati dei loro account dai cyberbulli.
La scuola viene repentinamente informata dell'accaduto e risponde a sua volta minacciando che: se i colpevoli non ammetteranno le loro colpe sarà punita tutta la classe e informata la Polizia Postale.
Se abitassimo nel paese di Utopia, i colpevoli si farebbero avanti, messi alle strette dai loro stessi genitori; così non è stato. Di conseguenza sarebbe auspicabile che siano proprio i tecnici informatici della Polizia a chiarire: gli indirizzi ip dei vari terminali mobili non mentono e i tabulati delle compagnie telefoniche nemmeno.
Credo sia necessario fare in modo che anche i giovanissimi comprendano quanto dalle azioni avventate scaturiscano spesso conseguenze imprevedibili e lesive per il prossimo e per loro stessi.
Se noi genitori non riusciamo a far distinguere ai nostri figli la sottile differenza tra uno scherzo gradevole e un'azione infamante, forse siamo noi medesimi i veri responsabili delle loro deplorevoli gesta.
Infine, una tirata d'orecchio anche per la povera professoressa: la prossima volta sia lei stessa a creare i vari account per gli allievi e usi possibilmente credenziali prodotte da un generatore automatico di password; in rete se ne trovano tantissimi gratuiti.
L'errore nel quale è scivolata, suo malgrado, la nostra prof è lo stesso nel quale cadiamo quotidianamente anche noi genitori, concedendo assoluta libertà di movimento sul Web anche a ragazzini ancora troppo immaturi; talvolta per eccesso fiducia altre volte per semplice pressappochismo.
Internet è un formidabile strumento di conoscenza, tuttavia, se mal utilizzato può cagionare danni, specie quando i più vulnerabili vengono presi particolarmente di mira dai bulletti di turno. I malcapitati ragazzini rischiano di subire gravi danni alla personalità e all'autostima; quindi non sottovalutiamo mai i rischi provenienti dalla Rete!
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