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Cosa hanno in comune Usa, Russia e Cina? Centrali nucleari a rischio!

In seguito ai fatti di Fukushima, pressoché tutti i Paesi che ricorrono all'energia nucleare sono corsi ai ripari. La Germania ha annunciato la chiusura delle centrali entro il 2022; la Svizzera farà lo stesso. La maggior parte, invece, ha deciso di proseguire su questa strada, mettendo però sotto osservazione i propri impianti.
E non mancano le sorprese. Gli Stati dove gli impianti evidenziano le maggiori preoccupazioni sono proprio quelli economicamente e geopoliticamente più influenti: Stati Uniti, Russia e Cina.

Stati uniti. È qui che si registrano i maggiori allarmi. Un'inchiesta elaborata da Associated Press in collaborazione con la Nuclear Regulatory Commission esprime serie apprensioni sullo stato di salute delle centrali, definite “vecchie e insicure”[1].

L’indagine prende in esame gli impianti sotto il profilo della sicurezza e dell’invecchiamento delle strutture svelando tutta la fragilità dell’industria nucleare civile americana. In 48 siti su 65 c’è una perdita di trizio radioattivo dovuta alla corrosione delle tubature. Sotto le vecchie centrali costruite negli anni ‘60 e ’70 ci sono, infatti, chilometri di tubazioni che stanno letteralmente andando in pezzi. In almeno 37 centrali sarebbe confermata la perdita di trizio in quantità centinaia di volte superiori ai limiti federali. Nella maggior parte dei casi, le perdite sarebbero circoscritte alle aree degli impianti, ma in alcuni casi sono state rinvenute tracce ben oltre il perimetro delle centrali. Il rapporto rivela che le fughe, a volte, possono rimanere nascoste per anni. Alla base della gran parte delle perdite, più dell’inadeguatezza dei materiali impiegati, c'è la corrosione causata da decenni di impiego. Fra il 2000 e il 2010, si sono contate 38 perdite di trizio, circa i due terzi delle quali negli ultimi 5 anni. In un complesso dell’Alabama, ad esempio, nell’aprile dello scorso anno il terreno ha subito la contaminazione a causa di una tanica che conteneva circa 4000 litri di acqua inquinata con 2 milioni di picocurie (unità di misura della radioattività) per litro. Nelle acque potabili questo avrebbe potuto significare un superamento di 100 volte dello standard di salute stabilito dalla U.S. Environmental Protection Agency (EPA).
In nessun caso, stando al rapporto, si sarebbe comunque verificata una contaminazione delle falde acquifere. Ma nella storia dell’industria americana, ricordano gli attivisti dello Union of Concerned Scientistssono state più di 400 le perdite radioattive registrate.

Ad inquietare è anche il rischio legato alle calamità naturali. L'esondazione del fiume Missouri sta mettendo a serio rischio due impianti nucleari del Nebraska (Fort Calhoun e Cooper). In particolare l'incidente Fort Calhoun, tenuto segreto per alcune settimane, è ora classificato al livello 4. Nei giorni precedenti all'alluvione, la Omaha Public Power District aveva notificato alla centrale un allarme per “eventi inusuali”, il primo livello di una scala di quattro sugli standard di sicurezza dell’industria nucleare americana. La situazione è ancora seria, tanto che domenica 25 giugno la Nuclear Regulatory Commission ha istituito un centro di risposta per monitorare la situazione. Nonostante l'impianto fosse stato progettato per resistere a piene fino a 1.014 metri, è bastata un'esondazione di 1.008 metri a sommergerla.

Il rischio sistematico di inondazione per gran parte delle centrali trova la sua origine in una scelta di opportunità. Per minimizzare i costi di aspirazione dell'acqua, indispensabile per il raffreddamento degli impianti, in parecchi casi si è deciso di situare gli impianti in prossimità dei fiumi. E in luoghi non troppo sopraelevati. Questo perché, anche un solo metro ulteriore di dislivello, per i pompaggi di acqua avrebbe reso le operazioni di aspirazione antieconomiche. In pratica, lo stesso inconveniente di Fukushima: per risparmiare si è preferito non costruire le centrali troppo in alto. Si è così risolto il problema dell'aspirazione, ma al prezzo di esporre i siti al rischio, tutt'altro che teorico, di piene e inondazioni.

La controversa proposta dell'amministrazione Obama di fornire prestiti garantiti da 36 miliardi di dollari in Buoni del Tesoro per rilanciare l'industria nucleare potrebbe non avere seguito. In queste circostanze, l'aggiunta di risorse aggiuntive sotto forma di garanzie sui prestiti non può essere giustificata.

Le stesse agenzie di rating di Wall Street sono unanimemente scettiche all'idea di ampliare i siti nucleari. Dopo l'elezione di Obama, la crisi dei mutui subprime aveva arrestato la formulazione di nuovi progetti per mancanza di fondi; oggi quella del debito pubblico potrebbe ostacolare anche la manutenzione degli impianti già esistenti.

Russia

Le centrali nucleari russe sono pericolosamente impreparate a fronteggiare terremoti e altre calamità naturali. A dirlo è il risultato di un'indagine commissionata dal presidente Dmitri Medvedev e reso pubblico lo scorso 9 giugno[2]. Il documento, diffuso presso gli alti uffici governativi nonché un selezionato gruppo di enti privati, non è stato reso pubblico dai mezzi d'informazione interni. Lo ha pubblicato il sito di Bellona, un'organizzazione ambientalista russo-norvegese con sede a Oslo.

Un'affermazione sorprendente, se pensiamo che finora il Cremlino aveva difeso fermamente le sue dalle pesanti critiche post Fukushima. Come lo scorso 30 aprile, quando il Primo Ministro Vladimir Putin si era spinto a definire il sistema di sicurezza nucleare del Paese come "il migliore del mondo".

Ma l'inchiesta condotta dal Consiglio di Stato ha smentito tale certezza, stilando un elenco di oltre 30 punti deboli nell'industria nucleare della Federazione, a cominciare dagli standard di sicurezza, per proseguire con la mancanza di una chiara strategia per la sicurezza, con le difficoltà di stoccaggio del combustibile nucleare esaurito, con gli elevati livelli di radioattività riscontrati in ampie porzioni di territorio.

Lo studio ha concentrato la propria attenzione su alcune centrali in particolare. Come quella di Kola o di LeningradoSotto accusa è anche la mancanza di un'adeguata gestione delle scorie. Gli impianti di stoccaggio di Leningrado, San Pietroburgo e Kursk sono vicini alla saturazione: resta disponibile solo il 15% della loro capacità e al momento manca una chiara strategia su cosa fare una volta che la capienza residua sarà esaurita. Dalla ricerca emerge inoltre che la Russia non ha mai testato i suoi impianti per l'eventualità di calamità naturali, come terremoti o alluvioni.

"La stabilità delle opere di ingegneria della maggior parte delle centrali nucleari non soddisfa gli attuali requisiti normativi di sicurezza in caso di sollecitazioni derivanti dall'impatto di calamità naturali", si legge nel rapporto.
Una delle fonti del rapporto trae origine da un'analisi interna del colosso nucleare russo Rosatom sullo stato di salute dei propri impianti. Sergei Kiriyenko, presidente di Rosatom, ha stimato che le misure necessarie per la messa in sicurezza degli impianti costerebbero circa cinque miliardi di rubli (180 milioni di dollari). Ma all'interno dell'azienda si è già scatenato un coro di voci contrarie, tese a ridimensionare gli allarmismi suscitati dal rapporto. C'è chi, come il portavoce Sergei Novikov, continua a ribadire che il livello di sicurezza dei reattori russi “è più che sufficiente”, a dispetto delle risultanze del rapporto.

Gli ambientalisti, dal canto loro, hanno applaudito la pubblicazione del documento. Per la prima volta dall'epoca sovietica, il governo riconosce le carenze della propria industria nucleare, peraltro denunciate da diverse Ong già da molto tempo.

A destare preoccupazioni è soprattutto quello di Kola, nella regione nord-occidentale Murmansk. Già nel 1992 una tempesta danneggiò le sue strutture, costringendo i tecnici ad un'interruzione d'emergenza. Si verificò una piccola perdita di materiale, ma secondo gli esperti di Bellona, che seguirono la vicenda da vicino, il disastro poteva essere molto più grave. Alcune pareti dell'impianto furono sul punto di crollare.

Cina

La Repubblica popolare cinese dovrebbe migliorare il sistema di sicurezza del suo programma nucleare in rapida espansione. A riferirlo sono gli esperti dell'Accademia cinese delle Scienze.

Pur avendo progettato il 40% degli impianti di futura costruzione nel mondo, il paese manca ancora di un'agenzia di regolamentazione e del personale sufficiente per tenere il passo con lo sviluppo del proprio programma nucleare.

Dopo Fukushima, il governo cinese ha annunciato la temporanea moratoria dei nuovi progetti in attesa di testare la sicurezza degli impianti esistenti. Una decisione insolita per un governo noto per la sua propensione a sostenere ambiziosi progetti infrastrutturali.

La Cina è diventata quasi un laboratorio vivente dell'industria nucleare, sia per i nuovi progetti di reattori che per la ricerca sulle tecniche per il trattamento e riprocessamento delle scorie. Tuttavia, il Paese denota ancora molte lacune sul piano della prevenzione e su quello, ben più serio, della gestione dei disastri. Attualmente, i sistemi amministrativi di vigilanza sul nucleare sono frammentati tra più enti e la mancanza di una gestione della sicurezza accentrata e indipendente, secondo gli esperti, pone serie preoccupazioni. Il problema di Pechino, come si vede, non è tanto nella sicurezza delle centrali, quanto nella scarsa organizzazione e nel mancato coordinamento della vigilanza. Nonostante l'elevato numero e la diffusione dei propri reattori, riguardo alla consistenza del personale e ai fondi di bilancio destinati alla sorveglianza dei reattori operativi la Cina è preceduta da Stati Uniti, Francia e Giappone.

E non trascuriamo la proverbiale scarsa trasparenza del governo di Pechino: se davvero un incidente si verificasse, la Cina lo denuncerebbe apertamente?

  1. http://www.msnbc.msn.com/id/43475479/ns/us_news-environment/t/radioactive-tritium-leaks-found-us-nuke-sites/
  2. http://www.bellona.org/articles/articles_2011/rosatom_report
  3. http://www.upi.com/Science_News/2011/06/22/Chinese-scientists-urge-better-nuke-safety/UPI-95931308781035/
Questo articolo è stato pubblicato qui

Commenti all'articolo

  • Di paolo (---.---.---.78) 9 luglio 2011 10:22

    Angela Merkel ,in forte crisi di consensi, ha in effetti preso un’impegno da far tremare i polsi . Vedremo ,da qui a dieci anni , se l’impegno sarà mantenuto .Il 28% con il nucleare dovrà essere rimpiazzato e anche se i tedeschi sono gente seria ho qualche dubbio che ciò avverrà .Credo ci saranno ulteriori proroghe . Sulla Svizzera si parla di dismissione tra più di venti anni e la quota del 40% di nucleare mi sembra una enormità per un paese non propriamente baciato dal sole .Ho il forte dubbio che ci siano cavalcate politiche sul dopo Fukushima (tutto il mondo è paese) . Si vedrà . 


    Sulla sicurezza degli impianti obsoleti hai perfettamente ragione e l’IAEA dovrebbe disporre dei poteri "politici " reali per decretarne la chiusura senza se e senza ma. 
    I criteri di audit sulla sicurezza ,compresi gli stress test ,l’armonizzazione delle procedure e l’innalzamento dei livelli standard ,dovrebbero essere le linee guida (specialmente dopo Fukushima) .
    Siamo nel 2011 e se tu sottoponessi ad un test sulla sicurezza un’auto degli anni 60 o 70 ti si rizzerebbero i capelli . Probabilmente non ci saliresti sopra neanche a motore spento (i pannelli del tetto erano in fibre tossiche , le esalazioni dei combusti entravano nell’abitacolo ecc..) . Fate le debite proporzioni occorrerebbe minimo una task force internazionale che agisca con pieni poteri .Facile a dirsi ma ... 
    ciao


  • Di Renzo Riva (---.---.---.153) 9 luglio 2011 14:02
    Renzo Riva


    Solo denunce
    Proposte nessuna
    Soluzioni zero

  • Di Luca Troiano (---.---.---.150) 9 luglio 2011 18:09
    @ Paolo: come ho già detto in precedenza, le decisioni le prendono i politici, il popolo non conta nulla.
    Il nucleare è una presa in giro per le generazioni futuri perché concentra i benefici nell’immediato scaricando tutti i costi sul futuro. In questo senso, si sposa perfettamente sia con le democrazie occidentali, le cui classi dirigenti hanno sempre un’ottica di breve periodo, sia con i più autoritari Paesi emergenti, che assumono decisioni senza ponderare troppo gli effetti remoti.
    Non possiamo stupirci che a distanza di decenni, i primi segnali di questi "effetti" comincino a manifestarsi.
    PS: non c’entra, ma vorrei fare una precisazione. Avevo proposto questo articolo 4 giorni fa, in concomitanza con un altro, comunque prima della tua lettera aperta.

    @ Renzo Riva: Combinazione, stamattina stavo facendo una ricerca sull’energia solare. Poi però mi sono annoiato e ho scritto un articolo sulla Cina. Guarda un pò, una proposta stavo per farla davvero, c’è mancato un pelo!
  • Di paolo (---.---.---.81) 9 luglio 2011 19:12

    Luca , in un paese normale i politici sono eletti per prendere decisioni . Purtroppo , come ho avuto modo di commentare in un articolo di Emilia Anfuso, da noi non sono gli elettori che scelgono l’eletto ma l’esatto opposto . E sai con quale criterio ? con le promesse che servono o che il popolo vuole sentirsi fare .Un popolo che elegge sulla base delle promesse senza mai giudicare i risultati è un popolo immaturo .Ora è il momento di promettere un futuro con energia a gogo’, pulita e senza rischi. Il nucleare non è una presa in giro , è una cosa serissima che però se messa nelle mani di gente inaffidabile può diventare estremamente pericolosa e perfino sfuggire di mano .Per questo , e solo per questo ,ho votato Si al referendum .Io non mi sono speso su questo sito a difesa del nucleare , ma a difesa di un principio di onestà intellettuale . Poi è giusto che la maggioranza decida ma non per questo è sempre giusto quello che decide la maggioranza.


    Le ipoteche alle future generazioni purtroppo le stiamo già lasciando da un pezzo e una di queste è proprio la disoccupazione che sta bruciando un’intera generazione e altre ne brucerà ancora ,proprio perchè questo paese non ha una classe dirigente responsabile ma dei cialtroni che fanno soltanto gli affari propri . Mentre conversiamo siamo ancora l’unico paese al mondo che non ha uno straccio di "programma energetico" che abbia una sua definizione strategica. Infine , guarda che l’energia solare la stiamo consumando da sempre , escludendo nucleare e geotermico, è stata l’unica forma di energia che l’uomo ha utilizzato finora e non mi dire che di guai non ne abbiamo combinati e non ne stiamo combinando . E il peggio deve ancora venire se non invertiamo la marcia.Il nucleare era soltanto una possibilità in più, adesso vedremo che succede.
    (PS. non mi riferivo assolutamente a te )



     
  • Di sberluschino (---.---.---.204) 10 luglio 2011 11:47

    Caro Paolo, caro Riva, ecc. ecc. ecc. c’è poco da dire sui vostri commenti. Dicono tutti sotto sotto la stessa cosa: se chiami assassino uno che ha deliberatamente, coscientemente, volontariamente ammazzato non sei "moderato" (chiamare assassina l’industria nucleare e, secondo voi roba da estremisti fanatici, ecc. ecc. ecc.) Non credo quindi valga la pena stare a disquisire con voi sulle "genialate" tecniche e sui "miracoli" promessi dal nucleare... L’unico concetto dei vostri pensieri su cui forse (forse perché non c’è peggior sordo di chi non vuole sentire) varrebbe la pena commentare è l’idea che "l’AIEA dovrebbe avere poteri politici reali". Beh, non so in quale mondo vivete ma l’AIEA ha poteri politici reali! Lo Stato pontificio, tanto per dirne una, fa parte dell’AIEA! La maggior parte dei soldi per finanziare le sua campagna elettorale Barak Obama li ha ricevuti dalle lobby del nucleare, lo scambio di e-mail tra governo inglese e le maggiori multinazionali dell’atomo in cui si prendeva accordi per minimizzare gli effetti del disastro di Fukushima agli occhi della gente, grazie al Guardian, sono ormai di dominio (quasi) pubblico. Se non è potere politico tutto questo, allora cos’è? Sono questi criminali che hanno potere politico reale mentre sostenitori di uno stile di vita in armonia con la natura, grazie a gente come voi, praticamente non contano nulla... 

  • Di Renzo Riva (---.---.---.151) 10 luglio 2011 14:13
    Renzo Riva

    In armonia con la natura.
    Di quale armonia parli!
    La natura di per se stessa ti sotterra
    se non la imbrigli e la pieghi alle esigenze dell’uomo.

    • Di sberluschino (---.---.---.250) 11 luglio 2011 08:38

      Figuriamoci... Figuriamoci se ci si poteva aspettare commenti diversi... "La Natura li piega e li sotterra se non la pieghi..." Accidenti! Quindi secondo il vostro ragionamento gli altri vengono piegati e sotterrati mentre voi che (a quanto pare) siete Dio, piegherete la Natura e non morirete mai, vero?

      Guarda che chi come te, prima di te (e purtroppo anche dopo di te) si è ritenuto onnipotente è sempre finito (e sempre finirà) piuttosto male. La diga che ha ceduto in Giappone a spazzato via un intero villaggio e lo tsunami del 2004 a largo di Sumatra ha fatto qualcosa come 200.000 morti! Ma di chi è la colpa? Della Natura cattivona che vuole a tutti i costi fare scorrere i fiumi oppure di quegli imbecilli di subumani che costruiscono un villaggio a valle di una diga (o una diga a monte di un villaggio che è lo stesso)? Della Natura cattivona che vuole produrre onde di tsunami lungo le coste di mangrovie o di quegli imbecilli di subumani che hanno spazzato via le mangrovie per centinaia e centinaia di chilometri di costa per costruirci alberghi, villaggi, porti turistici e quant’altro?
      Comunque, se la tua affermazione fosse seria (e non invece una battuta umoristica di dubbio gusto quale è) ci sarebbe da consigliarti un buon psichiatra... 
  • Di paolo (---.---.---.81) 11 luglio 2011 09:55

    Caro sberluschino , seguendo il tuo ragionamento , se cosi’ lo possiamo definire , e prescindendo dalla inclinazione alla aggressività verbale tipica di coloro che hanno il cervello inchiodato su un’idea , io non sono in linea di principio contrario ad una vita contemplativa . Steso al sole , nei mari del sud e in piacevole compagnia si vive certamente meglio che non in una fabbrica o un’ufficio ed in perfetta armonia con la natura .

    Purtroppo la civiltà umana , capisco di darti una notizia che non ti piace , ha realizzato un’economia di mercato (che ti piaccia o no) che presuppone l’utilizzo dell’energia , della chimica , della meccanica ecc.. 
    Questo purtroppo comporta rischi per l’uomo e per la natura . Nessuna attività (neanche l’utilizzo delle rinnovabili) prescinde da una percentuale di rischio . Sta all’uomo consapevole e attento ridurre questi rischi al minimo .Si chiama eco compatibilità.
    Ti ho fatto questa banale premessa perché una società che si basa sul profitto non potrà mai avere nei confronti dell’ambiente il rispetto contemplativo che tu desideri . O cambiamo la società , cambiando ovviamente stili di vita , o accettiamo il fatto che non si può prescindere da determinati meccanismi economici .Che non significa giustificare le mafie economiche che sono una patologia di sistema e che vanno combattute .
    Quando ho suggerito un’ente sovranazionale (formato " unicamente" da esperti tecnico -scientifici ) che controlli lo stato degli impianti(compresi quelli di altre produzioni) e che possa , qualora ne verificasse i rischi per l’ambiente ,decretarne l’immediata chiusura ,ho fatto il nome AIEA (perché attinente al nucleare) , ma potevo anche chiamarla Pippo o Santa Maria . Lo scopo è proprio quello di sottrarre gli impianti alle logiche di mercato per evitare di fare come ha fatto la TEPCO che ha creato un disastro nel tentativo di salvare il profitto.
    Purtroppo però quando si ha un cervello monocorde come il tuo , si scambia la diversa opinione o il diverso approccio al problema , per "genialate " e promesse di " miracoli " del nucleare , cose che albergano soltanto nella tua testa , che ti fanno partire in quarta nel dire cazzate e che ti potevi anche risparmiare .
    Se volevi dire che viviamo in un mondo di merda che antepone l’interesse di pochi a quello dei molti (si chiama speculazione),lo potevi fare usando altri argomenti e né il sottoscritto nè credo Riva , che nella foto ha un cappello da alpino che presuppone un’amore per la montagna (e anche per la grappa) , siamo dei pericolosi attentatori alla Natura .L’onnipotenza lasciala a chi ci crede e ne ha fatto un dogma.
     
  • Di Geri Steve (---.---.---.195) 11 luglio 2011 10:09

    grazie per l’articolo, molto interessante,ma....

    1) guarda che le tue due citta’ Leningrado e San Pietroburgo sono la stessa citta’ che ogni tanto cambia nome.

    2) a me preoccupano tanto anche le centrali dell’europa dell’est, del medio oriente (in costruzione per motivi militari), di Pakistan, India e Corea anche se -e soprattutto perche’- se ne sa molto poco.

    3) anche l’industria nucleare francese e’ nata per motivi militari (la force de frappe di De Gaulle) ma mi preoccupa meno, perche’ l’amministrazione dello stato francese era molto buona.

    4) io sono su posizioni simili a quelle di Paolo: ai referendum ho votato si’ allo stop al nucleare perche’ sono terrorizzato da cio’ che possono farci questo governo, la protezione civile, le cricche, le P2, P3, P4, l’ENI, L’ENEL, l’Ansaldo, l’Impregilo... Ma se invece vivessi in una Italia democratica, onesta ed efficiente io contemplerei ANCHE l’energia nucleare.

    saluti
    Geri Steve

  • Di paolo (---.---.---.81) 11 luglio 2011 10:22

    compreso l’errore un ufficio.Ci ricasco e adesso arriva il maestrino....

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