Caso Regeni: il mondo accademico ha alzato bandiera bianca? Ciò sarebbe vergognoso
Quasi 5000 mila accademici firmarono una lettera aperta, cinque giorni dopo il ritrovamento del corpo di Giulio,in Egitto.Una lettera che aveva come destinatario Al Sisi. Pubblicata sul The Guardian e ripresa poi dalla stampa di tutto il mondo.
Lettera dove, dopo aver espresso il dolore per quanto accaduto a Giulio,e vicinanza alla famiglia, si denunciava con fermezza la gravità del fatto che sul corpo di Giulio fossero stati ritrovati ampi segni di tortura. Come dichiarato dal Pubblico ministero egiziano.
Rilevando che "coloro che erano a conoscenza della scomparsa di Giulio prima della scoperta del suo corpo erano assai preoccupati per la sua sicurezza, dal momento che è scomparso nel bel mezzo di una campagna di sicurezza che ha portato ad arresti arbitrari di massa, un drammatico aumento di casi di tortura all’interno di stazioni di polizia, e altri casi di sparizioni, secondo la documentazione delle organizzazioni locali e internazionali per i diritti umani". Accuse pesanti, mosse dal mondo accademico.
Quel mondo accademico che in modo sconcertante in varie parti del mondo, a partire anche dall'Inghilterra e anche Italia, continua con alcune sue articolazioni a cooperare con l'Egitto come se non fosse successo nulla. Lettera nella quale si richiamavano rapporti di Amnesty International,dove si evidenziava che "reparti legati al Ministero egiziano degli Interni e al Ministero della Difesa egiziano sono usi a praticare la stesso tipo di tortura subita da Giulio contro centinaia di cittadini egiziani di ogni anno".
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