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Attenti a quei due: Berlusconi e Tremonti ci stanno facendo fare la fine della Grecia!

I partiti non berlusconiani sanno costruire una sfiducia al governo, una nuova legge elettorale per andare presto al voto e impedire che questi signori ci conducano alla distruzione economica che in parte ci hanno già confezionato?

 

Si troverà una coalizione con questi obiettivi e che possa raggiungere questi obiettivi pur di togliere l’Italia alle mani di un uomo e di un ministro dell’Economia che non sono più assolutamente affidabili? Questi due signori ci stanno mentendo e non ci stanno raccontando la verità sulla situazione dei conti italiani. Ci stanno mettendo nella situazione della Grecia, come il governo ellenico di centrodestra ha nascosto e falsato i dati di bilancio statali facendo precipitare tutto il Paese nel caos.

Cari lettori di Tellusfolio il momento è estremamente difficile ma i nostri vertici governativi non ce la stanno raccontando giusta. L’improvvisa comunicazione del 5 agosto a tarda sera del premier e del ministro dell’Economia non ha convinto molti né per l’urgenza, né per la mancata chiarezza e trasparenza sui perché dell’anticipazione della manovra che doveva essere concretizzata dal 2013. Forzare un’operazione economica sul Paese per altri 50 miliardi di euro porterebbe nel complesso a far pesare sugli italiani, specie quelli della classe media portandoli ad un impoverimento senza storia, il massimo del peso. Operazione che non è chiara. Berlusconi ha dato la responsabilità di tutto ciò – con un sorriso sulla bocca – ai mercati e alla speculazione finanziaria. Troppo facile signor Berlusca, troppo facile addossare le responsabilità a due entità generiche come i ‘mercati finanziari’ e la ‘speculazione finaziaria’. Non sono entità morte queste, ma entità vive e pulsanti e che hanno dietro soggetti di carne ed ossa che decidono cosa fare dei loro denari e dei loro poteri sia sul mercato, sia nel campo della finanza internazionale. Ma non vogliono chiamarli con i loro nomi, non vogliono ‘sputtanarli’ di fronte al mondo. No, preferiscono come le autorità dei vertici europei battere carta moneta per aiutare i Paesi in difficoltà anziché fare chiarezza e trasparenza. Per cui Berlusconi e Tremonti sono complici di questa crisi, sia perché non hanno il coraggio di dire come stanno le cose in casa nostra, sia per non voler far capire ai cittadini chi sono gli speculatori sulle piazze di mezzo mondo e che stanno in questo momento bombardando i nostri titoli pubblici. In un articolo su Finanza e Mercati del 5 agosto a pagina 2 si è riportato quanto un giornalista finanziario inglese Nick Dunbar – direttore di Risknewsletter di Bloomberg - ha scritto e cioè che la Deutsche Bank starebbe per vendere circa 7, degli 8 miliardi di euro di titoli del debito italiano: "E’ noto che anche il Tesoro italiano abbia utilizzato Swaps su cross valutari e sui tassi di interesse e bisognerebbe chiarire se, anche in questo caso, si sia giunti a qualsivoglia tipo di occultamento del debito, come accaduto con la Grecia. Recenti rivelazioni della European Banking Authority e di Deutsche Bank hanno acceso i riflettori su questa questione, anche se non ci sono pesanti evidenze nell’uno e nell’altro senso". Che dire? Illazioni, invenzioni o verità?!

Fatto sta che dovremmo un giorno aprire il pentolone della finanza italiana governata da Tremonti e vedere cosa ci ha lasciato in eredità. Per cui prima lo facciamo di mandarlo a casa e prima potremmo capire cosa ci sta dietro a quest’urgente impennata dell’intervento economico sull’Italia voluto dalla Merkel e dalla BCE.

Di fatto Prodi vorrebbe – a differenza di Bersani e Letta – far giungere fino al 2013 questo governo perché lui non saprebbe come cavarci fuori le gambe dovendo ereditare dalle urne una situazione del genere. Mentre tutti i restanti – escluso Casini – vorrebbero andare alle urne trovando insieme una soluzione anche tecnica per far fronte alle emergenze. Bersani avrebbe indicato – proprio su imput di Prodi - Mario Monti, persona accreditatissima in Europa come economista ed ex commissario europeo, però non lo vogliono bruciare sulla graticola della speculazione e dei mercati. Questo perché nessuno vuol dire come stanno le cose: chi sono questi manovratori dei mercati e della finanza internazionali? Mettiamoli alla berlina del mondo indicando centri e personaggi responsabili di questa realtà nascosta, ma reale e potentissima che muove capitali ingentissimi che fanno sempre più il bello e il cattivo tempo su qualsiasi piazza finanziaria del mondo.

Anche Draghi sa chi sono ma sta zitto pure lui perché anche lui proviene come Prodi e come Gianni Letta (l’eminenza grigia del governo Berlusconi), dalla società americana Goldman Sachs (cfr. Wikipedia: “Negli anni si è resa protagonista ed è stata apprezzata per consulenze, gestione di ristrutturazioni, fusioni ed acquisizioni aziendali, investimenti su materie prime, derivati e azioni a rischio, amministrazioni di fondi d'investimento e previdenziali. Secondo la classifica stilata annualmente dalla Vault, Goldman Sachs risulta essere la banca più prestigiosa del mondo”). E questi tre signori conoscono bene il parterre internazionale dei grandi e potenti operatori sulle piazze mondiali ma debbono stare zitti perché anch’essi parte – nonostante siano diversamente inquadrati politicamente - di questo gotha del mondo finanziario mondiale. Debbono così allinearsi alle esigenze del sistema senza criticarlo e tanto meno combatterlo. Anche le agenzie di rating sono parte di questo ‘mondo’ famelico della finanza e continuano anch’esse a fare il gioco della speculazione. Di fatto non sono state né bloccate né riformate, né da Obama né da Barroso, ma lasciate al loro predominio, capaci di distruggere con un comunicato stampa di classificazione dei bond, uno stato dall’oggi al domani come hanno fatto con la Grecia, tanto da far bruciare in un solo giorno miliardi di euro e dollari. Perché non si vuol agire su queste? Perché i criteri di controllo e di riforma del sistema politico-economico sia americano sia europeo non sono riusciti a dare una nuova struttura agli organi competenti per verificare e bloccare speculazioni e giochi internazionali di finanza mondiale? Perché? Perché non c’è un solo giornalista in Italia e forse nemmeno in Europa – per quanto ne so – capace di porre queste domande a Trichet, alla Merkel, a Berlusconi, a Barroso, a Sarkozy, a Cameron a Obama, ai grandi premi nobel? Perché nessuno vuol mettersi contro il sistema capitalistico in auge in questo momento nel mondo e che così trasformato non è più nemmeno capitalistico, ma divenuto oramai un ‘mostro’ contro il quale nemmeno più la dottrina cattolica e il Papa di Roma riescono ad opporsi pur avendo come riferimento il Figlio di Dio!

Per cui ritornando a noi e alle nostre beghe italiane siamo costretti a dire, di fronte alla realtà delle cose, che non avendo una volontà seria e valida degli oppositori di Berlusconi non si potrà avere un’alternativa di passaggio per poter cacciar via ‘er puzzone’ come si diceva un tempo di Craxi. Per cui se non saranno le cose in sé a decretare la fine del governo attuale l’opposizione non è abbastanza coesa né strutturata, ma divisa e timorosa per poter pretendere elezioni subito ed esserne pronta ad affrontarle e dare una risposta con punti chiari al Paese e a questa situazione così drammatica nella quale Berlusconi e Tremonti ci hanno fatto arrivare dall’oggi al domani dopo che da mesi ci continuavano a tranquillizzarci dicendo che tutto stava andando per il meglio e che eravamo quasi i primi della classe in quest’Europa così assalita dalla crisi economica. E ora?

Commenti all'articolo

  • Di (---.---.---.7) 9 agosto 2011 19:39

    Ottimo articolo! Hai ragione, qui con i nostri governanti e superbanchieri membri dell’Aspen Institute o del Bilderberg nessuno ha il coraggio di dire come stiano le cose, per non pestare i calli ai loro "confratelli". Anche questo è "nuovo ordine mondiale" (a buon intenditor poche parole...)

  • Di pv21 (---.---.---.45) 9 agosto 2011 20:02

    Meglio e peggio >

    Le Borse europee sono da tempo sotto pressione della speculazione internazionale. Può apparire male comune il prevalere di segni negativi. Doveroso cogliere le sostanziali differenze.

    A fine 2009 Berlusconi dichiarava che eravamo usciti dalla crisi “meglio di altri”.
    Passati quasi 2 anni la nostra Borsa è regredita ai valori minimi di marzo 2009 (mese nero). Parigi soffre, ma tiene ancora un incremento del +15%. La Borsa di Londra oscilla sopra un +30% e Francoforte è attestata al +55%.

    Se i mercati Europei paventano “ombre” recessive su entrambi le sponde dell’Atlantico, la piazza di Milano è anche “specchio” della mancata crescita.
    Le nostre Banche sono ormai “restie” a concedere credito. Confindustria parla di consumi piatti e di produzione al palo, di investimenti e di export in frenata.
    La manovra finanziaria, approvata in tempi record, non frena la salita degli interessi sul Debito pubblico.

    Nel 2013 il paese sarà "più forte e più libero" (parola di Berlusconi) con un pressione fiscale sopra il 44%?
    Intanto la crisi, ex ripresa passata a semi-crescita, continua a gravare sul paese come Se fosse Stagnazione

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