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Anagni. Ospedale. Quando i cittadini cambiano i partiti

E' possibile che la questione della sanità pubblica regionale, massacrata da queste destre indecenti, abbia provocato anche un ripensamento del progetto sanitario di un grande partito come il PD? Quando, qualche giorno fa, ho posto una domanda simile ad Esterino Montino e Francesco Scalia, intervenuti ad un incontro a Radio Hernica al quale è stato gentilmente invitato anche il sottoscritto, la risposta è stata apparentemente netta.

Il PD, in sostanza, rivendica la paternità di un progetto che non coincide affatto con il disastro di queste destre, ed ha buon gioco a dimostrarlo col piano regionale delineato da Marrazzo, nel quale non si operava alcuna chiusura per Anagni, ma anzi figurava l'incremento di altri 10 posti letto. Ciò corrisponde indubbiamente al vero. Tuttavia, a ben ricordare, a me pare che qualcosa sia effettivamente cambiato, nel momento in cui la zarina ha preso il potere della Regione. 

E' cambiata, fondamentalmente, la gestione di quella patata bollente che è la sanità pubblica laziale. A parti invertite, infatti, ricordiamo tutti quale fu l'accoglienza che si riservò al presidente Marrazzo. Il quale tentò l'impossibile missione di venirci a convincere che la chiusura di ostetricia era, praticamente, un favore fatto alla cittadinanza.

Scalia, ricordando quell'evento, ha rispolverato le ragioni che furono tentate anche allora. Al di sotto di un certo numero di parti, è stato di nuovo detto, la prestazione sarebbe diventata pericolosa per mamma e neonato. In trasmissione son stato buono. Ed ho evitato di ricordare a Scalia che il ridotto numero di parti di Anagni era stato causato anche dalla perdurante situazione d'incertezzaattraverso la quale era iniziato l'assalto al nostro ospedale. Dottori spariti e non sostituiti. Infermieri non rimpiazzati. Voci insistenti e continue di un'imminente chiusura. Insomma. L'avanguardia delle chiusure future e definitive, come la città sospettò da subito. A guardar proprio bene, qualcosa di molto simile a quanto fatto poi dai destri, e che ad Anagni purtroppo conosciamo molto bene.

Impossibile anche non ricordare l'anomalia della promessa della costruzione di un nuovo ospedale. Con la quale Marrazzo sperò d'indorare la pillola di ostetricia. Non si capì, infatti, il senso di un'operazione costosa come la costruzione di un nuovo ospedale cittadino, a fronte non solo di una struttura, quella attuale, ancora in grado di essere perfettamente efficiente. Ma a fronte anche della chiusura di un reparto, ostetricia, sostanziato da motivi di razionalizzazione economica. Insomma. Come si può chiudere un reparto per risparmiare e promettere, contestualmente, la costruzione di un nuovo ospedale?


Queste antiche contraddizioni son rimaste tali e quali anche a rileggerle oggi. E testimoniano di un progetto sanitario, come minimo, confuso. Sopratutto se s'intreccia con quello che è stato l'atteggiamento di fondo che il PD locale ha avuto sulla questione. Se c'è una cosa che non è mai mancata infatti, al nostro PD, son stati i dottori. Ebbene questi dottori, pubblicamente ma anche in colloqui amichevoli, non hanno mai nascosto di credere in un concetto di fondo. Ossia che i piccoli ospedali vanno chiusi od almeno ridimensionati. Il tutto condito con grandi discorsi sulla nuova medicina, sui suoi costi, sull'esigenza di razionalizzazione. Gli stessi concetti che Marrazzo, nella sua discesa qui in città, tentò disperatamente di far passare come qualcosa di migliorativo per i cittadini. Invano.

Le cose sono cambiate completamente con la vittoria della Polverini, come detto. Innanzi tutto perchè il cerino è passato nelle mani dei destri. E poi perchè i metodi fascisti, verticistici e menefreghisti dei destri hanno fatto riscoprire, anche ai sinistri, quanto è importante il dialogo con le realtà locali che si pretende di governare. Più i destri hanno imposto le loro scelte scellerate e disastrose, più i cittadini si son ribellati. Anche quelli stessi di destra. La Polverini ha trattato i cittadini come sudditi, convinta che il regime ideologico sarebbe stato sufficiente per far ingoiare qualsiasi rospo. Non è stato così. La sollevazione. L'indignazione. La rivoluzione cova in modo profondo in tutta la Ciociaria. Ed i destri pagheranno politicamente un prezzo devastante, quando sarà l'ora.

Nel frattempo, il PD ha avuto modo di transitare su posizioni meno miopi. A ricordare le posizioni di certi loro dottori, oggi i dirigenti del PD locale quasi si offendono. Ma è un fatto che, senza le prepotenze dei destri e, sopratutto, senza la grande spinta venuta dai cittadini, che si sono proposti in prima persona, riempiendo i vuoti delle istituzioni e dei partiti, oggi forse staremmo a protestare con parole diverse.

L'ennesima, fondamentale prova del fatto che siamo noi. Noi cittadini. Con la nostra forza. Che possiamo dare o togliere energia ad un progetto politico sballato. Ad un abuso. Ad una vergogna. Ad uno scandalo. Ad una speranza.

E possiamo contribuire, persino senza bisogno di fare tessere, al cambiamento di un grande partito.

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