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Allarme TBC: avviata una class action contro i colpevoli del contagio

Per gli esperti, entrare in contatto con il virus della TBC non significa ammalarsi. Per chi si sta trovando ad avere a che fare con il contagio, c’è poco da rassicurare. Il virus c’è. Il contagio pure. E non è una cosetta da poco.

Sembra che per dimostrarlo, lo stesso ministro Fazio si sia sottoposto al Quantiferon, un test diagnostico in vitro che stabilisce la positività o meno alla TBC, risultando anche lui positivo, senza per questo essere malato. Certo, non ne avremo mai certezza, né che abbia davvero fatto il test, né che effettivamente sia risultato positivo, ma tant’è dobbiamo fidarci…

C’è da dire che questa situazione in ogni caso ed a ragione, sta togliendo il sonno a molti, e non solo ai genitori dei bimbi nati al Policlinico. Lo spauracchio del ritorno di una malattia considerata ormai debellata da tempo, inorridisce un po' tutti, ammettiamolo.

Dopo anni di improbabili, quanto terroristiche – almeno nelle cronache nazionali – pandemie “pericolosissime” che si sono poi smontate come una maionese impazzita, questa cosa del ritorno alla TBC proprio non ci voleva. Ci eravamo un po' messi tranquilli e zac! Ecco che un nuovo dubbio, un tarlo, un tormento, si ripresenta nelle menti di ognuno. Stressandoci più di quanto già non siamo e per motivi di altra e varia natura, manovra economica e crisi in testa.

Tornando al tema principale, stavolta però a nulla – fortunatamente – sono servite le rassicurazioni del Ministero della Sanità, del Policlinico e pure della presidente della Regione Lazio Renata Polverini, Molti genitori che hanno scoperto il contagio avvenuto ai danni dei loro piccoli, si sono riuniti in una class action coordinata da Codacons ed Articolo 32.

Così, 85 famiglie richiedono il risarcimento del danno al Policlinico Gemelli di Roma, oltretutto colpevole – cronache di questi giorni – di non aver mai effettuato controlli clinici sull’infermiera ammalata di tubercolosi che – come è noto – continuava a prestare servizio presso il nosocomio.

La richiesta di risarcimento, pari a 500.000 euro per ogni famiglia che ha riportato la positività al test per la Tbc, è presentata dall’Avvocato Alessia Stabile che procederà con l’azione giuridica di fronte al Tribunale di Roma.

Una intera famiglia composta da padre, madre, figlio grande e figlio piccolo, nato al Policlinico Gemelli nel febbraio 2010, hanno addirittura tutti riportato dalle analisi di laboratorio la compatibilità con la TBC. C’è poco da stare allegri dunque.

Inoltre, allo stato attuale, non abbiamo alcuna certezza della portata del contagio: quante persone sono transitate per il Policlinico in sei anni? Quante persone in sei anni sono entrate in contatto con l’infermiera in questione? Quanti altri infermieri hanno il virus della TBC? Di conseguenza: siamo davvero certi che gli episodi siano riconducibili solo agli ultimi mesi di questo pazzo 2011?

Il direttore del Dipartimento di malattie infettive ha dichiarato: “Il 12% della popolazione italiana è positiva alla TBC e sappiamo che il nostro Paese resta a bassa incidenza di tale malattia. Facendo il medico o l’infermiere si può essere contagiati facilmente. Le persone positive, se hanno infezioni latenti, non sono a loro volta contagiose e non devono curarsi a meno che, in rari casi, sviluppino dei sintomi”.

Ma in ogni caso, perché scoprire di essere stati vittime di un contagio per una grave superficialità oltretutto intrapresa proprio all’interno di un ambiente dove – normalmente – si spera di essere curati e non certamente contagiati?

Credo che ognuno di noi, sempre, abbia il diritto di non essere aggredito dalla faciloneria con cui certe persone pensano di mandare avanti una società ormai bombardata da eventi aberranti di ogni tipo. E non è certo la “speranza di non contrarre mai la malattia” una scusa efficace per non pagare il danno subito.

Di conseguenza, credo sia opportuno per ognuno di coloro che si sono trovati con un contagio da TBC per superficialità dell’azienda ospedaliera e delle persone predisposte ai controlli sanitari interni, di associarsi alla class action appena intrapresa: prima o poi, questa società dovrà imparare che non si gioca con la vita della gente.

Commenti all'articolo

  • Di (---.---.---.237) 27 settembre 2011 11:10

    Vergogna... articolo populista e pieno di inesattezze. Nella nostra società ognuno crede di poter argomentare su qualsiasi cosa, massificando l’informazione con banalità completamente errate.

    Il MICOBATTERIO non è un virus bensì come dice il nome un batterio, contagio non è infezione etc etc etc

    Studiare prima di scrivere, non credo che l’ordine dei giornalisti possa esser contento di una rappresentanza tanto infima...

  • Di Sandro kensan (---.---.---.220) 27 settembre 2011 14:43
    Sandro kensan

    Ho letto i primi pensieri del tuo testo poi mi sono fermato. Cara Emilia ma sei sicura di volere scrivere per AgoràVox? Questo è un giornale serio. Non sarebbe meglio passare a scrivere su qualche blog personale? Sarebbe solo la tua opinione e non faresti cadere la qualità di questo giornale.

    P.S. a dire il vero mi sono venuti in menti commenti più pesanti ma siamo in pubblico e quindi è giusto contenersi.

  • Di Emilia Urso Anfuso (---.---.---.19) 27 settembre 2011 17:13
    Emilia Urso Anfuso

    Ritengo che tutto possa esser detto, ma va detto con toni e parole diverse da quelle da voi utilizzate

    Per questo motivo, penso di non dover nemmeno rispondere ai vostri commenti, e me ne dispiaccio, dal momento che - nel panorama giornalistico attuale - sono ritenuta persona moderata ed aperta al confronto.

    Qui invece, non è un fatto di confrontarsi: al "signore" che in P.S. scrive che avrebbe potuto usare commenti più pesanti, ricordo che il Web NON da alcuna possibilità all’arroganza sterile ed alla volgarità. ma a quanto pare, alcune persone ne sono convinte.

    Invito entrambi, a scrivere un articolo migliore del mio cos’ tanto dissacrato nei commenti: sono certa che saprete fare molto meglio...

    Per Sandro Kensan: lavoro ad Agoravox da anni, ed ogni volta porto il mio contributo apprezzato o meno dai lettori, ci mancherebbe: la nostra professione non ci porta mica a pensare di dover piacere a tutti. Poichè ogni articolo viene minuziosamente letto prima della EVENTUIALE pubblicazione, Le consiglio di rivolgersi alla Redazione e portare li le lamentele al mio operato giornalistico.

    Vi invio un saluto, ricordandovi che sono altri i colleghi giornalisti che dovrebbero eventualmente "vergognarsi" per come svolgono la professione

    Emilia Urso Anfuso

    p.s. non mi vergogno di aver scritto "virus" al posto di "batterio". Vi basta leggere decine di testate nazionali o locali per rendervi conto di veri e prorpi scempi, dalla lingua italiana alle stesse informazioni spesso del tutto errate. Anzi, vi ri8ngrazio: avete posto grande attenzione al mio lavoro. In positivo o negativo è sempre l’obiettivo che noi giornalisti ci poniamo

    • Di Sandro kensan (---.---.---.159) 2 ottobre 2011 23:30
      Sandro kensan

      Allora le do del Lei. Il mio P.S. forse era esagerato ed è stato frainteso. Non è mio costume scendere in volgarità ne offese gratuite ma il P.S. voleva segnalare che il mio giudizio era più duro e sconveniente di quanto affermato nel testo.

      Comunque ribadisco che i suoi articoli non sono corretti, mancano di onestà intellettuale, sembrano il frutto di un pregiudizio. Preferirei non leggerli su AgoraVox dove noto una buona qualità dei testi che non sempre mi trova d’accordo ma almeno sono una plausibile interpretazione della realtà quale non è il suo articolo.

      Detto ciò se glieli fanno pubblicare semplicemente eviterò di leggerli oppure perderò un po’ del mio tempo a commentarli criticamente.

      Cordiali saluti.

  • Di Emilia Urso Anfuso (---.---.---.19) 27 settembre 2011 17:46
    Emilia Urso Anfuso

    P.S. 2: Ho riletto meglio i commenti:

    nella nostra Società, si è persa la moderazione, la gentilezza, le belle maniere, dare del "Lei" agli estranei, non essere arroganti al primo acchitto con uno sconosciuto...Si, avete ragione, si sono perse tante cose.

    Avete ragione anche di un’altra cosa: una rappresentanza sul Web davvero...Infima.

    Fortunatamente, per pochi arroganti e volgari, sono molti coloro che ancora ricordano come porsi con gli Esseri Umani.

    Peccato: avete perso entrambi una occasione. Dire la vostra in altri termini.

    Sono convinta, che se l’aveste fatto, ne sareste usciti davvero bene anche opponendovi a quanto da me riportato nell’articolo. Avete scelto invece il metodo della sopraffazione e dell’arroganza: a cosa vi è servito?

    Chi leggerà dopo di voi, avrà comuqnue la percezione che - appunto - tutto poteva esser detto, ma in altro modo.

    Un caro saluto ad entrambi

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