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Addio a J.D. Salinger, eremita per scelta

Ieri J. D. Salinger è morto a Cornish, nel New Hampshire, la cittadina dove ha trascorso gran parte della sua vita.

Aveva 91 anni ed era l’autore di un libro straodinario:Il giovane Holden (titolo originale "Catcher in the Rye"). Un romanzo di formazione atipico, che descrive il disagio di un adolescente di buona famiglia, Holden Caufield, raccontato in prima persona con toni insieme poetici e umoristici.

Pochi anni dopo la pubblicazione del libro, un cult per tutti i giovani da cinquant’anni a questa parte, Salinger si è ritirato a vivere come un eremita, rifiutando qualsiasi contatto con il mondo esterno.

Addio a J.D. Salinger, eremita per scelta

 
Ho letto un libro su di lui tempo fa.

Speravo di trovarci qualche notizia interessante, per esempio sui veri motivi che lo hanno indotto a nascondersi per 50 anni.

L’unica persona che è riuscita ad introdursi nella sua intimità è stata una studiosa di bell’aspetto che è andata a trovarlo, lo ha sedotto ed è riuscita a coabitare con lui per qualche tempo (dal che deduco che Salinger aveva scelto sì di fare una vita d’asceta, ma che fino a qualche tempo fa aveva ancora... qualche cartuccia da sparare, buon per lui...).

Nel libro c’è anche una foto di lui al supermercato.
 


Se ne sta lì con il carrello in mano e una faccia tra il sorpreso e lo scocciato (v.foto), con quel fisico rimasto asciutto e vigoroso nonostante l’età, quel mento pronunciato e la faccia cavallina ormai diventata una cartapecora.

Il fantasma del giovane brillante che è stato.

Il libro purtropo conteneva tutte informazioni marginali.

A me e a molti altri sarebbe piaciuto sapere cosa Salinger ha scritto in tutti questi anni e se mai lo leggeremo.
 
Ma niente - credo - potrà essere così folgorante come quel suo Holden Caufield, l’irrequieto diciassettenne dai capelli grigi che è stato un mito per tutte le generazioni successive (o quanto meno per quella parte di loro che ha scelto di mantenersi... alfabetizzata)


Ecco alcune frasi di quel libro straordinario, scritto con stile inimitabile, da un artista che aveva uno straordinario talento e che sapeva comunicare con grande efficacia e che un bel giorno ha deciso di non farlo più:


"Se davvero avete voglia di sentire questa storia, magari vorrete sapere prima di tutto dove sono nato e com’è stata la mia infanzia schifa e che cosa facevano i miei genitori e compagnia bella prima che arrivassi io, e tutte quelle baggianate alla David Copperfield, ma a me non mi va proprio di parlarne. Primo, quella roba mi secca, e secondo, ai miei genitori gli verrebbero un paio di infarti per uno se dicessi qualcosa di troppo personale sul loro conto."

" Ho lasciato scuole e posti senza nemmeno sapere che li stavo lasciando. È una cosa che odio. Che l’addio sia triste o brutto non me ne importa niente, ma quando lascio un posto mi piace saperlo, che lo sto lasciando. Se no, ti senti ancora peggio."

"Non faccio che dire "piacere d’averla conosciuta" a gente che non ho affatto piacere d’aver conosciuto. Ma se volete sopravvivere, bisogna che diciate certe cose."

"Ragazzi, quando morite vi servono di tutto punto. Spero con tutta l’anima che quando morirò qualcuno avrà tanto buonsenso da scaraventarmi nel fiume o qualcosa del genere. Qualunque cosa, piuttosto che ficcarmi in un dannato cimitero. La gente che la domenica viene a mettervi un mazzo di fiori sulla pancia e tutte quelle cretinate. Chi li vuole i fiori, quando sei morto? Nessuno."

"Con Jane non stavi nemmeno a pensare se avevi la mano sudata o no. Sapevi solo di essere felice. E lo eri davvero."

" È buffo. Basta che diciate qualcosa che nessuno capisce e fate fare agli altri tutto quello che volete.

" È buffo. Non raccontate mai niente a nessuno. Se lo fate, finisce che sentite la mancanza di tutti."

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