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A proposito dello show Berlusconi-Santoro-Travaglio

Se D’Alema, Bersani, Letta, cioè i rappresentanti più autorevoli della sinistra riformista, potessero, questa mattina defenestrerebbero Santoro.

Nessuno più di questo tribuno della plebe, demagogo e populista, ha danneggiato nel tempo la sinistra politica con le sue trasmissioni, improntate a settarismo, prevenzione ideologica e faziosità.

Si crede il campione, per antonomasia, della libertà di stampa, si atteggia a vittima di persecuzioni politiche, e tiene sfacciatamente per quella sinistra radicale, pacifista, che specula sulle illusioni e la credulità della povera gente, per conservare le proprie posizioni di potere, le laute prebende, i privilegi, frutto di una quarantennale lottizzazione politica.

Nell’ultima puntata della sua trasmissione, “Servizio pubblico”, però il pifferaio è andato per suonare ed è rimasto suonato.

Giovedì sera, 10 gennaio, era di scena nella sua fossa dei leoni il suo più acerrimo nemico: Berlusconi.

Questa volta il Cavaliere, liberatosi dai complessi accusati in passato nei confronti di Santoro, ed armato della presuntuosa sfrontatezza, che lo contraddistingue da quando ha capito di aver perso l’appeal sull’elettorato e che non ha più niente da perdere, ha giocato la partita con spregiudicatezza, praticando il catenaccio ed un contropiede micidiali.

Ha tentato di giustificare gli errori e le contraddizioni politiche rinfacciategli senza mai scomporsi e sempre col sorriso sulla bocca, ha dato ragione all’imprenditrice che tentava di metterlo in difficoltà, sostenendo Lei che i governi italiani sbagliavano a non proporre di uscire addirittura dall’euro (figurarsi!!!).

Ed infine ha rintuzzato la solita filastrocca giustizialista, trita e ritrita di Travaglio, tirando fuori dal cilindro l’elenco di tutti i processi per diffamazione subiti dal giornalista suo nemico incallito, mandando in bestia Santoro e facendo arrossire per l’imbarazzo Travaglio, che in realtà non si aspettavano quella mossa che li ha platealmente spiazzati e messi in difficoltà.

Santoro e Travaglio sono della stessa caratura giornalistica dei Sallusti, Belpietro, Vespa e compagnia cantante, professionisti schierati o legati a centri di potere.

E la sinistra riformista farebbe bene a prenderne le distanze se veramente ha la pretesa di governare e modernizzare il paese.

Commenti all'articolo

  • Di (---.---.---.69) 12 gennaio 2013 11:51

    Concordo in pieno. Come avevo previsto e comunicato alla mia stretta cerchia di familiari ed amici (dato che non sono nessuno) Santoro si é fatto mettere nel sacco come un fesso. Aggiungo un errore di Santoro che non é ancora stato evidenziato: quando gli ha chiesto "lei affiderebbe la guida del paese a chi lo ha governato per 8 anni negli ultimi 10 e ha più di 70 anni?" in quel momento l’80% degli ultrasettantenni ha cominciato a tifare per Berlusconi.


    E Berlusconi sta pericolosamente risalendo la china proprio grazie ai giornalisti che (giustamente) lo combattono.

    Ricordate il faccia a faccia tra Bersani e Renzi? Bersani fece una battuta che suonava più o meno cosi: "Berlusconi ormai non é più il nostro rivale chi volete che lo voti?" ed effettivamente tutti avevamo già tirato un sospiro di sollievo e archiviato il problema Berlusconi. 

    Sarebbe bastato ignorarlo, considerarlo alla stregua di un rappresentante di una piccolissima cricca di nostalgici e non avrebbe preso più del 5% dei voti. 

    E invece no: tutti i giornalisti hanno fatto a gara per averlo in studio (é "goliardico", fa audience) ed é ritornato ad essere la Primadonna dello spettacolo.

    Ed é bravo (o ben consigliato) non c’é che dire nel far passare i suoi messaggi in modo subliminale, a farti pensare quello che vuole senza che tu te ne accorga. 

    Vi faccio solo due esempi: quando dice "bisogna votare per i partiti grandi, o per il PD o per il PDL, non per i partitini" sembra di primo acchito lanciare un messaggio super partes e una volta tanto di buon senso. Invece sta lanciando il messaggio che il PDL é come minimo il secondo partito. Se avesse affermato apertamente "siamo il partito più forte" gli avremmo riso in faccia.

    Alo stesso modo ieri ha detto : "il PDL dice no a Monti al Colle". Praticamente da per scontato che Monti non possa diventare Presidente del Consiglio e gli attribuisce la volontà di diventare Presidente della Repubblica. Se avesse detto "Monti non riuscirà mai a diventare PdC" molti avrebbero pensato "staremo a vedere" e questo avrebbe suscitato simpatia e appoggio a Monti.

    E’ l’ultima volta che intendo parlare o scrivere di Berlusconi. Quest’uomo, che a mio avviso rappresenta il cancro della nostra società lo puoi combattere solo ignorandolo.
  • Di Il Gufo (---.---.---.35) 12 gennaio 2013 12:14

    Con tutto il dovuto rispetto per le opinioni dell’articolista mettere sullo stesso piano Travaglio e Belpietro, come giornalisti, significa non capirne davvero nulla.
    Travaglio è un ottimo cronista di giudiziaria reso celebre dall’"editto bulgaro", Vespa è un ottimo leccapiedi bipartisan, a prescindere dalla simpatia o dalla stima per l’individuo, professionalmente stanno su due pianeti diversi.
    Detto ciò avrà ragione su Santoro e sulla trasmissione, credo sia stato l’ennesimo regalo a Berlusconi da sinistra.
    Ma per favore, Travaglio come Belpietro no, è un insulto all’intelligenza.

    • Di (---.---.---.90) 12 gennaio 2013 13:14

      Sulle qualità professionali di Vespa ,Travaglio, Belpietro e simili non mi esprimo, per carità di patria. Voglio solo ricordarti che ho elencato nomi di giornalisti schierati a destra, sinistra e centro. Ma se uno scrive per il FATTO QUOTIDIANO ed è collaboratore fisso della trasmissione di Santoro non può farmi credere che non sia schierato a sinistra. Travaglio nasce alla scuola di Indro Montanelli, ma non mi sembra che ne abbia ereditato la proverbiale indipendenza, ed il fairplay cavalleresco. E’ affetto da giustizialismo dipietresco.

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