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L’inutile balletto di un paese fasullo

Nei mezzi di comunicazione di massa, di qualsiasi natura, si esibiscono sempre gli stessi attori, a tutte le ore del giorno.
 
Politici, rappresentanti sindacali, economisti, imprenditori, giornalisti,magistrati dibattono sulle condizioni ed i fini delle loro azioni, rivolte alla risoluzione degli innumerevoli ed annosi problemi del Paese.
 
I propositi, ispirati da nobilissimi ideali. Le promesse allettanti, fantastiche, ma ripetute. Bisogna migliorare la sicurezza, aumentando i fondi per le forze dell’ordine, ma i soldi non ci sono.
 
Si vogliono velocizzare i processi, aumentando personale e risorse, ma non ci sono soldi.
 
Si dovrebbe dare una sistemazione al territorio, squassato da frane, alluvioni e terremoti, ma non si sa dove prendere il denaro. Si promette, per l’ennesima volta di abbassare le tasse sui redditi e sulle imprese, riducendo almeno in parte l’IRAP, ma la promessa è destinata a rimanere lettera morta per mancanza di soldi.
 
Neppure la tanto ventilata Banca del Sud è destinata a decollare, perché diventerebbe in breve un bel carrozzone burocratico, con personale da pagare, ma senza poi una lira da erogare alle piccole e medie imprese, per cui la predetta banca sorgerebbe. E con tutte le piccole banche e casse locali dislocate sul territorio!
 
Si è annunciata con enfasi fanfaronesca la costruzione del famoso ponte sullo stretto di Messina. Ma i soldi chi li sborsa? La mafia, la ‘ndrangheta e la camorra? Se li tirano fuori loro l’opera si realizza in fretta.
 
I lavoratori dello spettacolo chiedono il sostegno pubblico per esprimere la propria creatività ed il talento. Nessuno è disposto a rischiare un euro dei suoi. Ma pure qui le casse son vuote.
 
Si vuole realizzare la banda larga informatica, ma si tolgono i soldi previsti in bilancio. Però abbiamo ministri e viceministri per l’innovazione tecnologica!
Senza voler scontentare nessuno, ormai non si riuscirà a realizzare un bel nulla.
Non si fanno le riforme che non costerebbero nulla, ma farebbero risparmiare qualcosa, come le riforme costituzionali. Non si riesce o non si vuole alienare alcun pezzo del patrimonio immobiliare pubblico. Non è stato chiuso un solo ente inutile (lo ha confessato sgomento il ministro Brunetta in persona): operazioni ardue, impopolari e complicate.
 
Figurarsi se sarà possibile metter mano alla riforma o ristrutturazione di settori, che potrebbero liberare qualche risorsa, come la sanità e il pubblico impiego in generale, dove gli sprechi sono noti, visibili ed incredibili.
 
Continueremo a tirare a campare, per incapacità collaudata da tante esperienze pregresse,mancanza di volontà politica e cecità di fronte al futuro.
 
Affonderemo, sommersi dai debiti, ignari, come dice un bel proverbio emiliano, che con l’acqua e le chiacchiere non si fanno frittelle. Ci vuole la farina, purtroppo.
E’ l’inutile e tragico balletto di un paese fasullo. 
 
Credits Foto: www.photoforum.ru
 
 

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