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MARGINITE >
DOPO ben 10 mesi dall’insediamento dell’attuale governo in primavera assaggeremo (quanto ?) le prime misure concrete (reddito cittadinanza e quota 100) di quel progetto di “cambiamento di vita” promesso a milioni di italiani.
Guarda caso sarà alla vigilia delle ELEZIONI Europee del maggio 2019. Appuntamento basilare per la tenuta del “sogno” europeo, di cui l’Italia è Paese fondatore oltre che componente essenziale.
TANT’E’ che lo spread viaggia su livelli molto, molto onerosi, ma non al punto di innescare un default. E a Bruxelles verranno individuati sufficienti “margini” di compromesso.
O, come si dice, per ora si troverà il modo di salvare capra e cavoli.
A meno che (ferale sciagura) non prendano forma e consistenza subitanei fattori di “sconvolgimento” degli assetti generali oggi correnti.
Dilemma.
Non è certo la prima volta che in politica “volano” promesse affascinanti e che “sfavillano” figure tranchant dalle drastiche soluzioni.
Come è accertato che ai comuni cittadini occorre del tempo per constatare la non attendibilità di un piano socio-economico basato su valori extra-margine.
Morale.
Quando troppo è lo slancio prospettato, meglio esser pronti a rientrare nei margini.
Gestire un “cambiamento” ha senso e valore se è preludio di un Ritorno alla Meta …
Piroette >
DEF e manovra da giorni danno adito a dichiarazioni variegate ed a cifre divergenti. E’ tutto un continuo “balletto” di numeri e destinatari.
Come se il Bilancio (conti pubblici paese) fosse una sorta di brogliaccio utile per gli “aggiustamenti” quotidiani.
Non si può non notare l’impegno profuso dai vari “esperti” nel cercare di far quadrare (stando al testo diffuso) i capitoli delle risorse in entrata con quelli delle uscite (spese).
Tanta infatti è la “disinvoltura” con cui vengono previste delle misure finanziate in DEFICIT nel mentre si prefigura un PIL che sale dell’1,5, dell’1,6 e dell’1,4% e un rapporto Debito/Pil che cala dal 130 al 126%.
Ancora una volta sarà decisivo il ruolo del Presidente della Repubblica nel dipanare la matassa delle "dissonanze" di governo, delle “raccomandazioni” UE, delle paventate "vampate" dei mercati e perfino del rischio di un “vuoto” politico.
Per non parlare di certe sortite da sedicenti “vittime” di potentati radicati e pregiudizi culturali. Come se un domani a pagare il conto fossero i leader oggi al governo. Tipo le decine di miliardi di capitali e di risparmi che stanno già evaporando.
Le “piroette” verbali (e gestuali) suscitano entusiasmo e facili applausi, ma non danno né sostanza né certezza ai vantaggi promessi.
Unico argine efficace è diffidare dell’accoppiata di Pantomima e Rimpiattino che …
Preavviso >
Il governo in carica conta su “pazienza” e lungimiranza di investitori e operatori finanziari. Basterà che loro sappiano aspettare almeno un paio d’anni e apprezzeranno le potenzialità della manovra, vedendo ripartire la crescita e calare il Debito.
Di sicuro alla luce delle turbolenze contingenti non hanno interesse ad assestare subito dei colpi letali. Non dà alcun vantaggio buttare all’aria tutto il tavolo.
MEGLIO una graduata azione di “erosione” delle risorse ancora esistenti per testare la reale volontà e capacità di reazione dell’intero sistema.
Cominciando dalla UE e dalla Bce che dal 1° ottobre dimezzerà l’ombrello QE.
In sostanza.
E’ risaputo che gli investimenti, per quanto corposi ed efficaci, comportano tempi medio/lunghi. Nel frattempo decine di miliardi di capitali possono evaporare.
COSI’ è da leggere il “buco” in Borsa e il “balzo” dello spread.
Si tratta appunto di un preavviso.
Proclami “futuribili” e slogan “appetibili” sono tipici di un Dossier Arroganza …
Quale Deficit >
Ricorrere a delle percentuali è uno degli escamotage usati da chi “mistifica” la realtà delle cose.
Tipo chi pretende di avvalorare una nostra “analogia” di indirizzo con quella manovra economica della Francia che sarà finanziata nel 2019 portando il DEFICIT dal 2,6 al 2,8%.
Salvo però sottacere 2 parametri di riferimento essenziali ai fini del bilancio.
Per avere un paritetico rapporto con il Pil, il nostro DEBITO dovrebbe contrarsi di almeno 500 miliardi. Il TASSO di interesse sui nostri Titoli di Stato dovrebbe essere di oltre 3 volte e mezzo più basso dell’attuale.
Basta questo per capire che ben differenti sono i presupposti dei due casi e le ipotizzabili “reazioni” di investitori/operatori finanziari.
ALTRO che stesse misure in Deficit.
E’ una prospettiva che, come un “miraggio”, può lasciare molto amaro in bocca.
Unica difesa è rifuggire da certe “sventagliate” tipiche di un Dossier Arroganza che …
Miraggio >
Abbiamo un DEBITO che supera di oltre il 30% la ricchezza prodotta in un anno. Anche nel 2017, nonostante il +1,6% registrato dal PIL, il Debito è cresciuto di un’altra 40na di miliardi.
E’ da tenere ben presente che i debiti fatti pesano da subito sulle quadrature di bilancio mentre gli eventuali benefici (effetto crescita) degli investimenti promossi si registrano nell’arco di periodi medio/lunghi.
Tant’è che gli investitori finanziari sono soliti digerire i “rischi” emergenti da un incremento del pacchetto Titoli di Stato in funzione del loro più alto tasso di rendimento. Come dire: debito chiama debito.
Ergo.
NOTI esponenti politici affermano che si può far lievitare “un po’” (?) il DEFICIT in modo da avere subito i soldi per varare il programma di governo; soldi da restituire tra 1-2 anni.
SE è vero che non esiste un rapporto stretto e diretto tra un piano di crescita e l’ammontare di Deficit e spread, altrettanto vero è che non basta da sola una prospettata “efficace politica” di investimenti e “prebende” quando continua a troneggiare la nostra montagna di debiti.
E’ una prospettiva che ha il sapore di un miraggio.
Governare non è alimentare il Consenso Surrogato di chi è sensibile …
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