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Lo spread, le dichiarazioni sibilline di Salvini e i risparmi a rischio degli italiani

In queste ore, circola su tutti i media una dichiarazione di Matteo Salvini, relativamente al tema dello spread che schizza sempre più in alto, in risposta alla legge di bilancio appena presentata dal governo, che contiene – tra le altre cose – quell’aumento del 2,4% del deficit, che ha fatto giustamente arretrare i finanziatori e crollare i mercati azionari.

Sempre nelle stesse ore, il il Premier Conte, per rassicurare i mercati, aveva dichiarato: “Quando spiegheremo la manovra lo spread scenderà”. Come se la manovra debbano spiegarla al signor Spread, che – affascinato da cotante soluzioni “alternative” a un corretto programma economico nazionale – dopo le spiegazioni, non potrebbe far altro che abbattere se stesso.

Non voglio polemizzare su quest’ultima dichiarazione. Lo stress di doversi trovare ad essere premier dell’attuale governo, non deve essere cosa da poco, anche se - a ben vedere - il vero premier appare essere Matteo Salvini...

Mi soffermo invece sulla dichiarazione, un po’ sibilina ammettiamolo, del Minsitro dell'Interno. Riporto la dichiarazione, rilasciata da Salvini a margine del G6 che si è tenuto a Lione: “Se lo spread continuerà a salire non staremo fermi, abbiamo più di un’idea”. Secondo Salvini la “forza dell’Italia, che Francia e Spagna non hanno, è un risparmio privato senza eguali al mondo, silenzioso o investito in titoli stranieri. Sono sicuro che gli italiani sono pronti a darci una mano se serve”.

In molti, anche tra i colleghi giornalisti, hanno cominciato a sciorinare un’analisi di quanto dichiarato dal Ministro dell’Interno, ritenendo che si riferisca ai titoli di Stato. Un acquisto massivo di titoli di Stato apporterebbe linfa economica in un periodo di seria difficoltà, anche a causa del DEF appena presentato ma non solo: ricordo a tutti che a partire da Gennaio 2019 l’Italia dovrà dire addio al Quantitative Easing, privandosi di un paracadute di ben 15 miliardi in un solo anno. L’ho spiegato recentemente in questo editoriale, cosa sta per accadere: “Quantitative Easing: scenari economici futuri senza la garanzia della BCE”.

Però, siamo proprio sicuri che Salvini stia pensando ai titoli di Stato per salvare capra e cavoli, ossia DEF, deficit, ovvie conseguenze negative sull’economia dell’Italia e degli italiani e realizzazione delle promesse elettorali?

Personalmente ho pensato invece a un piatto molto ricco: i risparmi presenti attualmente presso la Cassa Depositi e Prestiti, una banca d’affari tra le più potenti, controllata per l’83% dal Ministero dell’Economia e per il restante 17% da fondazioni bancarie, e che raccoglie praticamente tutto il risparmio postale degli italiani per un ammontare attuale di oltre 250 miliardi di euro. E parlo solo del risparmio postale, dal momento che CDP raccoglie anche altre risorse economiche dalla raccolta obbligazionaria.

Come vengono utilizzati i risparmi postali degli italiani? CDP col denaro raccolto attraverso i buoni fruttiferi postali, finanzia opere – come anche le bonifiche e i servizi pubblici - ed enti locali, in questo caso si parla di “gestione ordinaria” ma finanzia anche, attraverso il risparmio postale, altre opere pubbliche, le regioni, enti statali. In questo caso si parla di "gestione straordinaria".

Insomma: sia che si sia scelto di mettere i propri risparmi sui libretti postali, sia che si sia deciso di acquistare buoni fruttiferi delle poste, il denaro confluisce in CDP, per poi esser riutilizzato per le varie opere descritte e per una serie di investimenti.

E’ bene quindi ora conoscere l’ammontare della liquidità di Cassa Depositi e Prestiti, per comprendere se gli italiani dovranno dire “ciao” - non si sa se a tempo determinato o indeterminato ai loro risparmi, per “aiutare l’Italia” – come se non lo facessero già abbastanza – in caso di “aumento dello spread” che, ci tengo a sottolinearlo, sta schizzando a causa di un DEF ritenuto paradossale non solo da me, ma da esimi economisti.

La liquidità quindi, secondo il bilancio dichiarato nel 2017, è pari a 161,8 miliardi di euro. Se quanto sto immaginando rappresenterà la soluzione pensata da Salvini per sanare le criticità determinate da un DEF prettamente elettorale – sono prossime le elezioni europee – e quindi per blandire l’elettorato con la “garanzia” di dare due spiccioli ai poveri, attraverso il reddito di cittadinanza più ingarbugliato d’Europa, una flat tax che non sostiene i meno abbienti ma fa un favore ai più ricchi, ecco che si metterebbe in atto un vero tsunami economico per tutte le famiglie italiane, i loro figli e pure i loro nipoti.

Spiego: lo spread sta salendo a causa della faciloneria con cui è stato realizzato il DEF. Quel 2,4% di deficit per racimolare i 16 miliardi occorrenti tra reddito di cittadinanza, riforma degli uffici del lavoro e flax tax, non poteva non far scricchiolare la situazione. Oltre ciò, come ricordavo in precedenza, stiamo per restare orfani di quei 15 miliardi di euro del Quantitative Easing, che ci permettevano una boccata d’ossigeno e pure una minore pressione da parte dell’Europa per ciò che riguarda l’equilibrio dei bilanci di Stato. Se a questo aggiungiamo anche l’eventuale appropriazione dei risparmi postali degli italiani, i contorni della catastrofe economica mi sembrano molto chiari.

Non basta: con le azioni muscolari di Salvini contro i flussi migratori, azioni che dimenticano del tutto accordi con l’Europa, il fondo Europeo di garanzia per l'asilo e le migrazioni su cui l'Italia conta da anni – denaro che, lo rammento a tutti, può essere utilizzato solo per i migranti – e trattati internazionali, oltre che nazionali per ciò che riguarda i salvataggi in mare, ci stiamo inimicando mezzo mondo, e in special modo la Commissione Europea, che non è che sia “cattiva” come pensano i sostenitori grillini, bensì particolarmente stufa di non veder mai, da parte dei governi italiani, mettere a posto i conti e tornare ad essere una nazione onesta, pulita, trasparente, e non la prima per il livello di corruzione e di mala gestione dei conti pubblici.

Per dirla tutta: inutile continuare a urlare contro l’Europa, i “poteri forti” e i precedenti governi, pensando di risolvere ogni questione, anche pregressa, mostrando i muscoli, creando leggi di bilancio improponibilie poi, magari, uscirsene con la soluzione regina: appozzare ai risparmi degli italiani. Significa far morire per sempre le speranze di riemergere dalla crisi economica milioni di famiglie. Significa porre come priorità assoluta l’immagine delle promesse elettorali. Significa non parlar chiaro al proprio elettorato. E significa anche, ammesso che io non mi sbagli sul come il governo intenda “farsi aiutare coi risparmi degli italiani” far perder loro un’altra fetta di garanzia economica privata.

D'altro canto, lo stesso M5S sostiene da tempo l'idea di far diventare Cassa Depositi e Prestiti una banca di Stato, per finanziare progetti a sostegno del Mezzogiorno, senza però rivelare che questi soldi, appunto, sono i risparmi degli italiani.

Come accadde nel 2010, ai tempi del governo Berlusconi, ad esempio, quando dai fondi TFR dei lavoratori del settore privato, tra coloro che avevano scelto di lasciare il proprio TFR presso l’INPS, si prese a piene mani per decreto legge su cui fu persino posta la fiducia.

Come si pensò di reintegrare il denaro scippato ai lavoratori privati? Attraverso maggiore pressione fiscale, ma anche tagli alla spesa pubblica. Di fatto, però, mai nessuno ci dirà se questo denaro preso dal lavoro degli italiani, è stato mai restituito. Si tira a campare, come se niente fosse. Tanto, i soldi che circolano, i soldi buttati dalla finestra, sono sempre i nostri. Sempre.

Sento l'urgenza di dirlo: gli italiani devono smettere di finanziare le promesse elettorali. Devono smettere di pagare, col proprio denaro, lavoro e futuro, il successo e l’immagine dei politici che sostengono.

Devono smettere, sostanzialmente, di non comprendere che tutto ciò che accade in Italia, accade a causa degli italiani, che di finanza, economia e politica continuano a non capire un fico secco. Ma continuano, incessantemente, a pagare pur di veder realizzate, poco e male a ben vedere, quattro chiacchiere elettorali. Come bambini scemi disposti a regalare l’ultimo biscotto pur di aver in dono l’involucro.

Questo articolo è stato pubblicato qui

Commenti all'articolo

  • Di pv21 (---.---.---.109) 14 ottobre 2018 19:33

    MARGINITE >

    DOPO ben 10 mesi dall’insediamento dell’attuale governo in primavera assaggeremo (quanto ?) le prime misure concrete (reddito cittadinanza e quota 100) di quel progetto di “cambiamento di vita” promesso a milioni di italiani.


    Guarda caso sarà alla vigilia delle ELEZIONI Europee del maggio 2019. Appuntamento basilare per la tenuta del “sogno” europeo, di cui l’Italia è Paese fondatore oltre che componente essenziale.

    TANT’E’ che lo spread viaggia su livelli molto, molto onerosi, ma non al punto di innescare un default. E a Bruxelles verranno individuati sufficienti “margini” di compromesso.

    O, come si dice, per ora si troverà il modo di salvare capra e cavoli.

    A meno che (ferale sciagura) non prendano forma e consistenza subitanei fattori di “sconvolgimento” degli assetti generali oggi correnti.


    Dilemma.

    Non è certo la prima volta che in politica “volano” promesse affascinanti e che “sfavillano” figure tranchant dalle drastiche soluzioni.

    Come è accertato che ai comuni cittadini occorre del tempo per constatare la non attendibilità di un piano socio-economico basato su valori extra-margine.


    Morale.

    Quando troppo è lo slancio prospettato, meglio esser pronti a rientrare nei margini.

    Gestire un “cambiamento” ha senso e valore se è preludio di un Ritorno alla Meta

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