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maurizio carena

maurizio carena

 la forza di cambiare le cose che posso cambiare
la serenita’ di accettare quelle che non posso cambiare
la speranza di riuscire a distinguere tra di esse

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  • Primo articolo giovedì 12 Dicembre 2008
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Ultimi commenti

  • Di maurizio carena (---.---.---.230) 19 novembre 2009 18:08
    maurizio carena

    ERRATA CORRIGE: per un imperdonabile refuso (poi ripetuto) nella riga n 41 il "nuovo giornale indipendente " e’ IL FATTO, non il Foglio, come erroneamente scritto dall’autore.
     mi scuso coi lettori.

  • Di maurizio carena (---.---.---.230) 19 novembre 2009 16:06
    maurizio carena

     Per evitare confusione sara’ forse meglio fermare un paio di punti.

     Numero 1- La casta al potere puo’ , e pratica, quello che tu chiami il "ribaltamento dei ruoli". D’Alema che inciucia con lo psiconano, mastella che sta una volta col centro destra e la successiva col centrosinistra etc. Con la moderna propaganda e’ facile portare il popolo bue al guinzaglio.
     Pero’ non cadiamo nel tranello: non esiste una opposizione, perche’ viviamo in un regime (catodico), e il "ribaltamento dei ruoli" non e’ altro che fumo negli occhi per il popolino, per fargli mettere la croce sul pezzo di carta la prossima volta. In realta’ si tratta di monopartitismo competitivo catodico, se mi permetti la categoria.
     Del resto, solo perche’ il regime ha eliminato dal parlamento la sinistra (cio’ che ne restava) con lo sbarramento al 4%, non penseremo mica che le istanze popolari, i problemi sociali, il bisogno di giustizia sociale siano stati ipso facto cancellati

     Numero 2- oggi nei mainstream, a parte rarissime eccezioni, NON esistono "organi di informazione", bensi’ organi di propaganda. Propaganda sistematica, capillare, scientifica, senza eguali nel mondo occidentale e con poche similitudini nel pianeta.

     Numero 3- riguardo alla dicotomia che tanti, tra cui anche tu mi pare, reputano fuori moda, mi permetto di consigliarti la lettura di un celebre pamphlet di Norberto Bobbio, intitolato proprio "Destra e sinistra".

     Gia’ Platone ci ricordava che "nella citta’ vi sono due citta’, quella dei ricchi e quella dei poveri, inconciliabili tra loro".

     Ecco perche’, almeno secondo me, avra’ sempre senso parlare di destra e sinistra.

     Senza dialettica democratica, senza lotta, senza conflitto, non ci sara’ mai progresso verso la democrazia. Democrazia da cui siamo, oggi in Italia, molto, molto lontani.

     saluti

  • Di maurizio carena (---.---.---.230) 18 novembre 2009 20:53
    maurizio carena

     cara Gloria,
     l’accolita di razzisti e affaristi/mafiosi che grazie al lavaggio del cervello mainstream occupa il potere non e’ un "governo", e’ il regime di una congiura di ricchi, che appena puo’ fotte la popolazione in ogni modo possibile.
     che poi tale popolazione sia, nella maggior parte, egoista, ignorante e per nulla interessata allo spazio pubblico, e’ un altro discorso. Certo, se noi protestassimo, i criminali governativi avrebbero piu’ problemi, ma noi ce ne freghiamo, guardiamo la tv e leggiamo i giornali. Poi andiamo a votare la casta, sponsorizzata dai giornali stessi e il gioco e’ fatto. E il sistema si perpetua.
     Comunque, non e’ un caso che la vergogna epocale, storica, galattica della privatizzazione dell’acqua sia abilmente dissimulata dai mainstream. Si vede poco perche’ si DEVE vedere poco. Gli inserzionisti delle acque minerali poi ringrazieranno i giornalisti servi dell’autocensura. Questa e’ l’informazione dei mainstream. Come Repubblica.

     
    saluti
     

  • Di maurizio carena (---.---.---.230) 18 novembre 2009 20:36
    maurizio carena

    complimenti per il pezzo !!
    saluti.

  • Di maurizio carena (---.---.---.230) 5 novembre 2009 17:25
    maurizio carena

     No, cara Gloria, non sono d’accordo con la tua conclusione.
     Bisogna lottare, non andarsene.

     Non dico di fare gli eroi come Falcone e Borsellino, come Impastato, come Pippo Fava. Ma credo che basterebbe fare come il Baradel della vecchia canzone di Enzo Maolucci ( su E-Mule la trovi sicuro e credo ti piacera’).
     Tu stessa quando scrivi col tuo stile piuttosto poco ortodosso a abbastanza critico contribuisci a lottare e a tentare di cambiare le cose.

     Uno dei miei scrittori preferiti, il giornalista Eduardo Galeano, soleva dire che "ci avevano minacciati e torturati, ci avevano fatto mangiare paura a pranzo e cena: ma non ci avevano fatto diventare come loro". Poi la dittatura ebbe fine (lui e’ uruguayano) e lui pote’ rientrare in patria dall’esilio. Quella patria per cui non aveva mai smesso di combattere.

     Solo la lotta da speranza di vita e se non cerchi di cambiare il mondo a vent’anni, quando vorrai farlo?

     Inutile dirti che ho trovato bello l’articolo e bello lo spunto. come spesso mi capita coi tuoi pezzi.

     saluti.


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