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  VIDEO    Scontri alla manifestazione anti-Fornero.
I manifestanti di Napoli: "Non era violenza"

La Polizia ha identificato e indagato trenta dei responsabili degli scontri di lunedì a Napoli durante la manifestazione non autorizzata contro il ministro Fornero. Gli studenti hanno occupato la facoltà di Ingegneria, ma chi era alla manifestazione non vuole parlare davanti alla videocamera di AgoraVox. Bilancio da bollettino di guerra: 8 feriti tra i poliziotti, 13 tra gli studenti. Ma loro: “La nostra non era violenza” 


Video di Federico Pignalberi


Il giorno dopo gli scontri degli studenti con la polizia, Fuorigrotta torna alla normalità. Le uniche tracce della battaglia anti-Fornero sono qualche coccio di bottiglia e un paio di vetrine rotte. Gli studenti occupano la facoltà di Ingegneria, dove il giorno prima hanno trovato riparo dalle cariche della polizia. “Il preside della facoltà si è comportato molto bene”, dice uno studente. “Si è opposto personalmente all’ingresso della polizia all’interno dell’università e lo ha evitato”.

Gli studenti rimasti in strada, dopo che la polizia era riuscita a impedire loro di avvicinarsi alla Mostra D’Oltremare, hanno arretrato. Il bilancio è stato da guerriglia urbana: oltre ai danneggiamenti, i manifestanti hanno contuso un carabiniere e sei poliziotti, mentre le forze dell’ordine, durante le cariche di risposta, hanno ferito tredici studenti. Ma guai a parlare di infiltrati: “Sappiamo che nei nostri cortei non ci sono solo i manifestanti normali, ma non dobbiamo far credere che la piazza fosse divisa tra violenti e non violenti”. E smentiscono di essere stati contattati dal ministro Fornero per un confronto pacifico.

Intanto la Questura ha fatto sapere che la Digos è riuscita a identificare una buona parte dei responsabili degli scontri incrociando le registrazioni delle telecamere di zona con i filmati pubblicati online. La Polizia ha inviato alla Procura della Repubblica un’informativa con tutti i dettagli relativi ai primi trenta indagati, a cui però potrebbero seguirne altri: gli investigatori sono ancora al lavoro per identificare la restante parte dei responsabili.

Dei ragazzi che hanno partecipato alla manifestazione quasi nessuno ha il coraggio di parlare davanti alla videocamera: “Posso dirti quello che ho visto se lo scrivi, di riprendere non se ne parla”. Chi accetta di parlare con AgoraVox chiede di non vedere pubblicato il suo nome, nemmeno quello di battesimo. “Io ero lì per cercare di tenere insieme il corteo: l’obiettivo degli studenti non erano i negozi dei commercianti. Volevamo solo sfondare lo schieramento della polizia e impedire alla Fornero di parlare. Se poi è capitato che sia stato rotto qualche specchietto, quello è normale”. 

Ma è giusto usare la violenza fisica per attaccare la polizia? “La vera violenza è quella quotidiana contro i disoccupati, contro gli operai di Pomigliano che si vedono licenziati da un giorno all’altro, contro gli studenti che si devono mettere a lavorare per poter pagare delle tasse universitarie che aumentano vertiginosamente. La nostra non era violenza”.

VIDEO: Sassi e petardi contro la Fornero a Napoli

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