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Una proposta per la legge elettorale: reintrodurre il voto di preferenza multiplo

La modifica dell’attuale legge elettorale entrata in vigore dal dicembre del 2005 meglio nota agli italiani con il nome "Porcellum", rappresenta uno degli argomenti di dibattito di maggiore rilievo ed interesse nazionale.

Anche noi dalle pagine del nostro blog "neodemocraziasociale.altervista.org" abbiamo trattato fin dagli esordi questa tematica, ritenendola cara a milioni di cittadini che desiderano vivamente ritornare ad esprimersi mediante un sistema elettorale corrispondente ai principi più elevati della democrazia.

In questo articolo vorrei sottoporre all'attenzione dei nostri gentili lettori, uno degli aspetti cruciali che dovrebbe caratterizzare la nuova legge elettorale: il voto di preferenza, vale a dire il voto espresso da un elettore per un candidato, all'interno di una lista elettorale.

Nel 1946 in Italia entrò in vigore una legge elettorale proporzionale per le elezioni amministrative, che dava la possibilità di poter esprimere fino a quattro voti di preferenza, scrivendo sulla scheda elettorale i cognomi dei candidati prescelti oppure i loro numeri di lista. Come è noto il referendum del 1992 e le successive modifiche della legge elettorale fino a quella scellerata del 2005, l'hanno eliminato.

Personalmente ritengo necessario reintrodurre nel nuovo sistema elettorale il voto di preferenza multiplo, come era contemplato nel disegno di legge del 1946 apportando, ovviamente delle novità significative.

Tale provvedimento mi sembra indispensabile per ricucire quel filo diretto che dovrebbe unire l'elettore cittadino e l'eletto, nonché un modo per responsabilizzare i nostri rappresentanti ad intrattenere un rapporto più personale e democratico con il singolo cittadino ma ovviamente senza mai scendere in rapporti clientelari tipici della vecchia ed anche nuova politica.

Inoltre, il voto di preferenza deve essere percepito per il parlamentare come una forma di "pressione", oltre che di responsabilità maggiore, nei confronti di chi lo ha scelto. Nel nostro sistema democratico manca ad oggi, uno dei principi più cari della democrazia: il controllo dei cittadini sull'operato dei rispettivi rappresentanti in parlamento. In particolare, l'adozione di un sistema di preferenze multiplo consente al cittadino, che riconosce doti e capacità in diversi candidati, di poter dare la fiducia a differenti aspiranti. Nello stesso tempo, per tutti quei pretendenti capaci ma meno blasonati dei loro colleghi e in possesso di mezzi limitati per farsi conoscere, ci sarebbero maggiori possibilità di essere votati.

In breve, apportando questa importante modifica, il singolo cittadino riacquisterebbe il diritto di premiare e all'occorrenza di contestare civilmente e personalmente i rappresentati che ha scelto alle elezioni.

In merito alla modifica dell'attuale legge elettorale ci sarebbero ancora molteplici aspetti da valutare: in particolare ritengo fondamentale definire il sistema per scegliere i candidati da inserire nelle liste dei partiti. Senza dilungarmi, credo che tale decisione non possa essere effettuata mediante delle decisioni di partito piovute dall'alto ma attraverso delle primarie.

Ricordiamo che in Italia, diversamente dagli Stati Uniti, le primarie, non sono previste o regolamentate per legge, ma sono autorizzate a discrezione delle segreterie dei partiti. Non sarebbe fondamentale legalizzare anche nel nostro paese le primarie dei parlamentari oltre a quelle dei candidati premier? E per quanto riguarda le primarie dei parlamentari sarebbe auspicabile anche in questo ambito, introdurre il voto di preferenza multiplo.

Come ho già detto, la scelta del nuovo sistema elettorale comporta innumerevoli aspetti, che non è possibile esaurire con queste righe. Ma intanto ci auguriamo che i nuovi e vecchi rappresentati, colpevoli di averci fatto votare alle ultime elezioni con una legge elettorale antidemocratica, prendano finalmente e seriamente in esame questa problematica.

Questo articolo è stato pubblicato qui

Commenti all'articolo

  • Di (---.---.---.254) 15 aprile 2013 10:48

    Il voto di preferenza multiplo è stato usato per decenni come metodo per controllare i voti ’venduti’.
    Ogni elettore che vendeva il proprio voto ad un partito doveva votare una speciale combinazione di preferenze: considerando che normalmente in lista c’erano almeno 10 candidati e che si potevano esprimere 4 preferenze, in ogni sezione si potevano controllare fino a 150.000 voti!
    Per questo il voto di preferenza multiplo è stato tolto.

  • Di F.Cammarano (---.---.---.12) 15 aprile 2013 12:21

    Gentile lettore,

    in primo luogo la ringrazio per aver scelto di leggere e commentare il mio articolo. Quello che afferma è decisamente corretto. In effetti, l’elettore dava la sua preferenza al candidato non per scelta politica ma in cambio di qualcosa: una promessa di lavoro, di una pensione, di qualche concessione o di privilegi vari. In altre parole nascevano delle "cordate" atte a manipolare ed orientare i voti. Tuttavia, noi di neodemocraziasociale.altervista.org desideriamo favorire e sensibilizzare dal nostro piccolo, una nuova concezione di fare politica (non siamo un partito!) ispirata ai principi della trasparenza ,della meritocrazia, della dialettica e mai dei rapporti clientelari ,tipici, come lei giustamente ha ricordato di quel modo di fare politica(ancora in atto) , che come sappiamo ,ha condotto all’abolizione del voto di preferenza. Il diritto di scegliere almeno uno dei nostri rappresentanti, converrà con me che è un principio fondamentale della democrazia: l’alternativa consiste nel continuare a votare alle prossime elezioni con una semplice X. Purtroppo ci rendiamo conto che la proposta da noi avanzata appare a tanti ,e in primis a noi ,"improponibile" se consideriamo chi sono molti dei nostri parlamentari e politici. Ma cercare di cambiare un pò la mentalità non fa mai male... 

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