• AgoraVox su Twitter
  • RSS
  • Agoravox Mobile

 Home page > Tribuna Libera > Una guerra tra cuore e memoria

Una guerra tra cuore e memoria

In questi giorni sto leggendo il bel romanzo di Clara Sanchez "Il profumo delle foglie di limone" (Garzanti Libri).

La storia è quella di un vecchio reduce dei campi di concentramento (per questo diventato poi cacciatore di criminali nazisti) e di una giovane ragazza incinta che, lungo il filo delle proprie vicende personali, finiscono con l'incrociare le proprie vite imbattendosi in una coppia di anziani coniugi che si scoprirà essere stata in passato un feroce duo di ufficiali delle S.S.

L'anziano cacciatore di criminali nazisti nonostante il peso dei suoi anni e il tempo trascorso apppare risoluto a compiere la sua ultima missione: togliere di mezzo la coppia di ex S.S. ed il suo seguito di neofiti nazisti che costellano il racconto della Sanchez.

Il fascino del carattere del protagonista sta molto in questo.
Un vecchio che si impegna in una missione solitaria.

In un mondo cambiato che dimostra in molte circostanze di aver dimenticato l'insegnamento che la Storia ci ha dato di certi orrori, l'anziano cacciatore di criminali da tutto se stesso e le ultime forze che la vita gli concede per concludere la sua missione.

L'attualità e i venti di guerra che spirano oggi sulla Libia mi spingono spesso a pormi delle domande sul peso della memoria.

Siamo di nuovo in uno scenario di guerra. Cosa fare? A favore? Contro?
C'è uno Stato (con tanto petrolio e gas) nelle mani di un pazzo tiranno fanatico (che con queste credenziali non poteva non essere "amico" dell'Italia) che ha bombardato il suo stesso popolo pur di reprimere ogni accenno di rivolta.

Il cuore mi dice che si dovrebbe fare di tutto per non scatenare una guerra ma che alla fine se proprio si deve intervenire, farlo in modo che la cosa duri il meno possibile.

La memoria, però, mi parla di Serbia, di Kosovo, di Iraq e di Afghanistan.
In tutte queste vicende di guerra, in tutti questi casi c'è stato un intervento militare sanguinoso e logorante.

Spesso con risultati difficilmente decifrabili sul piano del giudizio. Come giudicare oggi l'Afghanistan? All'alba di un ritiro gli USA lasciano un Paese sempre compromesso e per nulla salvato dagli odiati Talebani. Tanto che negli States si è più volte parlato di un nuovo Vitenam. Una guerra alla fine non è mai breve e mai (tanto meno e ovviamente) indolore.

E per cosa si è disposti a mettere in piedi un intervento militare sanguinoso e logorante se non per un interesse superiore che ripaghi il sacrificio?
Interesse. La forza che muove un mondo che non mi piace.

Cuore e memoria nella realtà vivono un rapporto falsato dagli onnipresenti interessi superiori (e spesso quotati in Borsa) che fanno sempre dimenticare, omettere e, negli anni, ti portano a stringere mani che mai ci si sarebbe sognati di stringere.

Di contro e ad eccezione di queste dinamiche orgogliosamente l'Italia da al mondo l'impagabile esempio e il lavoro di Gino Strada e di Emergency.
Per il resto rimane l'amara sensazione che ormai cuore e memoria vivono in piena sinonia solo nei romanzi.

Come il vecchio cacciatore di nazisti di Clara Sanchez.

Lasciare un commento

Per commentare registrati al sito in alto a destra di questa pagina

Se non sei registrato puoi farlo qui


Sostieni la Fondazione AgoraVox







Palmares