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Un debito pubblico “ballerino”

Un debito pubblico “ballerino”

L’ammontare complessivo del debito pubblico del nostro Paese, secondo le rilevazioni della Banca d’Italia, ha raggiunto la rispettabile cifra di 1.812,790 miliardi di euro. A prima vista, assumendo una popolazione di 60340328 abitanti, quella rilevata al 31 dicembre 2009, se ne ricaverebbe un debito pro capite di euro 30.042.
 
La prima riflessione riguarda gli immigrati, che premono alle frontiere costringendo il leghista Ministro degli Interni a mettere in atto una puntuale e determinata strategia di respingimenti. Orbene, ci siamo preoccupati di avvertire gli assalitori che, così facendo, finiscono per accollarsi un “carico da undici” di trentamila euro a cranio? E non mettendoli al corrente, non commettiamo il reato di truffa? Il pensiero del vostro reporter va, ad esempio, ad una famiglia cingalese di sua conoscenza, formata da sei fratelli e da due sorelle, oltre i genitori: sono, euro più euro meno, la bellezza di trecentomila euro che questi signori ignorano di essersi accollati venendo a vivere in Italia. Non ci hanno certamente fatto un affare!
 
La seconda riflessione è relativa all’annessione allo Stato sabaudo del Regno delle Due Sicilie. Le cronache riportano che, in quella occasione, l’attivo di bilancio del Regno delle Due Sicilie fu incamerato nelle casse del neonato Stato italiano. Si trattava di 443 milioni di lire d’oro, quando tutte le banche degli altri Stati preunitari detenevano un patrimonio totale di 148 milioni. E’ evidente che questa somma, in caso di secessione, dovrebbe essere restituita dopo essere stata adeguatamente rivalutata. Per gli attuali 19.200.000 abitanti circa dell’allora Regno delle Due Sicilie si tratterebbe di una somma pro capite di lire d’oro 23 circa. Non sappiamo se è poco o se è molto; dovrebbero essere gli studiosi del ramo finanza a stabilire una equivalenza fra lira d’oro borbonica del 1861 ed euro attuale. In ogni caso l’attuale contingenza finanziaria, crisi greca compresa, fa propendere per un consistente numero di euro per giungere al corrispondente di una lira d’oro borbonica.
 
La terza riflessione riguarda quanti non sono in generale a proprio agio sapendo di essere in debito. E’ possibile, ci si chiede, far in modo che chi non voglia essere coinvolto in questa storia del debito pubblico “ballerino”, possa pagare la sua parte e non essere più tirato in ballo, né lui né i suoi eredi? Cosa pensa al riguardo il professore Tremonti? E’ un’ipotesi praticabile?

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